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Orietta Degiorgi presenta la sua "Scatola di cerini"

All'Acclavio l'incontro con la poetessa prima classificata al premio Letterario nazionale “L’inedito – sulle tracce del De Sanctis”

La poetessa, Orietta Degiorgi

La poetessa, Orietta Degiorgi

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Sarà presentata venerdì, 22 novembre, alle ore 17,30, nell'Agorà della Biblioteca "Acclavio" a Taranto, in zona Bestat, la raccolta "Scatola di cerini" (Delta 3 Edizioni) della poetessa salentina Orietta Degiorgi, naturalizzata tarantina, prima classificata al premio letterario nazionale “L’inedito – sulle tracce del De Sanctis”, sezione racconto, tenutosi presso l’Auditorium comunale di Andretta, nella provincia di Avellino. 

La copertina della raccolta "Scatola di cerini"

Il premio
Questa la motivazione della giuria: "In ogni racconto l’autrice indaga nella nostra umanità, ne coglie le contraddizioni, i conflitti banali, i quotidiani patimenti, rivelandoci la più nuda verità: che siamo in balia del destino, di un evento casuale che può sconvolgere la più regolare delle esistenze: Ma lo fa senza eccessi, con un tono pacato e autentico, a volte non privo di commovente malinconia!
La raccolta: sinossi
“Scatola di cerini” è una raccolta di racconti/fiammelle: alcuni timide scintille, altri deflagrazioni di verità esistenziali. La narrazione è spesso breve, simbolicamente inizia e finisce nel tempo di un fiammifero che si butta via subito o arriva a scaldare le dita del lettore. Flash istantanei o ritratti impressionisti delle anime nelle scene di vita quotidiana, questi punti luce, nella parte finale del libro, diventano flussi di coscienza, lettere allo specchio in una onesta e surreale autobiografia epistolare che molto svela dell’autrice e della genesi narrativa. Come una piccola fiammiferaia di parole l’autrice sfrega il suo sguardo sul mondo contro il cuore, un cerino dopo l’altro, una storia dopo l’altra, al ritmo del battito di un cuore pensante. La piccola “scrivana salentina” (come lei stessa si definisce), racconta storie per emozionare, immaginare, riflettere, sorridere e a volte specchiarsi. Scrive perché vive.
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