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Il Siderurgico

«Per noi dell'indotto ex Ilva solo parole: pronti ad azioni legali»

La rabbia delle imprese riunite in Aigi

L'assemblea di Aigi

L'assemblea di Aigi

Si sono riunite in assemblea per analizzare la situazione legata alle vicende del colosso siderurgico a distanza di diverse settimane dalla conversione in legge del dell'ultimo (in ordine di tempo) decreto “salva indotto”. E tra le imprese riunite sotto le insegne di Aigi  si respirava aria di rabbia mista a rassegnazione, «a fronte della amara constatazione di essere ripiombate nella identica situazione del 2015 quando fu decretata la prima amministrazione dell’allora Ilva» come spiegano in un documento.

Un momento dell'assemblea

Questo perchè se è vero che proprio il decreto del governo Meloni ha previsto misure finalizzate al recupero dei crediti pregressi vantati dalle imprese dell’appalto, che per le aziende rappresentate da Aigi superano i 120 milioni di euro, ancora oggi «la situazione è di paralisi. Sace ha stanziato 120 milioni di euro per il monte crediti pregressi ma, senza la certificazione dei crediti che avverrà solo dopo l’insinuazione al passivo, la linea factoring della finanziaria controllata dal Ministero delle Imprese non darà attuazione alla misura prevista. Stessa situazione di stand by - sottolineano da Aigi - con Mediocredito Centrale che ha offerto disponibilità a dare applicazione alla linea di prestito agevolato prevista dall’articolo 3 del decreto. Ad oggi, però, nonostante i contatti già avvenuti con alcune aziende, non si registrano ancora atti concreti». Ancora, «situazione di paralisi totale anche sul fronte della interlocuzione  con Banca Ifis cui alcune aziende hanno ceduto in toto o in parte i propri crediti. Le richieste di incontro più volte inviate non hanno sinora  avuto risposta. Un blocco che mette in seria difficoltà tutte le aziende dell’indotto e che non offre speranze per il futuro. Futuro di cui ha parlato a più riprese il Governo per voce del ministro Urso, ma - rimarcano dall'indotto - non può esserci futuro se non saranno prima ristorate le aziende strategiche che mandano avanti da anni il siderurgico 24 ore su 24».

L’indotto di Aigi evidenzia di «avere riposto massima fiducia nel lavoro dei commissari offrendo loro massima disponibilità per la salvaguardia delle aziende e per garantire la continuità produttiva. Una produzione che sta partendo in maniera molto lenta e che dovrebbe essere compensata dalla cassa integrazione che non è ancora partita. L’accordo quadro definito nel decreto legge non è stato tuttora firmato. Per rendersi conto di quanto la situazione sia reale e drammatica allo stesso tempo basta volgere lo sguardo sulla situazione che si registra non solo per quello che attiene lo stabilimento siderurgico, ma anche la navalmeccanica, i trasporti, la logistica, il commercio  e  tutti i comparti vitali della città».

L’assemblea ha inoltre chiesto al presidente di conferire mandato ai legali di Aigi di valutare se esistano i presupposti per un’eventuale azione giudiziaria nei confronti degli amministratori di Adi e Adi holding.

 

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