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Taranto

"Sul futuro dell’ex Ilva servono responsabilità, non parole. No al piano sociale, rilanciare la produzione”

Il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò replica alle dichiarazioni del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, e invita a un confronto serio tra governo, industria e sindacati

Valerio D'Alò

Valerio D'Alò

L'intervento di Valerio D'Alò, segretario nazionale Fim Cisl

TARANTO – Dopo le dure parole pronunciate dal presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, durante l’assemblea nazionale dell’associazione a Bergamo, la Fim Cisl interviene con una nota del segretario nazionale Valerio D’Alò, chiedendo un confronto vero e costruttivo tra il governo e chi conosce il mestiere dell’acciaio in Italia.

D’Alò riconosce che le critiche di Gozzi, pur legittime in parte, non trovano fondamento in un momento in cui gli investitori italiani non hanno presentato proposte concrete per rilanciare i due principali poli siderurgici del Paese, Piombino e Taranto.

“Sul fronte toscano – spiega il segretario della Fim Cisl – abbiamo sostenuto con convinzione l’unico progetto credibile per dare respiro all’area industriale e ai lavoratori. Ora raccogliamo la sfida di Federacciai, perché resta ancora da risolvere la partita aperta del polo siderurgico legato alle promesse disattese di JSW. Se Gozzi intende aprire un confronto, noi siamo pronti”.

Sul versante tarantino, la posizione del sindacato è netta. D’Alò respinge con forza l’idea espressa da Gozzi secondo cui “oggi non esistono più le condizioni per fare industria dell’acciaio e serve preparare un piano sociale”. “Non accetteremo mai questa impostazione – ribadisce – e lo diremo anche oggi al vertice di Palazzo Chigi. Non lasceremo indietro nessun lavoratore: gli ammortizzatori sociali non sono una soluzione, ma solo un palliativo. Bisogna invece puntare su investimenti, produzione e occupazione, restituendo dignità e futuro alle famiglie e alla comunità locale”.

Il segretario nazionale della Fim Cisl riconosce però un punto di convergenza con il presidente di Federacciai: “Ha ragione quando chiede che la politica locale si assuma le proprie responsabilità. A Taranto, in particolare, è tempo di abbandonare alibi e doppi giochi, perché il rilancio dell’acciaio passa anche dalle istituzioni territoriali”.

D’Alò conclude con un appello all’intero comparto industriale: “Diciamo con forza agli acciaieri italiani e al presidente Gozzi che, se davvero vogliono rilanciare la siderurgia nazionale, il sindacato è pronto e i lavoratori ci sono. Ma servono fatti concreti, non solo dichiarazioni”.

La Fim Cisl rilancia così il proprio impegno a fianco dei lavoratori di Taranto e Piombino, ribadendo che il futuro dell’acciaio in Italia non può passare per la rassegnazione, ma per la responsabilità condivisa di governo, imprese e sindacati.

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