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Taranto, il teatro interroga il dolore: in scena il gioco estremo di Jacopo Giacomoni

Al “Taras Teatro Festival” lo spettacolo interattivo “La più grande tragedia dell’umanità” con Davide Angeli e l’attrice Yoko Yamada. Il palco è quello del TaTà

L'attore Massimo Cimaglia, direttore artistico del "Taras Teatro Festival"

L'attore Massimo Cimaglia, direttore artistico del "Taras Teatro Festival"

Dettagli evento

2025-10-10 19:00:00 2025-10-09 22:00:00 UTC Taranto, il teatro interroga il dolore: in scena il gioco estremo di Jacopo Giacomoni Via Grazia Deledda, 74123 Taranto TA, Italia

Il “Taras Teatro Festival / Scena antica e visioni contemporanee”, diretto da Massimo Cimaglia, alza il sipario su una delle proposte più audaci e premiate della nuova drammaturgia italiana.

Venerdì 10 ottobre, alle ore 21, l’auditorium TaTÀ al quartiere Tamburi di Taranto (via Grazia Deledda) ospiterà “La più grande tragedia dell’umanità”, un progetto interattivo e provocatorio della compagnia Malmadur firmato dal pluripremiato autore e regista, Jacopo Giacomoni, figura emergente di spicco che da poco ha ottenuto il prestigioso “Premio Riccione” – due anni dopo la menzione speciale Franco Quadri – e vanta anche la vittoria del bando autori della Biennale Teatro di Venezia dello scorso anno. Tutte conferme, quest’ultime, che attestano la rilevanza del suo lavoro che in questo spettacolo, diretto a quattro mani con Gaia Bautista, sposta il confine tra palcoscenico e platea.

Stand-up comedy e alta drammaturgia

Ad animare il dibattito scenico e ad interagire direttamente con gli spettatori sono due interpreti di rilievo: Davide Angeli e Yoko Yamada. L’attrice italiana di padre giapponese, consacrata dalla tv e da importanti palcoscenici tra le migliori stand-up comedian in circolazione,  utilizza la sua versatilità per navigare tra toni leggeri e temi pesantissimi, creando un contrasto fondamentale all’interno della struttura dello spettacolo. L’opera, inserita nella sezione “Future Stage speciale under 35”, è un dispositivo teatrale che mette in scena e allo stesso tempo critica, la spettacolarizzazione mediatica del dolore.

L'attrice  Yoko Yamada

Il meccanismo del voto: scegliere il dolore più grande

Il pubblico non assiste passivamente, ma è chiamato a diventare protagonista attivo e giudice insindacabile. La pièce si configura come una sorta di referendum del dolore: gli spettatori vengono invitati a eleggere, per votazione diretta, la più grande tragedia dell’umanità.

Il gioco è spietato e stimolante: il confronto inizia da tragedie apparentemente minori, come la perdita di un cellulare o un amore tradito, per poi scalare verso eventi di portata globale e storica: dalla nascita di Facebook (simbolo della frammentazione sociale), all’estinzione degli elefanti, a un’epidemia, a un genocidio.  In ogni round due tragedie vengono messe a confronto e il pubblico deve decidere quale sia “la più grande” in un meccanismo di scarto progressivo, fino a eleggere la tragedia finale.

La regia inserisce delle variabili cruciali che interrogano la percezione: il diritto di voto può essere ristretto solo a chi ha vissuto l’evento, solo a chi non l’ha vissuto o limitato a pochi selezionati spettatori. Al termine, il pubblico scoprirà la tragedia vincitrice di quella specifica replica e confronterà il risultato con le elezioni delle repliche precedenti.

Una domanda scomoda: come si rappresenta la sofferenza?

“La più grande tragedia dell’umanità” è, di fatto, un’interrogazione sul ruolo del teatro nell’era dello spettacolo onnipresente.

Come ricordato da Giacomoni, citando il filologo e sociologo francese Guy Debord, lo spettacolo è il modello dominante della vita sociale contemporanea. Il progetto si chiede: come possiamo, dentro un teatro, osservare i meccanismi che ci spingono quotidianamente a scegliere a quale dolore destinare la nostra attenzione e la nostra indignazione?

Il dispositivo teatrale di Giacomoni, originale e acuto, diventa così un’occasione di riflessione sull’etica della rappresentabilità del tragico e sul modo in cui i mezzi espressivi alterano la percezione della sofferenza.

IL FESTIVAL

Il “Taras Teatro Festival” – realizzato grazie al supporto di Ministero della Cultura, Regione Puglia, Comune di Taranto e numerosi partner tra cui Fondazione Taranto 25 e l’INDA – prosegue dunque la sua missione di unire tradizione e visioni contemporanee.

I biglietti per lo spettacolo al costo di 10 euro e 5,00 euro ridotto per gli studenti, possono essere acquistati online sul circuito vivaticket.com o direttamente al botteghino dell’auditorium TaTÀ.  Per maggiori informazioni è possibile chiamare il seguente numero telefonico: 333:2694897.

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