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19 Dicembre 2023 - 19:58
Rinaldo Melucci
Spaccato il Pd, spaccato Con. Nel Pd, se Lucio Lonoce e Vincenzo Di Gregorio hanno votato contro l'approvazione del bilancio, non hanno rispettato le direttive della segreteria provinciale gli altri tre consiglieri: Bianca Boshnjaku, Michele De Martino, Valerio Papa. Quanto basta per scatenare la reazione del partito, che per voce del segretario Anna Filippetti sconfessa definitivamente Rinaldo Melucci e la sua maggioranza: «Il voto del Bilancio di oggi dimostra che il Sindaco Melucci non ha più la maggioranza per governare la città. Anche se il bilancio è passato, i 17 voti necessari per governare non ci sono. In più appare evidente che i 3 transfughi del centrodestra sono stati fondamentali per l’approvazione. Come è evidente l’aiutino di 5 consiglieri di centrodestra che non hanno votato contro e sono usciti dall’aula. Il ribaltone politico si è compiuto. Il centrosinistra è all’opposizione, da oggi Taranto è un’amministrazione arcobaleno dove destra e “sinistra” si fondono. C’è una questione di etica politica che oramai è evidente, infatti non era complicato accorgersene prima. Anche a livello nazionale Italia Viva vota spesso con il centrodestra, come sul salario minimo. Gli organismi del partito sono già a lavoro per le decisioni dovute dopo che alcuni esponenti non hanno seguito le indicazioni della direzione provinciale».
Analoga situazione nel gruppo Con. Il coordinatore regionale, Michele Boccardi, e il coordinatore provinciale, Francesco Falcone, sconfessano Goffredo Lo Muzio e Giuseppe Fiusco, che hanno votato a favore del bilancio, a differenza di Piero Bitetti e Stefania Fornaro che invece si sono astenuti. «La nostra linea - dichiarano Boccardi e Falcone - era chiara: non votare a favore del bilancio di un’amministrazione che ha esaurito il suo percorso senza possibilità di ripresa. Staccare la spina al sindaco Melucci era un dovere morale: ha tradito la fiducia dei tarantini snaturando l’identità della sua maggioranza più e più volte senza mai addurre spiegazioni convincenti che giustificassero un simile pastrocchio politico. Rimpasti di giunta con pezzi tenuti insieme dal collante della convenienza che nulla hanno a che fare con il centrosinistra che abbiamo alla guida della Regione e che i cittadini avrebbero voluto anche nel capoluogo ionico. Lasciare che la città di Taranto stagni nell’agonia pur di conservare “la poltrona” è un modus operandi che non coincide con quello del nostro movimento. Poiché aderire ad un soggetto politico significa abbracciarne il dna valoriale, ma anche seguirne le indicazioni politiche, non possiamo che definire fuori dal nostro perimetro il comportamento dei consiglieri che oggi hanno votato favorevolmente il bilancio di Melucci. Ergo, i consiglieri comunali Fiusco e Lo Muzio, da oggi, sono formalmente fuori dal nostro movimento».
Reazioni anche dal centrodestra. Massimiliano Di Cuia (Forza Italia) parla di «un pantano in cui annaspa la Giunta Melucci con una maggioranza ormai in mille pezzi». «Spaccato il Pd, spaccato anche Con - continua il consigliere di Forza Italia - e tutto il centrosinistra è diventato un colabrodo. Il risultato è un bilancio approvato per un pelo, ma non solo: provvedimenti al palo che attendono, problemi che si affastellano, assenza di una linea politica, programma di governo della città totalmente inattuato. Sono i tratti distintivi che si potrebbero inserire nella carta di identità dell’amministrazione Melucci».
Francesco Battista (Lega) parla di «maggioranza sia ingessata mentre la città aspetta la risoluzione dei problemi». E aggiunge: «Noi per coerenza politica, avendo constatato la presenza in aula di 23 consiglieri che in fase di discussione avevano comunque gia dichiarato le loro intenzioni di voto (23 in luogo dei 17 previsti per il mantenimento del numero legale) per coerenza politica abbiamo deciso di votare contro il bilancio dell’Amministrazione. Vedremo adesso come il Sindaco e i partiti sbroglieranno la matassa che, nonostante l’approvazione del bilancio, si è ulteriormente ingarbugliata con la spaccatura tra le fila del Pd e della lista Con».
Per il M5S parlano il coordinatore provinciale Francesco Nevoli e il consigliere comunale Mario Odone: «Il MoVimento 5 Stelle ha ufficializzato in consiglio comunale la sua presa di distanza dall’attuale maggioranza “variopinta”, non espressione del voto elettorale, ma frutto di un vero ribaltone politico che tradisce il patto con i cittadini. Un vero inciucio con le forze di centrodestra frutto di accordi costruiti nel palazzo di città, senza che nessuno abbia avuto il coraggio di fornire alcuna spiegazione ai cittadini. Oramai, palazzo di città assume sempre più il ruolo di “montacarichi” dove i consiglieri sono pacchi da trasferire all’occorrenza da un banco all'altro dell'assise comunale solo per convenienza personale, interessi di pochi e non per il bene comune. Il bilancio di previsione approvato dal Consiglio comunale con il nostro voto contrario è stato redatto al buio, senza alcuna condivisione politica e sopratutto non esprime alcuna visione. Per queste ragioni, il MoVimento 5 Stelle esce dall’attuale maggioranza e continuerà a lavorare con le altre forze progressiste sui temi e sui bisogni dei cittadini, nella prospettiva oramai del dopo Melucci, che non tarderà a venire».
Ma come è stato possibile arrivare a tanto? In aula ha provato a dare una risposta Gianni Liviano, ex capogruppo del Pd, da tempo all’opposizione: «Il sindaco ha pensato che il collante della maggioranza potesse essere il suo ruolo e il suo potere. Ma quando la politica viene messa da parte scopri che c’è sempre qualcuno più potente e più intelligente di te. Se metti da parte la politica si apre il mercato, con domanda e offerta e un prezzo da pagare che, a volte, è più alto delle proprie possibilità. Questa pantomima merita la parola fine».
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