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Il siderurgico

Niente accordo, c'è l'amministrazione straordinaria

Salta l'intesa tra Stato e Arcelor Mittal

Acciaierie d'Italia

Acciaierie d'Italia

Niente accordo tra Stato e Arcelor Mittal e per l'ex Ilva si apre la prospettiva che in questi giorni sembrava scongiurata.

Lo spettro di una nuova amministrazione straordinaria per il Siderurgico di Taranto si è materializzata alle 19 di questa sera, 16 gennaio. Lo scenario più temuto che prende corpo. Con un decreto legge portato “fuori sacco” rispetto all’ordine del giorno il Governo approva un pacchetto di misure, intervenendo d’urgenza sull’ordinamento già esistente, a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi - fra cui l’ex Ilva - e prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria. Tra le misure approvate anche l’esclusione dalla cassa integrazione dei lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici.

L'epilogo di una giornata convulsa, che rischia di lasciare un segno enorme su un territorio dove l'ipotesi di un nuovo commissariamento suscita più di una paura.

Secondo quanto trapelato, l'accordo sarebbe andato in fumo perché  Invitalia, la società controllata dal Mef che detiene il 38% di Acciaierie d'Italia, non avrebbe accettato di acquisire la quota societaria di Arcelor Mittal. Subito dopo la rottura del tavolo delle trattative, il Consiglio dei Ministri, come detto, ha approvato il decreto per il salvataggio dell'ex Ilva attraverso l'amministrazione straordinaria.

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