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Taranto
12 Gennaio 2025 - 06:00
Acciaierie d'Italia
“Dalla presentazione delle offerte per l’acquisto dell’ex Ilva non ci sono rilevanti novità rispetto ai mesi scorsi. Ci sono tre gruppi stranieri interessati all’intero Gruppo e vogliamo conoscere al più previsto i dettagli dei piani ambientali, occupazionali e industriali per giudicarne la credibilità e sostenibilità. Dobbiamo notare, purtroppo, che gli imprenditori italiani hanno presentato le offerte solo per singoli stabilimenti e noi rimaniamo fortemente contrari allo spezzatino perché porterebbe alla chiusura dei siti".
È l'analisi del leader della Uilm, Rocco Palombella, all'indomani della scadenza dei termini per presentare le offerte vincolanti nella procedura di acquisizione per gli stabilimenti di Acciaierie d'Italia. Il più grande ed importante dei quali, come è noto, è quello di Taranto.
"Il percorso che porterà alla vendita definitiva durerà ancora mesi ma nel frattempo la situazione è drammatica con quasi tremila lavoratori in cassa integrazione, produzione al minimo storico, impianti fermi e l’appalto in forte difficoltà con il ritardo dei pagamenti e degli stipendi dei lavoratori da mesi. Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi con Governo e Commissari dell’ex Ilva per valutare le offerte presentate e la gestione attuale, con la verifica degli impegni presi in questi mesi dall’azienda. Per noi gli obiettivi fondamentali e inscindibili sono la tutela ambientale, la piena salvaguardia occupazionale, diretta, indiretta e dei 1.600 lavoratori in Ilva AS, la produzione di acciaio ecosostenibile e di qualità, la presenza e il controllo dello Stato nella società e non l’utilizzo di strumenti fumosi come la golden power. Per noi la vertenza non è chiusa", dice Palombella.
Dalla Fiom Cgil nazionale vengono definite "inopportune" le "comunicazioni a mezzo stampa di chi ha la responsabilità di governare e di confrontarsi con la rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori. Considerati la strategicità dell’ex Ilva e gli accordi in essere, i presupposti sono la presenza in equity dello Stato, la garanzia del mantenimento dell’occupazione, gli investimenti necessari all’utilizzo degli impianti e alla transizione ecologica per la tutela della sicurezza e della salute ambientale”.
"Sulla chiusura dei termini delle offerte per l’acquisto degli stabilimenti dell’ex Ilva è importante ribadire che questa volta bisogna dare un quadro normativo certo e duraturo" dichiara il segretario nazionale della Fim Cisl, responsabile della siderurgia, Valerio D’Alò.
"Sicuramente si tratta di un primo passo in avanti verso quella che potrà essere l’autonomia dell’impresa – osserva – ma che, rispetto al passato, va governata con regole certe, perché gli investimenti che verranno proposti nel piano industriale di chi arriva, possano vedere una continuità nella loro realizzazione. Ci vorrà una sorveglianza forte da parte dello Stato, perché non sono investimenti che prevedono poche risorse e soprattutto non prevedono pochi anni. E soprattutto – aggiunge - devono rispondere alle necessità ambientali di usare le migliori tecnologie possibili per la produzione d'acciaio, ma anche senza trascurare l'aspetto occupazionale. Sappiamo che cicli produttivi diversi possono prevedere numeri diversi e su questo, ovviamente, il sindacato non sarà d'accordo. Un occhio particolare, inoltre, dovrà essere tenuto alla tenuta di tutto quanto il gruppo e non solo ad alcune sue parti, ma anche ai lavoratori in amministrazione straordinaria a cui bisognerà dare una risposta".
Per D’Alò, infine, nuove tecnologie e nuovi investimenti e nuovi impianti sicuramente potrebbero dare questo sbocco. "L'importante è che il piano abbia delle basi solide e uno Stato - conclude - che controlli la sua realizzazione".
Per Rizzo e Colautti di USB, "ora che sono ormai state presentate le offerte vincolanti per l'acquisizione dello stabilimento siderurgico, è assolutamente indispensabile che le organizzazioni sindacali vengano convocate dal Governo per aprire una serrata fase di confronto. Ribadiamo l'esigenza di prediligere chi mostra interesse per l'intero asset produttivo e che quindi potrebbe dare certezze in più per quel che riguarda la gestione unitaria della forza lavoro, assicurando un trattamento uguale per tutti.
Data la strategicità del comparto della siderurgia nel quadro complessivo dell'economia nazionale, ci aspettiamo che lo Stato mantenga la sua presenza all'interno della compagine societaria, rivestendo un ruolo attivo, che sia sinonimo di garanzia".
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