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La crisi del Siderurgico
09 Gennaio 2024 - 11:16
L'ex Ilva
Quanto sta accadendo attorno all'ex Ilva non è responsabilità dell' attuale governo, quello guidato da Giorgia Meloni.
Lo scrive l'ex ministro del governo Renzi ed attuale leader di Azione, Carlo Calenda, sui suoi canali social. “La crisi di Ilva nasce quando è stato fatto saltare un accordo blindato, siglato a seguito di una gara europea, prima confermato e poi disfatto da Conte e compagni per compiacere la Lezzi dopo il pessimo risultato delle europee. Come dichiarai allora ‘la storia di Ilva finisce oggi’. Nessun investitore verrà a mettere soldi in un paese che cambia ex post regole e norme”. “La scelta successiva di fare una società con Mittal senza vincoli e paletti blindati è stata una follia, così come la promessa mai mantenuta di fare acciaio green senza spiegare cosa fosse. A questo punto l’unica ‘soluzione’ è retrocedere l’impianto all’amministrazione straordinaria, usando una norma varata dal governo Gentiloni, e ricominciare tutto daccapo”, dice Calenda. "Non sappiamo tuttavia se ciò implichi penalizzazioni perché non conosciamo gli accordi tra Mittal e Invitalia, rimasti segreti. Questa è la situazione. I responsabili sono i partiti che votarono, dopo averlo confermato, per l’abolizione dello scudo penale. La fine era dunque nota da quattro anni. Ora cerchiamo almeno di imparare da quanto accaduto", aggiunge.
"I veri responsabili dell'attuale catastrofe ex Ilva" sono PD e M5S: così il parlamentare di Fratelli d'Italia Dario Iaia.
Per il deputato "il finto ambientalismo piegato agli interessi elettorali e la guerra contro la siderurgia tarantina hanno prodotto il disastro al quale il governo Meloni sta cercando di porre rimedio, con tutte le difficoltà conseguenti alle scelte scellerate assunte in questi anni. Ha perfettamente inquadrato la questione lo stesso Carlo Calenda che, poco fa, ha rimarcato come il Governo Meloni non abbia alcuna responsabilità sulla crisi di ex-Ilva ma la colpa sia tutta dell'abolizione scudo penale, voluta appunto da Conte per sostenere i compagni di partito bocciati alle elezioni europee. Sono stati loro a regalare senza regole e vincoli la nostra acciaieria nazionale al socio indiano e sono stati loro i primi creduloni o peggio ancora, consapevoli e corresponsabili del fatto che mai avrebbe adempiuto alle promesse di acciaio green. Eppure, coloro che quattro anni fa votarono per l'abolizione dello scudo penale hanno ancora il coraggio di parlare e addirittura d'impartire lezioni a chi, oggi, si trova a dover gestire con grandissima difficoltà e prevedibile pressione socio economica questa situazione. Dovrebbero solo chiedere scusa a Taranto e all'Italia".
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