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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Mediterraneo" di Gabriele Greco

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di lunedì 13 ottobre 2025, è:

    MEDITERRANEO

    di GABRIELE GRECO da Örnsköldsvik (Svezia)

    Fu sempre
    l’alba
    ovunque
    fummo.

    Sulle rive
    indolenzite
    giacevano
    le ceneri
    delle notti
    asperse
    di spume.

    Uscisti
    nuda nel buio
    a bere un sorso
    esile dell’ultima
    luna d’estate.

    Poi rifulgesti
    come fibra
    primigenia
    di stella.

       

    Recensione

    Uscisti / nuda nel buio / a bere un sorso / esile dell’ultima / luna d’estate è il nucleo luminoso della poesia Mediterraneo di Gabriele Greco, un testo breve ma intenso, dove il mare e la luce si fondono in un’unica immagine di rinascita. La scena evoca il momento in cui la vita si rinnova nel contatto con l’acqua e con la notte, simboli del grembo originario e del mistero.

    Il tono è essenziale, quasi sacrale. Ogni parola sembra posata con cura, come un frammento che contiene il respiro del mare. La forma frammentata, con i versi isolati e verticali, suggerisce il ritmo delle onde, la lentezza e la sospensione del tempo. L’autore restituisce così la percezione di un attimo assoluto, quello in cui l’alba — “Fu sempre / l’alba / ovunque / fummo” — diventa condizione dell’esistenza, memoria e promessa insieme.

    Il Mediterraneo, pur non descritto direttamente, è il cuore pulsante del testo: spazio mitico, origine e destino, ventre che custodisce la storia e la luce primordiale. Nel suo mare interiore, l’io poetico assiste al manifestarsi di una figura che rifulge “come fibra primigenia di stella”, segno di una fusione cosmica tra umano e divino.

    L’intera poesia vibra di una spiritualità laica, dove eros e cosmo si incontrano nella materia viva del linguaggio. In pochi versi, Greco riesce a tradurre l’immensità in gesto, il mito in percezione, la luce in respiro. È un canto che celebra il Mediterraneo non come luogo geografico, ma come condizione dell’anima: la culla eterna di ogni rinascita.

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