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L'intervento

«La Cartapesta, il Presepe ed il Natale, l’importanza del messaggio»

Il messaggio a firma di Roberto Giordano Anguilla, vicesindaco di Lecce

Il presepe nell'Anfiteatro romano di piazza Sant'Oronzo a Lecce

Il presepe nell'Anfiteatro romano di piazza Sant'Oronzo a Lecce

LECCE - «Non va dimenticata l’importanza della Natività, della sua suggestiva carica emotiva ed il rimando ai valori tradizionali della famiglia. Già, la famiglia intesa come agente di socializzazione e strumento per la coesione tra esseri che si amano e non si presentano isolati alla complessità della vita».

Così Roberto Giordano Anguilla, Vicesindaco di Lecce.

«Il Natale, fatalmente - scrive -, ci porta a questa speranza, di tenere viva questa istituzione occidentale che è la famiglia. Il multiculturalismo rischia di annebbiare le nostre radici cristiane ed occidentali, altresì vi è il rischio di dimenticare alcune arti che materializzano tali valori.

Roberto Giordano Anguilla, Vicesindaco di Lecce

Roberto Giordano Anguilla, Vicesindaco di Lecce

Veniamo alla cartapesta. Quest’ultima autentico vessillo dell’artigianato leccese che va difeso e rilanciato sempre di più, assieme alla manualità’ degli antichi mestieri. L’operato dell’amministrazione comunale di Lecce restituisce importanza e centralità all’artigianato e all’arte della natività in cartapesta. San Francesco ebbe ad inventare il presepe ed i nostri maestri leccesi, oggi, raccolgono una tradizione unica che dura da centinaia di anni. Non a caso tante statue in cartapesta leccese si trovano in importanti basiliche cristiane in ogni parte del mondo. L’amministrazione comunale di Lecce grazie all’idea del sindaco Adriana Poli Bortone di far esporre in alcune location del centro storico, il presepe ed “i pupi”, vivifica l’origine autentica di un’arte non minore ed il suo messaggio di pace e comunione familiare.

Tutto questo oltre al ricco e significativo calendario proposto per gli eventi natalizi. Quanto vi sia bisogno di questo messaggio, oggi, sono in pochi a rendersene conto: si è troppo inquinati dal consumo e dalla futilità. È giusto che il Natale torni alle origini del suo significato cristiano e che si possa farlo attraverso l’ammirazione di quei manufatti non industriali. Materia povera che crea grandi sculture, occorre soprattutto questo nella rappresentazione del ritorno alla vita».

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