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22 Gennaio 2025 - 15:45
BAT - Un patrimonio da 1,3 milioni di euro, tra ville di lusso e terreni, è stato confiscato a Carmine Fratepietro, di 47 anni, con un lungo curriculum criminale alle spalle.
Il provvedimento è stato eseguito questa mattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, presieduta dalla dottoressa Giulia Romanazzi. La richiesta è arrivata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha documentato il profilo di pericolosità sociale del soggetto e la sproporzione evidente tra il suo tenore di vita e i redditi dichiarati.
Fratepietro è noto alle cronache per aver preso parte a una serie di spettacolari e violenti assalti. Tra questi, spicca quello del 29 febbraio 2016, quando, a capo di un commando paramilitare di dieci uomini, attaccò un furgone portavalori sulla strada statale 16 nei pressi di Trinitapoli. Il colpo, durato appena cinque minuti, avrebbe potuto fruttare tre milioni di euro, ma il congegno di sicurezza del veicolo saturò il vano di carico con una schiuma, riducendo il bottino a 725 mila euro. La fuga del gruppo fu garantita grazie a un piano meticoloso, che prevedeva il blocco delle vie di accesso con mezzi pesanti rubati e incendiati, oltre alla dispersione di chiodi artigianali per ostacolare gli inseguitori.
Tra le altre imprese criminali, Fratepietro è stato condannato per l’assalto al caveau di una società di vigilanza a Caraffa, in provincia di Catanzaro, avvenuto il 4 dicembre 2016. Con il consenso delle ‘ndrine calabresi, il gruppo utilizzò una ruspa dotata di martello pneumatico per sfondare le barriere di sicurezza e sottrarre 8,5 milioni di euro.
Non meno clamoroso è il colpo del 19 ottobre 2015, quando Fratepietro e altri quindici complici, armati di kalashnikov, intercettarono un altro portavalori sulla statale 16 a Bari. Il bottino, destinato alla Banca d’Italia, ammontava a centinaia di migliaia di euro, frutto di prelievi effettuati da vari istituti di credito.
I beni confiscati comprendono due lussuose ville nelle campagne di Andria e tre terreni a Trinitapoli, formalmente intestati alla compagna del pregiudicato, ma ricondotti a Fratepietro grazie a scrupolosi accertamenti patrimoniali condotti dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari.
Gli investigatori hanno ricostruito dettagliatamente le entrate economiche del nucleo familiare, dimostrando la provenienza illecita della ricchezza accumulata, principalmente derivante dalle rapine ai danni di portavalori. L’operazione odierna rappresenta un ulteriore successo nella lotta alla criminalità organizzata, unendo l’efficacia di indagini patrimoniali a quella delle tradizionali attività di prevenzione e repressione.
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