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TRADIZIONI RELIGIOSE

La Settimana Santa di Taranto: giorni di passione, preghiera e silenzio. I video.

Scopri la sacralità delle processioni attraverso il racconto di un confratello.

Settimana Santa a Taranto.Uomini che portano pesi che non si vedono.

«A volte, per portare una statua, ci vuole più cuore che schiena.»

Ci sono momenti dell’anno in cui il tempo sembra rallentare. Taranto, nei giorni della Settimana Santa, non guarda l’orologio: ascolta il battito del cuore. Un battito lento, profondo, che somiglia più a un respiro collettivo. Un sussurro che attraversa le strade e diventa preghiera, passo, silenzio.

In questi giorni, Taranto si fa anima. Non è più solo città: è memoria viva. È il volto velato dell’Addolorata che sembra guardarti dentro. È il passo incrociato dei Perdoni che sembra chiederti di fermarti, di sentire davvero. È la voce di una comunità che ogni anno, senza bisogno di parole, si dice: «Ci siamo ancora. Insieme».

Chi non è mai stato a Taranto durante la Settimana Santa, non sa cosa voglia dire ascoltare una marcia funebre e provare i brividi anche senza essere credente. Chi c’è nato o l’ha vissuta almeno una volta, lo sa: non è solo fede. È identità. È carne e spirito che camminano insieme. È il dolore di una città che si fa bellezza, la stanchezza di chi porta la croce che si fa poesia, l’attesa di un suono che non arriva mai troppo tardi.

In questi riti antichi, Taranto si riconosce. Non per nostalgia, ma per amore. Un amore profondo per le proprie radici, che non è mai scontato né automatico. È un amore che si rinnova, che si conquista ogni volta con le ginocchia, con la schiena, con il cuore. Chi guarda le processioni e si commuove, spesso non sa spiegare perché. Ma le emozioni non sempre hanno bisogno di spiegazioni. A volte basta ascoltare. E lasciarsi portare.

Per questo abbiamo deciso di raccontare la Settimana Santa in un modo nuovo. Non solo attraverso le immagini, ma con le voci. Le voci di chi c’è stato. Di chi ha marciato tutta la notte con le scarpe consumate, tenendo stretta una tradizione che sa di casa. Di chi, pur tremando, ha portato la croce senza mai voltarsi. Di chi, magari, non è mai salito su un palco ma ogni anno mette in scena la più autentica rappresentazione della propria fede. E lo fa per sé, per gli altri, per chi verrà. 

Una narrazione intima, fatta di voci, suoni e pause. Una colonna sonora della memoria, con le musiche struggenti della Grande Orchestra di Fiati "Santa Cecilia" Città di Taranto. Una guida emotiva, con la voce narrante di Francesco Lanucara, che accompagna l’ascoltatore come un amico che ti prende per mano e ti sussurra: «Vieni, voglio raccontarti una storia vera».

Immagini Telerama, musiche Grande Orchestra di Fiati "Santa Cecilia" Città di Taranto, voce narrante Francesco Lanucara

Una storia che non ha protagonisti famosi, ma volti segnati dal tempo. Non ha effetti speciali, ma lacrime vere. È un racconto che appartiene a tutti. A chi vive a Taranto e a chi, per un attimo, vuole sentirsene parte.

E poi ci sono le immagini, quelle che parlano senza bisogno di sottotitoli. Girate con amore da Telerama, fissano l’istante in cui lo sguardo dell’Addolorata si abbassa, o la città si ferma per far passare due confratelli che sembrano camminare nel tempo.

Questo progetto è il nostro modo per dire grazie. A chi custodisce ogni anno questo patrimonio immateriale con rispetto e devozione. A chi non smette di emozionarsi. A chi ha bisogno di ritrovarsi.

Perché la Settimana Santa a Taranto non è un evento. È un richiamo. Un ritorno a casa. Un abbraccio lungo sette giorni. Un viaggio che inizia fuori, nelle strade, e finisce dentro, dove ognuno tiene nascosto il proprio altare personale.

Taranto, in quei giorni, si fa madre, sorella, compagna. Ti chiama per nome anche se non ti conosce. Ti accoglie anche se non sei del posto. Ti emoziona anche se non sai pregare. E quando tutto finisce, non puoi fare a meno di pensare: «Mi manca già».

Per questo non basta raccontarla. La Settimana Santa va vissuta, va respirata, va ascoltata. Per questo abbiamo messo insieme suoni, immagini, parole e silenzi. Per farvi sentire lì. Accanto ai confratelli. Dietro l’Addolorata. Nel cuore di una città che, proprio in quei giorni, si mostra nella sua forma più vera.

Sarà la nostra dedica a una Taranto che, forse, in quei giorni, ricorda a tutti noi chi siamo davvero.

Le splendide immagini fotografiche in bianco e nero sono di Carmine La Fratta

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