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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Errante nell'inconscio" di Andrea Lazzara

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di sabato 11 ottobre 2025, è:

    ERRANTE NELL'INCONSCIO

    di ANDREA LAZZARA da Marsala (TP)

    Sorge pacifica, chiara ogni sera,
    a lumeggiar tenace la tenebra,
    di fida lampa un’armonica sfera.

    Si rinserra cascante ogni palpebra,
    i grilli nel fosco lasciano il canto,
    va volente la mente alla latebra.

    I pensieri s’assiepano accanto,
    ad ammantar di bonaccia il volere,
    e pago nel navigar ti decanto.

    China la cresta ogni fiore all’aere,
    di leni fate m’affolla la notte,
    al vagare solingo nell’etere.

    Ti lodo, o vita maestra di rotte,
    mai m’indicasti strade sì torbe,
    qual chimere d’essenze sedotte.

    Riscopro alla luce la fallace orbe,
    alma di malie a saggiar l’umano,
    sciente ch’ogni baleno il mondo sorbe.

    Eppur bramo scrollare il vuoto arcano,
    con costanza il sogno ecco s’avvera,
    in sacral silenzio orbo di baccano.

       

    Recensione

    Il tema centrale di Errante nell’inconscio è il viaggio interiore, una navigazione silenziosa tra sogno e coscienza. L'autore costruisce una poesia dalla forma classica e dal lessico raffinato, dove l’anima diventa viaggiatrice notturna alla ricerca di un ordine possibile nel caos del pensiero.


    Fin dai primi versi, “Sorge pacifica, chiara ogni sera, / a lumeggiar tenace la tenebra”, emerge la tensione fra luce e oscurità, motivo dominante di tutto il componimento. L’autore fa del linguaggio una materia musicale, cesellata da rime e assonanze che danno ritmo e solennità al dettato poetico. La notte diventa scenario e simbolo dell’inconscio: luogo in cui i sensi si attenuano e la mente “va volente alla latebra”, cioè al proprio nascondiglio più profondo.


    La poesia è scandita da immagini delicate e visionarie – i grilli che tacciono, le fate che popolano il buio, i fiori che chinano la cresta – che trasformano il sonno in un viaggio dello spirito. Il ritmo regolare delle terzine rafforza la sensazione di equilibrio e di armonia, quasi a suggerire che l’ordine metrico possa dare forma al mistero interiore.


    Andrea Lazzara alterna contemplazione e consapevolezza, come nel verso “Ti lodo, o vita maestra di rotte”, dove l’esperienza umana è vista come un apprendistato continuo. Nella parte finale, il tono si fa più mistico: il sogno diventa rivelazione, il silenzio si trasforma in soglia di conoscenza.


    Il componimento lascia un’impressione di serenità vigile, di quiete conquistata dopo il turbamento. Con una lingua limpida e antica, il poeta restituisce la dimensione più intima del pensare: quella in cui, errando nell’inconscio, si scopre che il viaggio verso la luce è lo stesso che attraversa l’ombra.

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