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rubrica poetica
07 Dicembre 2024 - 06:00
La rubrica settimanale "controVerso" è dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è deciso di raccogliere in questa pagina le più belle poesie che di volta in volta vorrete inviare.
Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato sul quotidiano Buonasera in edizione cartacea, digitale e online nella apposita sezione, dovrà:
Ogni settimana tre poesie, tra quelle più significative, saranno scelte, recensite e pubblicate nella rubrica "controVerso" sull'edizione cartacea e digitale del sabato e visibili online la domenica mattina dalle ore 9:00.
Altre, invece, verranno selezionate e pubblicate esclusivamente online come "Poesia del Giorno" sul sito web di Buonasera24.it e sui canali social.
Le tre poesie pubblicate sabato 7 dicembre sono:
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Mi piacerebbe essere tuo complice,
la stanza buia dove entri bendata,
il segreto indecente,
l'altra faccia della vita,
che quando chiede di vivere,
dimentica ogni parentesi noiosa.
Mi piacerebbe essere il tuo destriero,
il tuo fantino,
il lupo che veglia sulle tue poche ombre,
l'uomo del quale sai la verità mentre godi,
il primo soccorso... e la cura,
che non ti aspetti quando piangi.
Ecco, vorrei essere tutto questo,
anche se nel delirio...
potrei essere molto altro.
di Marco Ambrosi di Perugia
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Recensione
Esplora il desiderio profondo di un legame intimo e totalizzante, in cui il poeta si offre come complice, figura che accompagna, protegge e condivide il lato più nascosto dell'esistenza. Il linguaggio è avvolgente e il poeta utilizza immagini evocative che costruiscono una connessione tanto fisica quanto emotiva. La relazione che descrive va oltre il semplice legame, sfida le convenzioni sociali e le limitazioni imposte dalla realtà, diventando un atto di profonda interconnessione e comprensione. Il poeta si propone come una presenza che completa l’altro, pronto a essere il sostegno e la protezione in ogni momento, come un "destriero" o un "fantino". Ogni immagine, ogni parola, suggerisce una promessa di accoglienza totale, un rifugio in cui l’altro può trovare non solo compagnia, ma anche una cura inaspettata. Ma c'è anche una consapevolezza sottile dell’ambiguità di tale legame. La poesia non è priva di tensione: il poeta riconosce che, nel delirio della passione e del desiderio, potrebbe essere "molto altro" da ciò che si attende. Il contrasto tra la sicurezza della promessa e l'incertezza del "molto altro" invita a riflettere sul confine tra il desiderio di controllo e la necessità di accettare l'imprevedibile. La poesia di Marco Ambrosi, quindi, si muove tra la complicità e il rischio, tra la protezione e l’abbandono, rivelando una delicatezza emotiva che sfiora il tragico e il sublime.
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Lupi mannari ululano,
le streuse li accarezzano e li baciano.
Cercano la muta seduzione
come un'oscura stella.
Cielo colore inferno di infinita bellezza
scalda la loro vista
e la loro danza.
Ed è magia nella sacra orma della luna
scrutando l'arpeggiare degli astri.
di Angela Caputo di Sacile (PN)
Recensione
I versi sono un incantesimo che unisce l'immaginario oscuro delle leggende popolari con una dimensione mistica e affascinante, intrisa di simbolismo. L’autrice gioca con la figura delle “streuse”, streghe che non solo incutono paura, ma si intrecciano con forze primordiali, come quelle dei lupi mannari, in un gioco di seduzione e potere. Il verso "lupi mannari ululano, / le streuse li accarezzano e li baciano" suggerisce un incontro tra l’istinto animale e la femminilità magica, una fusione di forze apparentemente opposte che si attraggono in una danza primordiale, un movimento di seduzione che trascende la razionalità. La "muta seduzione" è il filo rosso che lega tutti gli elementi della poesia, indicando una tensione tra il visibile e l'invisibile, tra l’oscurità e la luce, che si fa "oscura stella" nell’immensità del cielo. Il "cielo colore inferno" diventa uno spazio dove il bello e il terribile si sovrappongono, creando un paesaggio visivo che è insieme minaccioso e sublime, un luogo dove l’infinito è visibile e palpabile. La magia che permea ogni verso si realizza nella "sacra orma della luna", che funge da elemento di connessione tra la terra e il cosmo, e il suo sguardo riflesso sugli "astri" agisce da guida per la danza delle streuse, un rito che celebra l’energia del mistero. La poesia di Angela Caputo si fa così una riflessione sulla potenza della natura e delle forze primigenie che non sono mai completamente sotto controllo, ma si manifestano in una danza di energia vitale, ambigua e irresistibile.
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Esili e rapide mani di ragno
flebili e labili colpi di voce
in equilibrio tra un tasto e l’altro
volo pindarico e senza tempo
mentre un’onda fa la barba agli scogli
vedo svanire la tua depressione
sembra quasi si sciolgano insieme
dando vita a nuova emozione
e ti tuffi dalle altezze di un tasto nero
per perderti nel mare dei tasti bianchi
esili e rapide mani di ragno
flebili e rapidi lampi di luce
in equilibrio tra un testo e l’altro
riesci a planare e senz’affanno
e ti tuffi dalle altezze di un tasto nero
nel mare infinito di quei tasti bianchi
dove sorriderai per sempre
dove sorriderai per sempre.
di Franco Pantalena di Vietri di Potenza (PZ)
Recensione
La poesia si muove tra la delicatezza e la forza della musica, esplorando l'intima connessione tra l'uomo e l'arte musicale. Le immagini iniziali, con "esili e rapide mani di ragno", evocano la leggerezza e la precisione dei movimenti di chi suona il pianoforte, ma anche una certa fragilità, come se ogni gesto fosse una danza. I "colpi di voce" tra i tasti bianchi e neri dipingono un'armonia sospesa, una ricerca di equilibrio tra le difficoltà della vita e il potere redentore della musica. Il passaggio tra "un tasto nero" e "un mare di tasti bianchi" suggerisce un viaggio in cui la musica diventa mezzo per superare la sofferenza e la "depressione". L’immagine di un volo pindarico che "svanisce" tra le note sottolinea la liberazione emotiva che il pianoforte riesce a suscitare, come se ogni accordo e ogni nota fossero in grado di sciogliere la pesantezza del cuore. Le mani del pianista si trasformano in strumenti che non solo compongono la musica, ma anche la propria salvezza. I versi di Franco Pantalena esplorano la potenza catartica della musica. La ripetizione finale di "dove sorriderai per sempre" suggerisce che la musica offre una pace eterna, un sorriso che resiste al tempo.
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
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