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Crisi Leonardo
16 Aprile 2024 - 16:41
Raffaele Bagnardi
Lo stabilimento Leonardo di Grottaglie rischia di pagare a caro prezzo la crisi della Boeing. Centinaia di dipendenti rischiano di essere mandati in trasferta ed altri in cassa integrazione. Della preoccupante situazione che si è venuta a creare con la flessione di mercato della committente americana si è discusso nella assemblea dei lavoratori che nella mattina del 16 aprile si è tenuta proprio davanti allo stabilimento grottagliese. Convocata da Fiom, Fim e Uilm, l’assemblea è stata molto partecipata, con grande presenza degli operai diretti e dell’indotto. Atmosfera carica di preoccupazione e si è potuto percepire come tra i lavoratori serpeggi la sensazione di non essere stati sufficientemente tutelati in questi anni a livello istituzionale. Da qui la richiesta di un impegno politico che parta proprio dai territori e in particolari dai Comuni interessati.
«Ho assistito all’Assemblea Sindacale dei Lavoratori nello Stabilimento della “Leonardo” - osserva Raffaele Bagnardi, già sindaco di Grottaglie - e rimango ancora fermamente convinto che imboccare un “percorso istituzionale” di negoziazione strategica sia il modo più giusto per aprire un chiaro e decisivo confronto con la Holding nazionale, circa il futuro del sito industriale di Grottaglie, affermando però il primato del cosiddetto “Tavolo basso”, composto principalmente dai Comuni dell’area interprovinciale».
«Siffatto “percorso istituzionale” - argomenta Bagnardi - dovrebbe essere inteso come la convergenza politica dei Comuni in cui ricade l’opificio (Grottaglie e Monteiasi), di concerto con i contigui Comuni delle aree di Taranto e Brindisi, da cui proviene la maggior parte del personale dipendente e in cui sono allocate molte imprese dell’appalto e dei servizi».
«In passato - ricorda l’ex sindaco - il “percorso istituzionale”, con la formula del “Tavolo basso”, fu decisivo in almeno quattro cronologie significative: prima del 2005, per ottenere l’Accordo di Programma; dopo il 2005, per lo svolgimento delle “conferenze dei servizi”, per gli adempimenti amministrativi e per garantire il dovuto “corrispettivo sociale” al territorio, soprattutto in termini di ritorno occupazionale; fino al 2019, per traguardare il regime operativo aziendale; infine, nel 2021/2022, per gestire la pesante crisi globale dovuta alla pandemia. Sicché, la “convergenza sinergica dei Comuni” e il dialogo immediato con la “Leonardo” rimane, a mio avviso, la migliore soluzione possibile per ricomporre anche l’attuale congiuntura negativa, che però, questa volta, appare essere assai più complicata e, in prospettiva, più perdurante.
In tutto ciò, non dimentichiamo mai i cospicui finanziamenti, a suo tempo, stanziati dalla Regione Puglia e le opere infrastrutturali tempestivamente realizzate dai diversi Enti. E quindi facciamo valere sempre e comunque il conseguente diritto di interlocuzione spettante agli Enti Locali, per loro precipua funzione pubblica e per giurisdizione».
«Credo pure - conclude Bagnardi - che i Comuni interessati debbano mettere subito sul “tavolo del confronto” tre aspetti salienti, già rimarcati e ripetuti:la diversificazione industriale, per liberarsi finalmente dalla prigione della monocommittenza e della monocommessa; le ingegnerizzazioni finali di prodotto, relative ai nuovi progetti, per dare agli impianti concreta ed effettiva operatività; lo sviluppo dei necessari volumi di produzione, per raggiungere e consolidare l’economicità dello Stabilimento e tenere in saturazione quanto più è possibile della forza lavoro storica diretta e indiretta».
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