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Il caso

Mancate dimissioni, polemica infuocata

Il Pd attacca Abbate: «Pagina vergognosa»

Le reazioni a quanto accaduto lunedì sera non si sono fatte attendere. Luigi Abbate, che non firmando le dimissioni ha fatto saltare l’obiettivo di mandare a casa il sindaco Rinaldo Melucci, è stato travolto dalle critiche sui social, tanto da essere costretto a disattivare i commenti sul suo profilo facebook.

Ma contro di lui si scaglia anche la segreteria del Pd.

«La giravolta di Abbate  che, da primo oppositore di Melucci, si è trasformato nel suo salvatore – attacca la segretaria provinciale dle Pd, Anna Filippetti - è la rappresentazione plastica della politica degli accordi sottobanco fatti per confermare la propria posizione. Inconsistente la dichiarazione: “Non sono il pupazzo di Emiliano”, perché utilizza,  impropriamente e senza alcun pudore, il vessillo della libertà per un intento per niente dignitoso».

«Abbate – incalza la segretaria del Pd - ha scritto una pagina vergognosa per la città di Taranto. Nonostante ciò, ancora confido in un sussulto di dignità e rispetto verso i cittadini, e sento intanto di dover ringraziare Massimo Battista che, pur avendo idee e posizioni distanti da quelle del Partito Democratico, ieri ancora una volta, ha dato una lezione di coerenza e coraggio. Approfitto per augurargli una pronta guarigione perché la politica ha bisogno di uomini come lui, qualunque sia lo schieramento».

Intanto, è proseguita la “caccia” alla diciassettesima firma. A quanto pare tra i contattati deve esserci stato Michele De Martino, espulso dal Pd dopo il voto favorevole al bilancio, il quale ha rilasciato una dichiarazione dai toni piuttosto infastiditi: «Stop a telefonate e braccaggi, si rispetti il ruolo e la dignità dei consiglieri comunali tarantini eletti dai cittadini. Si sta dando una immagine indecorosa della politica. Si lascino lavorare in serenità le amministrazioni locali verso gli obiettivi della comunità ionica. La si smetta con le pressioni personali che sono politicamente immorali. La Città in questi comportamenti non vi segue e non vuole un commissariamento per un lungo tempo di un anno e mezzo. Torni la politica, si stemperino le tensioni e si lascino fuori dalla porta dei Palazzi istituzionali gli interessi provenienti da fuori il territorio Ionico».

«A questo punto - conclude De Martino - è svanito il tentativo dello scioglimento per notaio, in quanto sono risultate inutili le lusinghe e i corteggiamenti. Si lascino lavorare in serenità le strutture degli Enti locali ionici, in un momento così delicato tra crisi ex Ilva, cronoprogramma dei Giochi del Mediterraneo, progetti di PNRR e JTF, piani occupazionali, riforma dell'ex Amiu e chi più ne ha più ne metta. Ora è il momento della responsabilità amministrativa per dare le legittime e non differibili risposte concrete alle esigenze della nostra comunità».

Ma i partiti del centrosinistra ora all’opposizione di Melucci sono per la linea dura: le segreterie regionali e provinciali di Pd, Europa Verde, M5S e Con hanno infatti comunicato «che i consiglieri comunali in carica a Taranto, che non hanno firmato dal notaio le dimissioni come da indicazioni condivise, non potranno più essere ricandidati a nessuna delle prossime tornate elettorali. Tale determinazione avrà efficacia sin dalle prime consultazioni utili». Insomma, niente candidature nei partiti del centrosinistra per quei consiglieri che sono rimasti accanto a Melucci.

 

 

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