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Tradizione marinara
01 Ottobre 2025 - 10:12
Un patrimonio storico che diventa risorsa economica per lo sviluppo del territorio
Il mare non è soltanto lo sfondo che incornicia Brindisi. È la sostanza stessa della sua storia, il filo rosso che lega l’antichità al presente, l’elemento che continua a dare forma all’identità della città e della Puglia intera. Dalle rotte romane che facevano del porto brindisino la porta d’Oriente, alle moderne banchine che accolgono yacht e imbarcazioni da diporto, Brindisi vive da sempre in simbiosi con il Mediterraneo, con cui intrattiene un rapporto di scambio, di ricchezza e di prospettiva.
Non è un caso che proprio qui abbia trovato casa lo SNIM - Salone Nautico di Puglia, appuntamento che ogni anno richiama operatori, cantieri e appassionati. La scelta di Brindisi come sede non è soltanto logistica: è una dichiarazione di appartenenza a una tradizione marittima che ha segnato profondamente la storia d’Italia e che oggi torna a essere motore di sviluppo economico e turistico.
Il legame tra Brindisi e il mare affonda le sue radici nella storia romana, quando la città fu scelta come terminale della Via Appia, arteria che collegava Roma al porto da cui partivano le navi verso la Grecia e l’Oriente. Il porto brindisino era un bacino naturale perfetto, protetto e strategico, che faceva della città uno snodo commerciale e militare di primaria importanza.
Nel Medioevo, le rotte adriatiche e ioniche confermarono il ruolo di Brindisi come scalo nevralgico per traffici e pellegrinaggi, in particolare verso la Terra Santa. La città divenne crocevia di genti e culture, assorbendo influenze bizantine, normanne e veneziane. Una vocazione cosmopolita che ancora oggi caratterizza il suo tessuto urbano e culturale.
Accanto al porto commerciale e alle rotte militari, Brindisi ha sviluppato nei secoli una solida tradizione legata alla pesca e alla marineria. Le comunità di pescatori, radicate lungo le coste del litorale, hanno tramandato saperi, tecniche e riti che rappresentano un patrimonio immateriale prezioso. Le stesse barche tradizionali, i gozzi e le paranze, raccontano un legame antico tra l’uomo e il mare, fatto di fatica e di rispetto per le risorse marine.
Questa cultura marinara, ancora viva, costituisce oggi un terreno fertile per la crescita del settore nautico moderno, che coniuga innovazione tecnologica e radici artigianali.
Negli ultimi decenni, la nautica da diporto ha assunto un ruolo di primo piano nell’economia pugliese. Il porto turistico di Brindisi, il Marina di Brindisi, rappresenta un’infrastruttura d’eccellenza, capace di accogliere imbarcazioni di ogni dimensione e di offrire servizi di alto livello. La sua posizione strategica lo rende un punto di partenza ideale per navigare verso le coste greche, le isole ioniche, il basso Adriatico e l’intero Mediterraneo.
Il comparto del diporto non è soltanto legato alla vendita e al noleggio di imbarcazioni. Significa indotto economico diffuso: cantieristica, manutenzione, accessori, formazione, turismo nautico. Ogni barca che approda a Brindisi genera lavoro per tecnici, meccanici, operatori portuali, ristoratori, strutture ricettive. Un effetto moltiplicatore che coinvolge l’intera comunità.
Secondo le stime di Confindustria Nautica, il settore della nautica in Italia vale oltre 7 miliardi di euro e occupa più di 180 mila addetti. La Puglia, con i suoi 800 chilometri di coste, è tra le regioni con maggiore potenzialità di crescita. Brindisi, per posizione e tradizione, è il naturale fulcro di questa espansione.
Il Salone Nautico di Puglia, giunto a un riconoscimento nazionale grazie al patrocinio di Confindustria Nautica, è il luogo in cui questa vocazione prende forma. Ogni anno, tra stand, banchine espositive e convegni, Brindisi diventa la capitale della nautica del Mezzogiorno.
Il Salone non è solo esposizione di barche e tecnologie, ma laboratorio di idee. Qui si parla di sostenibilità, di innovazione, di formazione. Qui le scuole tecniche e le accademie nautiche incontrano le imprese, aprendo prospettive concrete di lavoro per i giovani. Qui si ragiona di Blue Economy come motore di sviluppo regionale, in linea con le strategie europee.
La centralità della Puglia nel Mediterraneo è una realtà geografica e geopolitica. Brindisi, al centro del tacco d’Italia, si trova in una posizione unica: affacciata sull’Adriatico, vicina allo Ionio, a pochi giorni di navigazione dalla Grecia e dai Balcani. Una cerniera naturale tra Oriente e Occidente, che oggi torna ad assumere valore strategico anche in chiave turistica e commerciale.
Le rotte del turismo nautico si intrecciano con quelle delle grandi navi da crociera, con i traffici commerciali e con le nuove prospettive della logistica portuale. In questo contesto, il diporto non è un elemento marginale, ma parte integrante di un sistema economico che punta a fare del mare il proprio motore.
Raccontare il rapporto tra Brindisi e il mare significa mettere insieme storia, cultura e sviluppo economico. Significa riconoscere che il mare è stato e resta la più grande risorsa di questa città, capace di generare opportunità e di proiettare la Puglia in uno scenario internazionale.
La sfida, oggi, è quella di conciliare tradizione e innovazione, di preservare l’identità storica e culturale del porto brindisino senza rinunciare alle opportunità offerte dalla nautica moderna e dal turismo globale.
Il Salone Nautico di Puglia, in questo senso, rappresenta una vetrina privilegiata: uno spazio in cui il mare torna a essere protagonista, non come immagine da cartolina, ma come realtà concreta di lavoro, di competenze, di crescita.
Brindisi e il mare sono inseparabili. Lo erano ai tempi di Roma, lo erano nel Medioevo delle crociate, lo sono oggi nelle banchine del Marina di Brindisi e nei padiglioni del Salone Nautico di Puglia. Il futuro della città non può che continuare a passare da qui, da quel mare che è identità e risorsa, storia e prospettiva.
Il 2025, con un’edizione del Salone che si annuncia tra le più ricche e internazionali di sempre, segna un nuovo capitolo di questa lunga storia. Brindisi si conferma crocevia del Mediterraneo e punto nevralgico delle marinerie italiane, pronta a rafforzare il proprio ruolo nella nautica da diporto e nella Blue Economy.
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