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Riformismo oggi
20 Maggio 2024 - 19:38
A margine dell’incontro “L’attualità del pensiero politico di Giacomo Matteotti” ricordato a Taranto dai socialisti di sempre, a 100 anni dalla data del suo assassinio, abbiamo voluto ascoltare due testimonial esclusivi: la senatrice Teresa Bellanova e l’onorevole Claudio Signorile.
Sul significato autentico della democrazia e sul valore del riformismo si è incentrato l’intervento della senatrice Teresa Bellanova, tra gli altri incarichi di Governo, già Vice ministro dello sviluppo economico (Governo Gentiloni Silveri-I) e poi Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (Governo Conte-II) e poi Vice ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Governo Draghi-I).
“Giacomo Matteotti - ha sottolineato la Bellanova - è stato quell’uomo che, nel portare avanti una battaglia importante sulla democrazia, pensava, attraverso questa battaglia, di “dare voce a quelli che voce che voce non avevano”. Dal mio punto di vista questo è proprio il significato autentico della democrazia perché talvolta smarriamo anche il senso del valore delle cose importanti. Il significato autentico della democrazia è proprio questa, non assecondare i potenti di turno ma “dare voce a chi voce non ha”.
Il significato autentico della democrazia è quello di dare gli strumenti e quindi anche una funzione Io su questo, lo dico subito, sono all'antica, io penso che la politica deve avere anche una funzione pedagogica e penso che aver smarrito questa funzione in qualche modo concorre a determinare quell'allontanamento dalla politica cui assistiamo. Oggi parlare di attualità del pensiero riformista di Matteotti secondo me deve significare anche un impegno, un impegno di noi che siamo qui, un impegno di altri che dobbiamo conquistare a questa pratica politica che è quella di recuperare il “valore del riformismo”. Tutti si dicono riformisti e per molti riformismo significa una pratica subalterna, significa una pratica moderata: il riformismo è tutt'altro che moderatismo. Il riformismo è radicalità nei valori e pratica concreta nell’ analizzare, nell'individuare la soluzione e nell'impegnarsi per portare avanti un risultato. Per le persone per le quali pensi di batterti, per i valori per i quali pensi di batterti”.
Ha concluso i lavori Claudio Signorile, oggi presidente nazionale di Mezzogiorno Federato, ma dal lunghissimo curriculum politico: in grande sintesi, parlamentare per sei legislature consecutive, dal 1972 al 1994. Poi dal 1981 al 1983, nei governi Spadolini e Fanfani, è stato ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e dal 1983 al 1987, durante la presidenza del Consiglio Craxi, è stato ministro dei trasporti. Signorile ha militato nel PSI dal 1956 al 1994, poi nel Movimento di Unità Socialista (2004-2005), nello SDI (2005-2007), in Alleanza Riformista (2007), attualmente in Mezzogiorno Federato (dal 2021).
“Matteotti non era un intellettuale o una figura il cui punto di riferimento era un partito elitario - così esordisce Signorile - Matteotti combatteva come rappresentante e portatore degli interessi di un territorio: lui è vivo ed è forte, in quel periodo, non come leader politico minoritario, ma come organizzatore di leghe, vivificatore di sindacati, realtà in grado di dare respiro e forza ai Comuni. Matteotti, da questo punto di vista, se non lo si legge come figura radicata sul territorio e operante politicamente in rappresentanza e in espressione del territorio che lo esprimeva, non lo capiamo. Ed è forte capire questo, per farci carico diciamo a distanza di tanti anni di quello che Gramsci chiamava ingiustamente “La solitudine di Matteotti” ma è importante per noi sapere che Matteotti era effettivamente minoritario perché minoritari erano i riformisti".
"Matteotti, ripeto, era una figura di una grande modernità. Nel periodo politico che stiamo valutando è una figura la cui modernità non è solamente concettuale, è politica. Matteotti è quello che capisce l'importanza dei legami e dei rapporti internazionali, non la terza internazionale rivoluzionaria ma la seconda Internazionale riformista, con la quale egli collega il nuovo partito socialista unitario di cui sarà segretario, con cui mantiene rapporti forti con un suo rapporto con l'austromarxismo che non è teorico e concettuale, è politico. L'austromarxismo nei suoi aspetti pratici era fondato sul sistema di organizzazione del territorio: quello è Matteotti. Ed è per quello che viene ammazzato”.
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