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Il fatto

Ancora violenza nel carcere di Taranto

La denuncia del Sappe: un detenuto ha tentato di aggredire un poliziotto

Carcere

La casa circondariale di Largo Magli

Ancora un episodio di violenza nel carcere di Taranto. A denunciarlo è il Sappe, sindacato autonome polizia penitenziaria, all'indomani della visita del sottosegretario Andrea Delmastro.

Secondo quanto riferisce l'organizzazione sindacale, un detenuto avrebbe tenuto di aggredire un poliziottoma sarebbe stato fermato dagli altri agenti «quasi subito». In ogni caso il detenuto sarebbe riuscito a mettere a soqquadro alcuni ambienti. L'episodio si sarebbe verificato il 13 agosto.

«La notizia - afferma l'organizzazione sindacale - è trapelata solo oggi con alcune foto dei danni provocati dal detenuto in questione che ormai come tanti altri nel carcere di Taranto, pensano di fare quello che vogliono grazie ad un impunitàche gli offre lamministrazione penitenziaria che permette loro di farla quasi sempre franca. Infatti questo detenuto di origine barese di circa 30 anni definitivo, si sarebbe sentito oltraggiato poichésottoposto a dei controllida parte del personale di polizia penitenziaria, tesi ad evitare che entri la droga nel penitenziario, così come prevede la legge. Come risposta lo stesso è entrato nellufficio del responsabile dei reparti e si sarebbe scagliato contro tutti gli oggetti presenti danneggiandoli. Fortunatamente il personale presente lo ha bloccato evitando così che scagliasse la sua ira sui poliziotti».


«Ormai - commenta il Sappe - lavorare in un carcere, soprattutto a Taranto, è sempre più complicato e pericoloso ma ultimamente è diventato impossibile a causa della grave carenza di poliziotti penitenziari, del sovraffollamentoche è arrivato a più di 900 ristretti, e degli innumerevoli episodi di violenza e prepotenza da parte dei detenuti nei confronti degli agenti che sanno quando entrano nel penitenziario ma non sanno quando e come ne usciranno al termine del servizio».

Il Sappe spiega di aver proposto al sottosegretario Delmastro una serie di misure, prevista della legge, da adottare per evitare altri episodi di violenza: «In particolare abbiamo chiesto di: applicare l’articolo 336 c.p. e cioè arresto in flagranza di reato che permetterebbe di portare immediatamente in giudizio il detenuto che usa violenza contro gli altri oppure contro beni dello stato; ciò porterebbe ad una condanna immediata che sicuramente farebbe pensare un po' prima di commettere reati; applicazione dell’articolo 14 bis o.p. (carcere più duro) in automatico per tutti quelli che si rendono responsabili delle azioni che violano la legge, mentre ora il DAP rigetta quasi tutte le richieste delle Direzioni ; applicazione dell’articolo32 (o.p.) che prevede il trasferimento immediatodi questi soggetti violenti in apposite sezioni in regioni ove il sovraffollamento quasi non c’è (vedi la Sardegna)».

Se non saranno dotate misure efficaci, questa la minaccia del Sappe, «saremo i primi a fare le barricate(e non solo) nelle carceri».

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