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Il caso

Resort di lusso a Palazzo D'Ayala: Nobilissima Taranto spiega la sua opposizione

In via Paisiello sono partiti stamane i lavori di restauro di palazzo D'Ayala che dureranno fino al 2028, la cui prima fase riguarda la rimozione della consistente quantità di rifiuti depositati sui vari livelli dell'immobile

In via Paisiello sono partiti stamane i lavori di restauro di palazzo D'Ayala che dureranno fino al 2028, la cui prima fase riguarda la rimozione della consistente quantità di rifiuti depositati sui vari livelli dell'immobile (perlopiù masserizie e arredi in avanzato stato di deterioramento) e l'intervento di consolidamento dei solai. Proprio in coincidenza con l'apertura del cantiere, nel vicino palazzo Stola l'associazione "Nobilissima Taranto", attraverso il suo presidente Nello De Gregorio, ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i motivi dell'opposizione alla destinazione d'uso del prestigioso immobile, cioè quella di un resort di lusso.

"Siamo fortemente sfavorevoli alla destinazione indicata dal Comune di Taranto del bene artistico architettonico più bello di tutta la città, quale è palazzo D'Ayala, a finalità ricettive - ha detto De Gregorio - Quell'immobile, ricordiamo, fu  acquisito nel 1982 dall'ente locale per essere adibito a struttura museale e culturale. Sappiamo benissimo che a partire dal 2018 sino ai giorni nostri sono state avviate un serie di procedure amministrative che ne avrebbero consentito il cambiamento dell'utilizzo finale. In ogni caso su queste procedure ci sono una serie di lati oscuri e di ombre su cui sino a oggi non è stata ancora fatta sufficientemente chiarezza".

"È evidente che nel momento in cui sono partiti i lavori – ha continuato -  non abbiamo molte possibilità di ricondurre la progettazione esecutiva al solo restauro dell'immobile così come appare oggi, senza la parte destinata alla struttura ricettiva. Quindi realisticamente chiediamo al sindaco che vengano bloccati i lavori. In alternativa, auspichiamo che venga salvaguardato il piano nobile (il primo), che ne costituisce la parte più bella e che nel progetto esecutivo dovrebbe essere sezionato in sei stanze. La nostra richiesta è quindi che ne sia garantita la fruizione assieme al piano terra riservando al limite la parte ricettiva al piano superiore, di cui è prevista la suddivisione in dieci stanze".

Nello De Gregorio esprime inoltre perplessità sull'intenzione del Comune relativamente all'utilizzo delle pregiata pavimentazione in maiolica, che è una delle componenti più significative del palazzo, le cui mattonelle anni fa furono rubate e poi da lui recuperate insieme alla Polizia di Stato, e che oggi per la maggior parte sono custodite a palazzo D'Aquino.

"Oggi siamo proprio al paradosso – ha continuato il presidente di Nobilissima Taranto -  in quanto abbiamo aspettato tanto che arrivassero quei sette milioni e duecentomila euro dei fondi del Cis (rientranti nel pacchetto dei novanta milioni complessivi stanziati nel 2018 per la città vecchia dal ministero per i beni culturali) perché potessero essere impiegati per recuperare palazzo D'Ayala per poi letteralmente regalarlo all'operatore privato che ne priverà l'intera collettività del suo godimento".

A conclusione della conferenza stampa Nello De Gregorio ha annunciato che inoltrerà una richiesta scritta per sollecitare al sindaco gli opportuni provvedimenti e che probabilmente nei prossimi giorni organizzerà una manifestazione pubblica davanti al cantiere in via Paisiello.

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Commenti all'articolo

  • Luigi

    29 Agosto 2025 - 21:27

    Credo che sia giusta la presa di posizione contro l'istituzione di un albergo nel palazzo più nobile della città. La speranza è che non si perdano i finanziamenti e che il palazzo resti un nobile rudere.

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