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Elezioni regionali

Meloni a Bari: “Solo gli italiani possono mandarmi a casa”. E rilancia su giustizia, sanità e sicurezza. Le foto

Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani serrano le fila a sostegno di Luigi Lobuono, candidato alla presidenza della Regione Puglia. La premier attacca la sinistra e difende il referendum sulla giustizia. Salvini insiste su sicurezza e migranti, Tajani contro Decaro ed Emiliano

BARI - “Solo gli italiani possono mandarmi a casa, non certo la sinistra o un referendum”. Giorgia Meloni torna a parlare davanti a una platea da tutto esaurito al Teatro Team di Bari, dove il centrodestra si è riunito per sostenere la candidatura di Luigi Lobuono alla guida della Regione Puglia. L’atmosfera è quella di una grande mobilitazione politica a due settimane dal voto del 23 e 24 novembre, con oltre 2.000 posti esauriti e due maxischermi allestiti all’esterno per chi non è riuscito a entrare.

La premier ha scelto Bari per rilanciare il messaggio del governo e ribadire la sua fiducia nella legislatura: “Arriveremo a fine mandato. Solo gli elettori, e non altri, hanno il potere di mandarci a casa. Questa è la democrazia, anche se la sinistra non ci è abituata”.

Meloni ha dedicato ampio spazio al referendum sulla giustizia, al centro del dibattito politico: “Non vogliamo una magistratura controllata da noi, ma una magistratura libera. Stiamo togliendo ai partiti il potere di nominare parte del Csm. Chi parla di controllo mente sapendo di mentire”. Secondo la premier, “anche molti magistrati e persino esponenti di sinistra voteranno sì nel segreto dell’urna”.

Dal palco Meloni ha difeso la manovra economica dalle accuse di favoritismo verso i ricchi. “Ci vuole coraggio per definirla così – ha affermato –. Abbiamo chiesto un contributo alle banche e aiutato i lavoratori. Proprio chi ci accusa, un tempo prendeva soldi dai lavoratori per darli agli istituti di credito. Lezioni da loro, anche no”.

La premier ha poi colpito duro contro la sinistra, definendola “supponente e chiusa in sé stessa”. E, riferendosi a un commento televisivo del filosofo Umberto Galimberti, ha ironizzato: “Ha detto che vinco perché mi trucco bene. Al netto del fatto che mi trucco da sola e nemmeno troppo bene, vi rendete conto di quanto siano superficiali questi intellettuali da salotto? È questa la supponenza che li ha portati ai margini della vita politica”.

Sul piano regionale, Meloni ha indicato in Lobuonoun uomo di competenza e concretezza” per cambiare la Puglia. “Ha rilanciato la Fiera del Levante, una delle realtà economiche più importanti del Sud. Ora vuole mettere la sua esperienza al servizio della regione”. Poi l’affondo contro il centrosinistra: “La Puglia è meravigliosa non grazie alla sinistra, ma nonostante la sinistra. Dopo vent’anni di potere chiuso e autoreferenziale, serve una stagione nuova di libertà e buongoverno”.

Matteo Salvini ha scelto invece il registro della sicurezza, annunciando che il governo lavora a un nuovo decreto per rafforzare i controlli e la presenza delle forze dell’ordine. “Fuori dalle palle chi non rispetta la nostra cultura, i nostri simboli, la nostra religione e la nostra Costituzione”, ha tuonato il leader della Lega, che ha invitato gli elettori ad abbandonare l’astensionismo: “In Puglia chi resta a casa è il vero terzo polo, quasi il 40%. Ma chi non vota poi non si lamenti per cinque anni”. Salvini ha poi garantito che la Lega punta a ottenere “il miglior risultato della sua storia in questa regione”, forte anche dell’alleanza con Udc e Nuovo Partito Socialista.

Nel suo intervento, Salvini ha sostenuto che la priorità del governo resta la sicurezza e la tutela dei cittadini, ma ha anche commentato i recenti casi di tensione politica, dal tema del Ventennio alle parole del generale Vannacci: “Il fascismo è stato sconfitto dalla storia, guardiamo avanti”.

Antonio Tajani, dal canto suo, ha diretto gli attacchi verso gli avversari pugliesi, identificando Antonio Decaro come la continuità di Michele Emiliano: “Decaro vuol dire Emiliano ed Emiliano vuol dire Decaro. Non cambierebbe nulla, e la Puglia resterebbe ferma come oggi”. Tajani ha annunciato un progetto innovativo per affrontare la crisi della xylella e ha ricordato l’impegno del governo con i 300 milioni del piano Coltiva Italia destinati al rilancio agricolo.

Ad aprire la serata è stato Luigi Lobuono, emozionato ma deciso, che ha esordito rivendicando la sua vicinanza simbolica alla premier: “Sono nato il 15 gennaio come Meloni”. Ha poi rilanciato le sue promesse programmatiche: “Creeremo 200 mila posti di lavoro in 24 mesi, risolleveremo una sanità smantellata e faremo correre la Puglia come una McLaren”.

Solo un accenno, ma significativo, è arrivato da Lobuono sulla crisi dell’ex Ilva, tema che sarà al centro del tavolo con i sindacati a Palazzo Chigi. La premier, invece, ha promesso “1,3 milioni di prestazioni sanitarie in più” entro l’anno e l’obiettivo di superare i “2 milioni” nel 2025 per smaltire le liste d’attesa.

Nel finale, Meloni ha richiamato il pubblico all’impegno elettorale: “Sappiamo dove vogliamo andare, ma il resto del lavoro dovete farlo voi. Solo così potremo inaugurare una nuova stagione per questa regione e per l’Italia intera”.

A Bari, il centrodestra ha mostrato compattezza e ambizione, mentre la campagna pugliese entra nel vivo. I leader si preparano al rush finale, convinti che il cambiamento passi anche da qui, dal cuore del Mezzogiorno.

Oggi, martedì 11 novembre, intanto Luigi Lobuono ha fissato questi incontri:

BARI

10.30 incontro Copagri Incontro all'hotel Majestic
12.00 incontro all'Ordine dei Consulenti del Lavoro (via De Bellis n. 37)
16.00 Incontro con CNA (via Tridente n. 2B)
17.30 incontro Confagricoltura (via Amendola n.166/5)

MANDURIA
20.00 Incontro con Maurizio Lupi e Luigi Morgante (Noi Moderati) al Ristorante "Li Surii"

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