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EPIFANIA
29 Novembre 2024 - 01:43
Una delle edizioni della "Calata dei Magi" (foto d'archivio)
Trattando delle tradizioni dell’Epifania a Taranto non si può prescindere dalla “Calata dei Magi” che si svolge la sera del 6 gennaio a Lama a cura della parrocchia Regna Pacis e dell’apposito comitato.
Le origini della sacra rappresentazione, che si svolgeva nella masseria “La Battaglia”, risalgono a oltre 130 anni addietro. Così nel 1935 ne scriveva lo studioso di tradizioni popolari, Alfredo Majorano: “La suggestiva rappresentazione ha per scenario il gruppetto di case bianchissime di Bellatrase, una piccola pineta (di fronte alla fattoria) che s’eleva col suo gran verde nell’azzurro, una distesa immensa di ulivi secolari a destra, e il golfo meraviglioso in fondo al quale Taranto appare come lontano e grande presepe”.
Quanto avviene a Lama non è un semplice presepe vivente, ma la riproposizione di alcuni brani del Vangelo che coinvolge emotivamente sia chi partecipa attivamente sia chi assiste. E’ difficile, infatti, restare indifferenti davanti a quanto si svolge sul piazzale della chiesa, dove le voci degli interpreti lasciano trasparire un cammino di fede, dove la Parola si fa vita e testimonianza. Non è secondario inoltre il fattore identitario della ‘Calata’, che rafforza il senso di comunità dei lamesi, pur residenti su un territorio molto esteso e talvolta molto lontano dalla chiesa”.
Lungo gli anni, la “Calata dei Magi” si è arricchita dal punto di vista scenico, ma non ha smarrito lo spirito originario nè l’intensità emotiva che accompagna l’arrivo dei “Sapienti d’Oriente” nel desiderio di trovare e adorare il “Divino Infante”. Il testo della “recita” nel suo nucleo centrale è antichissimo e si ispira al Vangelo della nascita e ai testi apocrifi sull’infanzia di Gesù, esso viene interpretato con religioso trasporto da piccoli e grandi trasformati in attori per l’occasione. Negli anni sessanta sono state fatte delle integrazioni ed è stato aggiunto l’episodio della fuga in Egitto che consente di dar voce anche a Giuseppe e Maria, fino ad allora silenziosi ed estasiati testimoni del grande mistero, dando al finale un tocco di grande intimità e tenerezza.
Dopo lo sparo dei colpi “oscuri”, alle 8 del giorno dell’Epifania, la banda musicale “Santa Cecilia-Città di Taranto” diretta dal m° Giuseppe Gregucci percorrerà le strade delle contrade lamesi per introdurre gli abitanti nel clima della festa. Alle ore 10 il parroco celebrerà la Santa Messa cui seguirà la processione di Gesù Bambino, che da alcuni ha assunto la forma di un corteo festoso, con la partecipazione di tanti bambini con palloncini multicolori.
Le vie percorse saranno quelle della località risultata vincitrice dell’asta fra le contrade che compongono Lama e che si svolge nei giorni precedenti, occasione di coinvolgimento di tutta la popolazione.
In serata (dopo la celebrazione eucaristica delle ore 17.30) alle ore 19 inizierà la sacra rappresentazione della “Calata”, che vivrà il suo epilogo sulla piazza della chiesa , caratterizzata dalla presenza, da una parte, del sontuoso palazzo di Erode e della sua corte, con l’impressione della potenza e del fasto, e, dall’altra, dell’umile capanna della Natività con Maria, Giuseppe e il Bambino. Il centro della scena è occupato dai tre Magi che, superato l’inganno di Erode, giungeranno davanti al Divino Infante, al quale, prostratisi adoranti, consegneranno i doni spiegandone il significato: Melchiorre, “L’oro che ti ho donato, Gesù, è simbolo di carità”; Gaspare, “L’incenso che ti ho offerto è la figura della preghiera”; Baldassarre, “La mirra che ti ho offerto simboleggia la mortificazione, virtù sublime dei forti”.
La sacra rappresentazione ha la durata di circa un’ora.
Quindi la serata viene conclusa dallo spettacolo musicale e alle ore 22 dai fuochi d’artificio.
Infine domenica 12 gennaio, alle ore 12.15, ha luogo l’estrazione dei biglietti della lotteria, il cui ricavato servirà per coprire parzialmente i costi organizzativi.
Il tradizionale mercatino dell’Epifania si svolge nelle serate della vigilia e dell’antivigilia per le vie periferiche. L’esposizione di calze, dolciumi e delizie di ogni genere (senza trascurare per gli adulti accessori per la casa, abbigliamento, calzature e bigiotteria) potrà fornire la giusta idea per l’ultimo regalo delle feste. Il costo? Direttamente proporzionale all’approssimarsi dell’orario di chiusura. In parole povere, più si tarda all’acquisto, più c’è la possibilità di risparmiare. Ammesso che poi si riesca a trovare qualcosa.
Ma poi, cosa regalare ai ragazzi che già non hanno? Spesso si tratta di soldi spesi per qualcosa che poi potrebbe finire in uno scatolone da porre in soffitta, fra le robe inutili. Un po’ di discernimento al momento dell’acquisto, quindi, non guasterà.
Difficilmente si potrebbe rinunciare alla calza di dolciumi, da nascondere gelosamente per quanto possibile alla voracità dei più piccoli, così da non essere fatta fuori in tempi brevi per la futura gioia del dentista (e lo sgomento del paziente davanti al trapano).
Il pensiero dei più anziani andrà agli anni sessanta-settanta, quando le bancarelle occupavano quasi per intero via Principe Amedeo, in una sorta di grande fiera paesana, o a quando ci si affollava davanti alla grande Befana allestita nelle vetrina del Gran Caffe “La Sem”, dagli occhi rosso-fuoco e dal fare vagamente minaccioso, quasi volesse ammonire quei bambini che nel corso dell’anno tanto bravi non erano poi stati. Tappe obbligate erano anche il negozio “Ai mille articoli” di Luigi Pignatelli in via Anfiteatro, quello di Rosario Conte in via Principe Amedeo e i grandi magazzini “D’Ammacco” in via D’Aquino, che disponevano anche di un ampio reparto per la vendita dei giocattoli.
Né va dimenticato quanto un tempo accadeva la mattina del 6 gennaio con i doni che i tarantini deponevano ai piedi della pedana dei vigili urbani, poste ai più importanti incroci stradali, suggellando una tregua almeno momentanea fra automobilisti e tutori del traffico.
Nella mattinata dell’Epifania in Città vecchia si ripeterà l’appuntamento con la processione de “U Bammine all’erte” (Gesù Bambino in piedi, poggiato su una nuvoletta e sostenuto dagli angeli). La organizza la confraternita del SS.mo Nome di Dio (commissario arcivescovile, comm. Antonio Gigante) con la partecipazione di tutte le altre cittadine; molti i bambini che eccezionalmente indosseranno le tradizionali mozzette dei sodalizi.
La processione (che un tempo si svolgeva la mattina del primo gennaio) uscirà alle ore 9.15 dalla chiesa di San Domenico. Questo l’itinerario: pendio San Domenico, piazza Fontana, via Garibaldi, via Sant’Egidio, pendio La Riccia, piazza Castello, via Duomo con ingresso nella basilica cattedrale di San Cataldo dove alle ore 11.30 l’arcivescovo mons. Ciro Miniero celebrerà la santa messa; al termine, distribuzione ai bambini delle tradizionali calze di dolciumi. Quindi, la statua non tornerà più in San Domenico ma resterà in cattedrale.
Le tradizionali pastorali saranno eseguite dalla banda “Santa Cecilia” di Taranto diretta dal maestro Giuseppe Gregucci.
(a.d.)
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