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Presepi e attesa: la Puglia verso il Natale 2025 nel segno di San Francesco

Mentre si avvicina il Natale, cresce l’attenzione per le celebrazioni che nel 2026 ricorderanno gli 800 anni dalla morte di San Francesco d’Assisi, padre del presepe

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Il fascino della Natività torna nelle case e nei borghi pugliesi

Il Natale in Puglia ha una voce antica, fatta di luce, fede e artigianato. E il presepe, ogni anno, torna ad esserne il cuore pulsante. Nel 2025 la tradizione della Natività vive come sempre nelle case, nelle piazze e nelle chiese, ma respira anche un’attesa particolare: il 2026 segnerà infatti gli 800 anni dalla morte di San Francesco d’Assisi, considerato il padre del presepe, e questo anniversario aggiunge un significato nuovo al tempo dell’Avvento.

La regione, già ricca di usanze legate alla Natività, si prepara così a un Natale in cui alla tradizione si intreccia lo sguardo verso un evento storico che coinvolgerà l’Italia e il mondo. Le celebrazioni francescane inizieranno ufficialmente nel 2026, data in cui verrà ricordato l’ottavo centenario del Transito di San Francesco, avvenuto il 4 ottobre 1226. Il comitato nazionale, già annunciato, coordinerà manifestazioni religiose, culturali e civili. Un percorso che inevitabilmente tocca anche la Puglia, terra di devozione e di comunità vive, dove il presepe rappresenta ogni anno un racconto condiviso.

Il Natale 2025 diventa dunque un momento di passaggio: un ponte tra la tradizione consolidata e l’imminente ricordo di un uomo che ha segnato profondamente la spiritualità occidentale. Ed è impossibile parlare di presepe senza evocare proprio il gesto di San Francesco a Greccio nel 1223, quando ricreò la scena della Natività per rendere tangibile la semplicità del mistero cristiano. Da quell’intuizione, il presepe è diventato un linguaggio universale, capace di unire le persone intorno agli stessi valori di fratellanza, pace e accoglienza.

In Puglia, questo linguaggio si esprime in mille modi diversi. Nei borghi dell’entroterra come nei centri più grandi, la Natività prende forma attraverso presepi artigianali, scene viventi, installazioni parrocchiali e allestimenti nei musei. È un rito che non conosce età, che coinvolge famiglie, scuole, gruppi parrocchiali e associazioni, dando vita a piccoli laboratori spontanei di comunità.

Nelle botteghe rimaste attive, gli artigiani modellano statuine in terracotta o in cartapesta, materiali che appartengono al patrimonio storico del territorio. Alcune famiglie conservano da decenni le proprie figure della Natività, tramandandole come un bene prezioso. Nei paesi dell’Alta Murgia e nella Valle d’Itria, la costruzione del presepe domestico avviene spesso a partire dall’Immacolata: un rituale che riunisce adulti e bambini intorno a muschio, carta roccia e luci, come un piccolo rito di inizio dell’attesa.

Il presepe però non è solo un’operazione estetica. È un racconto: la povertà della grotta, la presenza degli animali, la serenità del Bambino Gesù scaldato dal fiato del bue e dell’asinello. È la rappresentazione di una nascita che parla a tutte le generazioni, anche in un tempo complesso come quello attuale. E la figura di San Francesco, con la sua capacità di comunicare la pace attraverso la mitezza, rende questo Natale 2025 ancora più carico di significato.

Nei giorni delle feste, molte città pugliesi ospiteranno presepi viventi, attrazioni che uniscono folklore e riflessione. Le chiese allestiranno le loro rappresentazioni, spesso arricchite da dettagli che richiamano la vita contadina o i mestieri di un tempo. In diversi paesi saranno inaugurate esposizioni di presepi artistici, alcuni provenienti da collezioni private o da scuole di artigianato specializzate.

Il presepe diventa dunque anche un momento culturale, un’occasione per riscoprire la storia del territorio e l’abilità delle sue mani. La Puglia custodisce infatti una grande tradizione legata alla scultura sacra, e ogni Natale diventa un’occasione per valorizzarla. Le associazioni culturali organizzano percorsi, visite guidate, laboratori per i bambini, e i centri storici si trasformano in piccoli musei a cielo aperto.

L’attesa del Natale 2025 assume così un carattere duplice: da un lato il valore intimo, familiare, legato alle case e alle chiese; dall’altro lo sguardo rivolto verso l’anno successivo, quando il mondo intero celebrerà gli 800 anni della morte di San Francesco. Il 2026 sarà un anno segnato da iniziative dedicate al Santo che parlava agli uccelli e si spogliava dei beni materiali, un uomo che ha lasciato un’impronta profonda sulla storia della fede e della cultura.

Il Natale pugliese, con i suoi presepi, sembra prepararsi in anticipo a questa ricorrenza: non solo come memoria, ma come promessa di un nuovo impegno comunitario. Le scene della Natività che troveranno spazio in case e borghi nel 2025 invitano a fermarsi, a guardare il mondo con uno sguardo più semplice, più fraterno, proprio come San Francesco avrebbe desiderato.

In un tempo attraversato da incertezze sociali ed economiche, il presepe si conferma un simbolo che rinnova la speranza. E la Puglia, che ogni anno vive le sue feste con intensità, si prepara ad accoglierlo ancora una volta con il calore della tradizione e con una nuova attesa nel cuore.

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