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La crisi del Siderurgico

L'indotto siderurgico dice basta: «Da domani mattina ci fermiamo»

La dura presa di posizione di Aigi, Casartigiani e Confapi Industria

Indotto ex Ilva

Indotto ex Ilva

La «sospensione ad oltranza di tutte le attività lavorative svolte dalle proprie associate all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto a partire dalle ore 6.00 del 18 gennaio»: è quanto annunciano in una nota congiunta Fabio Greco, presidente di Aigi, Stefano Castronuovo presidente di Casartigiani e Carlo Martino, presidente di Confapi Industria. Una iniziativa forte, che dà il senso del clima che si respira nell'indotto di Acciaierie d'Italia, ora che un nuovo commissariamento appare ad un passo. «Per senso di responsabilità verso i lavoratori, la cittadinanza ed il territorio, saranno garantite esclusivamente le prestazioni attinenti la sicurezza degli impianti» specificano Greco, Castronuovo e Martino. Che annunciano: «La ripresa delle prestazioni potrà essere presa in considerazione esclusivamente a fronte della messa in sicurezza di tutti i crediti maturati al 31 dicembre 2023, e dell’istituzione di un tavolo permanente sul futuro dello stabilimento e sulle sorti dell’economia dell’intera città».

Aigi, Casartigiani e Confapi Industria motivano la loro decisione sottolineando come, in merito al futuro dell'ex Ilva, «la trattativa tra socio pubblico e socio privato si è avviata verso un nulla di fatto» ed «è quasi certo il ricorso all'amministrazione straordinaria come strumento alternativo al mancato accordo tra i soci», in un contesto in cui «ammontano a 120 milioni i crediti che le imprese vantano nei confronti di AdI per fatture emesse e non incassate al 31 dicembre 2023, i quali crediti sarebbero resi carta straccia dalla procedura di amministrazione straordinaria come avvenne nel 2015 quando l’indotto perse 150 milioni a fronte del medesimo provvedimento».

Ancora, le tre associazioni lamentano come «sono risultati vani i tentativi di interlocuzione con il governo e le reiterate richieste di istituire un tavolo permanente su ex Ilva che potesse mettere in sicurezza il credito e la stessa sopravvivenza delle imprese dell’indotto, oltre il futuro in chiave green dello stabilimento e l’economia della intera provincia di Taranto».

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