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Taranto

Nuove critiche al progetto del Bus Rapid Transit: “Così danneggia le attività commerciali”. Le foto

Il segretario cittadino di Noi Moderati, Mario Dinoi, chiede di rivedere il percorso per evitare ripercussioni sul traffico e sul tessuto economico locale: “Ci sono strade alternative più adatte e meno penalizzanti per i commercianti”

TARANTO - Il progetto del Bus Rapid Transit (BRT) a Taranto continua a far discutere. A sollevare dubbi e perplessità è Mario Dinoi, segretario cittadino di Noi Moderati, che invita l’amministrazione comunale a ripensare la pianificazione del tracciato per evitare conseguenze negative sulle attività commerciali e sulla viabilità.

Secondo Dinoi, il piano così come previsto rischia di aggravare il caos del traffico cittadino, riducendo i parcheggi e contribuendo allo spopolamento delle strade dove il commercio è ancora vitale. In particolare, il rappresentante del partito di Maurizio Lupi cita via Lago d’Arvo, arteria che collega via Ancona a viale Magna Grecia, come esempio di un’area a rischio.

«Se l’amministrazione comunale era convinta che questo progetto avrebbe rivoluzionato la mobilità – ha dichiarato Dinoi – non ha fatto i conti con uno scellerato piano del traffico. Con il passaggio del BRT in via Lago d’Arvo si creerebbero disagi di ogni genere, dalla congestione alla mancanza di parcheggi, danneggiando tutte le attività commerciali della zona».

Il segretario di Noi Moderati propone un cambio di rotta, individuando alternative più idonee: «Sarebbe bastato scendere in strada – ha aggiunto – per notare che a pochi metri da via Lago d’Arvo esistono strade come via Dalmazia, molto meno trafficate e quindi più adatte a ospitare questo servizio innovativo. Così il BRT potrebbe riqualificare zone periferiche anziché penalizzare quelle che oggi mantengono vivo il tessuto economico cittadino».

Dinoi ribadisce infine la necessità di una programmazione più attenta e partecipata, capace di coniugare modernizzazione della mobilità e tutela delle attività commerciali che rappresentano, sottolinea, «un presidio economico e sociale essenziale per Taranto».

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