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Il fatto

Primario di Oncologia arrestato a Bari per concussione. L'Istituto Tumori lo sospende. Il video

Le indagini della Polizia di Stato e la reazione del Direttore Generale dell'Istituto

BARI - Al termine di una complessa attività d’indagine articolata anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, gli investigatori hanno documentato quotidiane e sistematiche condotte di peculato e concussione. Per questa ragione gli uomini della Sezione di P.G. della Polizia di Stato della Procura della Repubblica hanno proceduto all’arresto di un primario oncologo, il dottor Vito Lorusso, colto nella flagranza del reato di concussione.

In particolare, il primario, Direttore e Responsabile di una Unità Operativa Oncologica Medica, è stato sorpreso all’interno dello studio medico ubicato al primo piano del presidio ospedaliero, subito dopo aver ricevuto una somma di denaro da parte di un paziente oncologico presente nella struttura per una visita di controllo che il Servizio Sanitario Nazionale garantisce gratuitamente, con le modalità concussive già riscontrate in altri episodi precedentemente accertati.

La condotta illecita rilevata dalle telecamere e osservata dalla Polizia prima dell’arresto era la medesima riscontrata pressoché quotidianamente a partire dall’inizio dell’attività tecnica confermando ampiamente quanto indicato nella querela sporta da un parente di paziente oncologico defunto che ha dato origine alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari.

L'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari

L'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari

Elementi comuni a tutti gli episodi nel corso delle indagini sono da una parte la situazione di sudditanza psicologica in cui versano le parti offese (in considerazione della loro situazione di malati oncologici che ripongono ogni speranza di salvezza per la propria vita nella possibilità di poter essere assistiti) dall’altra il modus operandi del medico che con minacce implicite denigrava costantemente il servizio sanitario nazionale nonché i suoi stessi colleghi con le affermazioni intercettate dagli investigatori.

Prospettando rischi e vantando le proprie competenze, il Direttore nel corso delle visite rassicurava inoltre i malati oncologici, che a lui si affidavano incondizionatamente e ne catturava la benevolenza per incassare denaro, anche prospettando vantaggi sui tempi di attesa “dove si fa la coda…io cerco di evitarti ovviamente tutti quei…quelle rotture di palle”, espressione quest’ultima pronunciata poco prima di essere tratto in arresto.  

E’ stato inoltre accertato che il primario ha percepito indebitamente somme di denaro, sia nell’ambito delle prestazioni rese durante la sua attività di servizio pubblico (vedi percorso follow up) che in quelle di “intramoenia”, al di fuori di ogni contabilizzazione presso il cup.

Il Direttore generale dell'Istituto Tumori Alessandro Delle Donne

Il Direttore generale dell'Istituto Tumori Alessandro Delle Donne

Intanto, il direttore generale Alessandro Delle Donne, in merito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il dr. Vito Lorusso, fa sapere: «A seguito di quanto appreso dal comunicato stampa diramato dalla Procura in data odierna, l’Istituto ha avviato la sospensione cautelare dal servizio del dr. Lorusso, demandando all’ufficio procedimenti disciplinari ulteriori provvedimenti, secondo quanto previsto dalle norme vigenti. Consapevoli che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, peraltro, vige il principio di non colpevolezza fino a sentenza passata in giudicato, è bene ribadire che bisogna essere inflessibili con chi, in cambio di denaro, promette vie preferenziali; pertanto, non faremo sconti a nessuno, nell’interesse di tutelare sia i lavoratori che i pazienti, a cui è dovuta assistenza, ma anche rispetto e attenzione».

Il direttore assicura «massima disponibilità e piena collaborazione alle forze dell’ordine e alla Procura per fare chiara luce sulla vicenda. I fatti contestati, ove confermati, sono però gravi ed impongono nella esclusiva responsabilità personale di chi li ha commessi e, pertanto, non possono gettare discredito sul lavoro di quanti, in questo Istituto, lavorano con coscienza ed empatia nel solo interesse dei pazienti. Non possono e non devono essere tollerate condotte denigratorie nei confronti di un sistema sanitario pubblico che, nonostante le tante criticità, garantisce cure gratuite a tutti e non possono minimamente offuscare o scalfire il processo inarrestabile di crescita che, questo Istituto sta perseguendo e che è certificato dagli organi di controllo della Regione Puglia e del Ministero della Salute. I risultati di questo duro lavoro sono ascrivibili all’onestà intellettuale e allo spirito di abnegazione di dipendenti, medici, infermieri e ricercatori che, ogni giorno, si dedicano alla cura dei pazienti oncologici».

Gero Grassi, presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica dell’Istituto ha dichiarato: «Non è il momento di emettere sentenze sui social o sui giornali. I procedimenti giudiziari e i procedimenti disciplinari faranno il loro corso e faranno chiarezza. Nel frattempo, il mio pensiero va a quanti lavorano per gli altri, esercitando la propria professione nel modo più legalitario possibile. Grazie a tutti loro. E nessuno sconto a chi rovina la bellezza del lavoro altrui».

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