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Il provvedimento

La pista ciclabile intitolata a Rocco Scotellaro

Taranto ricorda così il grande poeta di Tricarico

Rocco Scotellaro

Rocco Scotellaro

La giunta comunale di Taranto (terza città del Sud) ha deliberato l’intitolazione della pista ciclabile di via Dante in memoria di Rocco Scotellaro, poeta, scrittore e politico lucano.

Il 2023 è stato il doppio anniversario di Rocco Scotellaro: cento anni dalla sua nascita a Tricarico (19.04.1923) e settanta anni dalla sua morte (15.12.1953) a Portici. Scotellaro è stato un modello in tempi recenti, con un salto che ci fa riflettere, anche per l’impegno di un concittadino tarantino, Alessandro Leogrande, ultima voce del nostro meridionalismo. 

In tutta Italia c’è stato un fitto calendario di celebrazioni di questo socialista e poeta lucano, simbolo del riscatto del Mezzogiorno, la cui azione, come Leogrande, spezzata da una morte prematura, coniugava la concretezza della politica con l’idea dell’emancipazione culturale. Nel 2023 fu istituito il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della sua nascita per non dimenticarne la lezione, per ricordare chi non c’è e per sottolineare quanto ancora sia lunga la strada per colmare il gap di sviluppo del Sud, di quello che è in parte il mondo di Rocco Scotellaro, rispetto al resto d’Italia.

Dopo i primi studi, all’età di 12 anni, si trasferisce con la famiglia a Sicignano degli Alburni per iscriversi al collegio. In seguito, si sposta a Cava dei Tirreni, Matera, Roma, Potenza, Trento e Tivoli dove porta a compimento il percorso di studi classici. Nel 1942 frequenta la Facoltà di Giurisprudenza a Roma, non riuscendo però a conseguirne la laurea. Ben conoscendo il dramma dei contadini meridionali e avendo fatto sue le indicazioni e i consigli del padre, pur continuando gli studi (prima a Napoli, poi a Bari) inizia un’intensa attività sindacale che sfocia nell’iscrizione al Comitato di Liberazione Nazionale al PSI e nella Fondazione della sezione tricaricese del partito.

Nel 1946, all’età di 23 anni viene eletto sindaco di Tricarico (il più giovane primo cittadino italiano) e, nello stesso anno incontra per la prima volta Manlio Rossi Doria e Carlo Levi, che Rocco indicherà come suo mentore.

Nel 1950 è accusato di concussione, truffa e associazione a delinquere dai suoi avversari politici e per questo costretto al carcere per 45 giorni (nella cella n. 7 del vecchio carcere di Matera, oggi a lui intitolata).

Quando la cospirazione politica che aveva avanzato l’accusa, diventa chiara Scotellaro viene assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. A causa di questa vicenda, unita alla delusione scaturita dalla non elezione a livello provinciale, abbandona l’attività politica per dedicarsi maggiormente a quella letteraria, senza trascurare il suo impegno per i diritti del popolo meridionale.

Nel dopoguerra partecipò attivamente all’occupazione delle terre incolte di proprietà dei latifondisti e si mise alla testa del movimento per l’occupazione delle terre per rivendicare i diritti contro lo sfruttamento dei proprietari terrieri.

Fu tra i maggiori promotori della Riforma Agraria, approvata il 24.03.1950, qualche mese dopo la sua scarcerazione. Sua caratteristica principale in ambito politico è stata la volontà di coinvolgere la popolazione per la soluzione dei problemi, come dimostra la fondazione dell’Ospedale Civile di Tricarico nel 1947, realizzato con il contributo economico e umano dei suoi concittadini tricaricesi e di quelli emigrati negli USA, Venezuela, Brasile e con il sostegno dell’allora vescovo di Tricarico, Mons. Delle Nocche che gli cedette un’ala del palazzo vescovile per sistemare i primi 40 letti dell’Ospedale. Era il terzo ospedale in tutta la Basilicata, oltre a quelli di Potenza e Matera.

L’arresto scatenò in lui una delusione tanto amara da indurlo ad abbandonare gli incarichi istituzionali, senza però farlo mai disamorare della sua gente. Tutte le opere di Scotellaro sono strettamente collegate alla società contadina alla quale orgogliosamente rivendica di appartenere. Inizia a pubblicare sulla rivista “Botteghe Oscure” tra il 1948 e 1953, le sue poesie e racconti. Gran parte degli scritti e delle composizioni di Scotellaro furono pubblicate postume, anche grazie all’impegno e interessamento di Carlo Levi e Manlio Rossi Doria e valsero all’autore lucano diversi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Viareggio e il Premio San Pellegrino, entrambi nel 1954.

L’ambito letterario in cui Scotellaro si dimostrò più prolifico fu la poesia (con oltre un centinaio di composizioni), ma fu autore anche di un romanzo (L’uva puttanella) un’inchiesta (Contadini del sud), un’opera teatrale (Giovani soli) e diversi racconti, raccolti nell’opera “Uno si distrae al bivio”.

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