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Giochi del Mediterraneo 2026
10 Ottobre 2025 - 20:12
Nave da crociera
TARANTO - A meno di un anno dall’accensione della fiaccola dei Giochi del Mediterraneo 2026, Taranto si ritrova al centro di un nuovo terremoto organizzativo. La gara pubblica per il noleggio delle due navi da crociera destinate a ospitare atleti e delegazioni è andata deserta, lasciando in sospeso una delle questioni più delicate dell’intera macchina logistica dell’evento.
La procedura, bandita lo scorso 9 settembre dalla società pubblica Sport e Salute, individuata come centrale di committenza per questa specifica operazione, prevedeva una base d’asta di 26 milioni di euro, cifra coincidente con l’unica offerta pervenuta in fase di manifestazione d’interesse nei mesi scorsi, secondo indiscrezioni da Costa Crociere. Eppure, alla scadenza fissata per oggi, nessuna compagnia di navigazione ha presentato un’offerta.
Un colpo pesante per gli organizzatori, che avevano individuato nella soluzione delle navi ormeggiate nel porto di Taranto l’unica via praticabile per garantire ospitalità adeguata alle delegazioni straniere, senza dover ricorrere alla costruzione ex novo di un villaggio olimpico. Realizzare una struttura simile in città avrebbe richiesto oltre 200 milioni di euro aggiuntivi, una spesa giudicata insostenibile per le casse pubbliche.
A ribadire la centralità del “villaggio galleggiante” era stato anche il Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo (Icmg), che in una comunicazione ufficiale indirizzata al commissario Massimo Ferrarese risalente allo scorso 2 ottobre aveva ricordato: “Il Comitato internazionale riafferma fermamente la sua decisione e ricorda l’impegno del Comitato organizzatore per accogliere tutti i delegati e partecipanti nel villaggio (navi) nel porto di Taranto, alle stesse condizioni e servizi. Qualsiasi altro approccio a questa soluzione è contrario allo spirito dei Giochi ed è di fatto respinto dal Comitato dell’Icmg. Qualsiasi proposta o piano per dividere gli atleti in diverse località o in hotel e strutture regionali costituisce una violazione della carta Icmg”.
Parole che chiudevano ogni ipotesi di alternativa, compresa quella – più volte ventilata da più parti – di dividere gli atleti tra hotel e strutture ricettive della regione. Ora, con la gara andata deserta, l’unica possibilità resta l’avvio di trattative dirette con gli armatori delle principali compagnie crocieristiche. Ma i tempi sono stretti e la posizione contrattuale dello Stato rischia di essere debole.
Il rischio concreto è che le società di navigazione, consapevoli dell’urgenza e della mancanza di alternative, possano alzare ulteriormente i costi, approfittando della situazione. Una prospettiva che agita il fronte organizzativo.
Giulio Andreotti amava ripetere che “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina”. È allora legittimo chiedersi se l’aver costretto il Commissario Ferrarese ad indicare esplicitamente e a più riprese che le navi fossero l’unica opzione possibile, non abbia finito per rafforzare la posizione delle compagnie e condizionare l’esito della gara. Quelle polemiche, cioè, senza dubbio hanno spinto le compagnie di navigazione a ritenere la propria indispensabilità e di qui l’inevitabile innalzamento dei costi.
Adesso, con il conto alla rovescia verso agosto 2026 già iniziato, Taranto e lo Stato si trovano di fronte a un bivio: o concludere rapidamente un accordo diretto, accettando costi più elevati, oppure rimettere in discussione l’intero piano di accoglienza. La risposta arriverà presto, quando “Sport e Salute” darà avvio alle trattative riservate.
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