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Il caso
02 Gennaio 2024 - 14:39
L'incendio nella Curva Sud dello stadio Iacovone
Foggia-Taranto si giocherà a porte chiuse. La partita del prossimo 6 gennaio allo stadio Zaccheria sarà disputata senza pubblico per decisione del prefetto di Foggia, a seguito di due note della Digos che ha rappresentato i profili di rischio dell'incontro. Secondo quanto riferiscono i media foggiani, il caso della chiusura dello Zaccheria sarebbe finito anche all'attenzione del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Alla decisione di chiudere lo stadio del Foggia si è arrivati soprattutto alla luce del fattaccio della partita di andata, quando tifosi foggiani provocarono un vasto incendio in curva allo Iacovone. Non a caso nelle motivazioni del provvedimento si fa riferimento alla «atavica accesa rivalità sussistente tra le due tifoserie antagoniste», nonché proprio all'incendio scoppiato allo stadio Iacovone nel settore ospiti al termine della gara di andata del 3 settembre 2023, a seguito del quale nei giorni scorsi sono stati arrestati due tifosi foggiani.
Un episodio, quello dell'incendio, che oltre al danno sportivo per il Taranto, costretto a giocare fuori dalle mura amiche per l'inagibilità dello stadio, diventò anche un caso politico, con roventi polemiche che travolsero l'amministrazione comunale di Taranto non solo per i lunghi lavori di ristrutturazione ma anche per via dei rotoli di erba sintetica destinati al campo scuola ma accatastati proprio sotto la curva e furono proprio quei rotoli a prendere fuoco.
Ora è la politica di parte foggiana ad intervenire sulla decisione di far giocare il derby a porte chiuse.
«Abbiamo letto con attenzione la decisione del Prefetto di disporre la chiusura dello Zaccheria per il derby Foggia-Taranto del prossimo 6 gennaio - dichiarano i consiglieri comunali del centrodestra al Comune di Foggia: Di Mauro, Amorese, Fusco, Nunziante, Accettulli, Soragnese, Rignanese e Pellegrino - e ci ha lasciato quantomeno perplessi. Nel massimo rispetto per il lavoro che la Questura e la Prefettura - di cui siamo al fianco - svolgono, riteniamo però il provvedimento assolutamente eccessivo e punitivo per una intera comunità condannata a pagare per il comportamento che una parte residuale di persone hanno avuto in tempi recenti fuori dal nostro stadio».
«Che colpa ha il padre di famiglia, lavoratore - argomentato i consiglieri comunali foggiani - che ad inizio stagione ha acquistato un abbonamento, facendo magari anche qualche sacrificio economico, e che già per la quinta volta vede chiudersi le porte dello stadio. Ci chiediamo perché privare le tante famiglie foggiane perbene della possibilità di tifare per i propri colori sociali. Possono essere “lo stato di tensione che serpeggia nella tifoseria locale e che risulta acuito a causa della perdurante precaria situazione tecnica della società di calcio del Foggia” o uno striscione, dai toni e contenuti non condivisibili ovviamente, motivazioni valide per negare un momento di festa a tanti foggiani che nulla hanno a che fare con tali contestazioni? Secondo noi no. A nostro avviso – concludono gli esponenti del centrodestra - la Società, anche a tutela degli abbonati, dovrebbe ricorrere al TAR – sede giudiziaria competente - contro questo provvedimento, così come fece la Cavese nel mese di dicembre del 2022 per la partita casalinga contro il Casarano, vedendo accolte le proprie ragioni contro un provvedimento del tutto aderente a quello preso per il Foggia».
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