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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Nostalgiche malinconie" di Andrea Rambaldi

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di mercoledì 12 marzo 2025, è:

    NOSTALGICHE MALINCONIE

    di ANDREA RAMBALDI di Taranto

    Vuoti riempiti da pianti,
    ricordi sbiaditi nel tempo,
    matrimoni contrapposti
    tra cuore e cervello.
    Tra la languida sera di maggio
    e le fredde sere di dicembre,
    lì sorge l’irrequietezza,
    lì avviene il cambiamento.
    Vuoti dell’anima
    che spingono in alto,
    luci fioche dalle finestre
    che scaldano l’anima
    che puntano a sud.
    Solitudine di agosto
    tra poche macchine
    nelle grandi città
    E il minuscolo corpo
    nel torpore di casa mia.
    La lettura di un libro,
    la danza della pioggia
    fra i pensieri militanti
    e la via Emilia,
    adesso ci sono io
    son passato di qua,
    fa freddo ma si vive
    e una donna di Bellaria
    che ha gli occhi grandi
    e la s al posto della c
    e poi la guerra fredda
    freddissima.
    Lacrime disegnano solchi,
    mentre immagini lontane
    descrivono l’orrore;
    precario da sempre,
    precario nell’anima
    senza capi né padroni
    passerà la vita
    e le domande,
    le chiese e i campi da calcio,
    passerò anche da lì
    non preoccuparti.

       

    Recensione

    I versi si configurano come un viaggio poetico in cui i sentimenti, le immagini e i ricordi si fondono in un flusso unico e ininterrotto. Il poema non si scompone in sezioni tematiche distinte, ma si sviluppa come un'unica corrente emotiva, in cui ogni verso si intreccia con il successivo per dipingere il paesaggio interiore del poeta.


    La poesia si apre con immagini forti e suggestive, come "vuoti riempiti da pianti" e "ricordi sbiaditi nel tempo", che instaurano immediatamente un clima di malinconia e riflessione. Questi spazi emotivi vengono popolati da contrasti inaspettati: l'intimità di ricordi e lacrime si mescola alla durezza del passare del tempo, mentre elementi quotidiani si fondono con momenti di intensa introspezione. Rambaldi utilizza un linguaggio diretto, privo di artifici, che consente al lettore di percepire con immediatezza la complessità delle emozioni descritte.


    Il poeta si muove liberamente attraverso il tempo e lo spazio, passando da immagini di calde sere di maggio a fredde notti di dicembre, creando una sorta di continuum in cui il passato e il presente si confondono. In questo fluire di immagini, non emerge una netta separazione tra ricordo, dolore e speranza: ogni elemento si integra armoniosamente nell'insieme, arricchendo il testo con sfumature che invitano a una riflessione profonda sulla condizione umana. La presenza di dettagli come la lettura di un libro, la danza della pioggia, o il riferimento a luoghi noti, serve a radicare la poetica di Rambaldi in una realtà tangibile, pur mantenendo aperta la porta all'intimità e alla riflessione interiore.


    L'assenza di una struttura segmentata evidenzia l'intento dell'autore di superare le convenzioni, offrendo un'opera che rispecchia la natura fluida dei sentimenti. Non c'è una chiara divisione tra il dolore dei ricordi e l'impulso verso il cambiamento: al contrario, questi elementi coesistono e si alimentano a vicenda, dando vita a un testo in cui l'esperienza personale diventa specchio dell'universale. Il continuo alternarsi di immagini contrastanti – dalla solitudine di agosto nelle grandi città al minuscolo corpo che si riflette nel torpore di una casa – conferisce al poema una dimensione quasi cinematografica, in cui ogni scena si dispiega con naturalezza e intensità.


    La forza della poesia risiede proprio nella sua capacità di raccontare un percorso interiore senza barriere tematiche, permettendo al lettore di abbandonarsi a un flusso di emozioni e riflessioni che sfuggono a qualsiasi classificazione rigida. Andrea Rambaldi riesce, attraverso una scrittura essenziale e diretta, a esprimere la fragilità e la bellezza dell'animo umano, evidenziando come il dolore, la solitudine e la speranza possano convivere in un perfetto equilibrio, senza che uno domini sull'altro.

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