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L'INTERVISTA
22 Marzo 2025 - 07:56
Il Maestro Mimmo Vinci, responsabile per la Puglia della linea coreografica più diffusa in Italia da più di trent’anni: BailandoG7
Cos’è la Danza? Per rispondere a questa domanda basta farsi una chiacchierata con uno dei personaggi di spicco della città di Taranto, il Maestro Mimmo Vinci. Ex competitore regionale e nazionale di danze in coppia, delegato regionale (Puglia) della Federitalia, Vinci attualmente è anche referente regionale Aidas (l’Associazione Italiana Danza Arte e Spettacolo) del settore delle danze coreografiche, ente riconosciuto dal Mise. Inoltre è responsabile per la Puglia della linea coreografica più diffusa in Italia da più di trent’anni: BailandoG7.
Mimmo Vinci inizia a ballare per gioco nel lontano 1996 frequentando una piccola scuola di borgata. In quegli anni il ballo viene vissuto in una maniera assai diversa, importante sotto tanti punti di vista. Negli anni 2000, comincia a studiare Liscio Unificato e Ballo da Sala con diversi Maestri di Taranto per specializzarsi, poi, con un noto professionista il cui nome è presente da cinquant’anni nel mondo del ballo tarantino. Un grande Maestro, a cui tanti devono molto: Stefano Carpignano.
Ogni mese era una competizione, tantissime le gare anche fuori il territorio pugliese al quale partecipa conquistando, di frequente, ottimi primi posti.
Negli anni a seguire il Maestro Vinci cambia genere di disciplina: da ex competitore di Danze Nazionali diventa nuovo competitore di Danze Coreografiche e Caraibiche.
L’80% della popolazione globale dai giovani e degli adulti, si sa, sceglie di danzare. Com’è noto, la danza sviluppa le cosiddette endorfine, una vitamina presente nel cervello che riduce il cattivo umore per aumentare benefici corporei.
Nel corso del tempo tra gare, responsabilità regionali di alcuni enti, associazioni promozionali e culturali, il Maestro Vinci consegue diversi titoli tra differenti enti nazionali. E anche negli esami e nelle varie sessioni conseguite riesce ad ottenere ottimi risultati.
La danza è espressione del proprio io, quell’intreccio di note musicali dell’anima scritte con i propri piedi e raccontate attraverso le gesta delle proprie braccia.
«Oggi a 38 anni mi ritrovo ad affacciarmi in una realtà direi spenta o forse morta rispetto a quella che ho conosciuto negli anni novanta - racconta il Maestro - L’anno prossimo raggiungo il traguardo dei trent’anni vissuti in questa bellissima realtà chiamata “danza”. Taranto è una città bellissima, ricca di colori, un mare meraviglioso e siti archeologici da scoprire, una cucina locale unica ed originale per le prelibatezze marittime. Ma è anche una città sofferente per la grande industria, per le diverse cause di decessi tumorali.
Se solo fosse possibile riplasmarla culturalmente, molta parte della popolazione sarebbe intellettualmente educata ed informata. Se parliamo di sport, pensiamo ai Giochi del Mediterraneo. Ma questa è un’altra storia che potrebbe essere affrontata solo in un lungo articolo. Parliamo, invece, di danza sportiva. Taranto ha avuto delle ottime scuole insieme alle quali da ex allievo prima e da Maestro poi, abbiamo rappresentato la nostra bella città a testa alta in tutto il mondo.
Dopo la Pandemia - continua Vinci - anche il mio settore ha subito un forte declino: tante le scuole di ballo costrette a chiudere e quelle rimaste, ancora oggi, fanno duri sacrifici per mantenere queste attività sportive che dovrebbero essere di sollievo per tanta gente, dai più piccoli ai più grandi. Un’opportunità di svago e di successo».
Ritornando alle radici culturali di questa città. Taranto è stata fondata dagli spartani dalla cui storia dovremmo apprendere molto. Questa città ci insegna a non rassegnarci, ma a sperare nell’arrivo di un nuovo periodo.
«A Taranto - sottolinea il Maestro - e chiedo scusa per la mia presunzione, durante un’intervista rilasciata ad una emittente locale, ho affermato che sono l’unico a capire qualcosa di danza, nello specifico di quelle coreografiche. Non nego che ci siano tanti Maestri bravi, alcuni dei quali hanno fatto la storia, ma rimangono sempre in un ambito che riguarda il passato.
In realtà, anche per la mia età, sono forse l’unico giovane Maestro ad occuparsi di danze coreografiche»
«Come vi dicevo, sono responsabile pugliese della prima linea coreografica d’Italia “Bailando G7” (marchio storico - Gruppo 7 coreografi), rappresentata da dei grandi coreografi nazionali del calibro di Amalia Cirillo e Carmine Corbo. Certo è questo un settore in continuo sviluppo, uno studio di diversi stili che vanno dal latino al caraibico. Non basta creare due coreografie e sentirsi potenti considerata la concorrenza limitata. Bisogna essere preparati musicalmente, avere esperienza come ballerino latinista e non e avere le competenze di studio oltre alle frequenze formazioni tecniche musicali.
Molti giovani - continua Vinci - quando parlano di danza l’associano al classico, al moderno o al caraibico. Questo, purtroppo, anche per colpa dei vari format televisivi che hanno contribuito a creare una cultura della danza in una fattispecie di un soggetto unico e indiscutibile. No: la danza non è quella rappresentata dalle reti televisive, ma è quello che ho vissuto io. Non posso pensare che i ragazzi possano avere una cultura caraibica escludendo quella latina, quella argentina o quelle internazionali. Mi auguro che ci siano nuove generazioni in grado di occuparsi di danze coreografiche e di altro, in modo che io possa avere un confronto davvero concorrenziale».
«Attualmente sono collaboratore ufficiale dell’Hdemia asd, in via Pisa nr.2, a Taranto. Mi occupo di Danze Nazionali e Danze Coreografiche. Le danze coreografiche sono i cosiddetti “balli di gruppo”.
I corsi aperti al mattino, il pomeriggio e sera per principianti, intermedio e avanzato. Per arrivare ad imparare un ballo coreografico bisogna avere una conoscenza ben approfondita di basi dal tipo cha cha, mambo, twist, rumba ecc. Vieni a trovarmi. È il giusto corso per te».
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