Le operazioni di pulizia in via Grazia Deledda, al rione Tamburi
Ci sono tre indagati per l'esplosioneche si è verificata la sera del 19 marzo al rione Tamburi, a Taranto, a causa del tradizionale falò di San Giuseppe. Ne dà notizia la Questura. Gli agenti della Squadra Mobile, infatti, grazie alla visione delle immagini diffuse sui social che hanno ripreso il momento dell’esplosione e le fasi della preparazione del rogo, hanno raccolto elementi utili alla possibile ricostruzione dei fatti. Gli elementi raccolti sono stati riferiti alla Procura della Repubblica di Taranto e a quella dei Minori. Sono tre le persone denunciate per l'ipotesi di reato di incendio doloso.
La conta dei feriti del falò di San Giuseppe
Per quanto riguarda il computo dei feriti - sempre secondo quanto riferisce la Questura di Taranto - è di quindici giorni la prognosi più grave riferita ad un maggiorenne coinvolto nella vicenda. Altre persone avrebbero riportato lesioni di lieve entità. Numerosi, invece, i danni riportati da diverse automobili e persino dalle abitazioni con i vetri in frantumi per la violenta esplosione. In definitiva, il bilancio poteva essere davvero più drammatico e le immagini circolate sui social facevano presagire il peggio.
L'intervento di bonifica dell'Amiu-Kyma Ambiente
Intanto squadre di Kyma Ambiente con operatori, ragno meccanico e una pala meccanica sono intervenuti nel quartiere Tamburi, in via Grazia Deledda per le operazioni di pulizia e bonifica del del luogo del falò abusivo. Sono stati rimossi grandi quantitativi di materiale, finestre sedie e tavoli di legno utilizzati per il rogo che ha causato la forte deflagrazione nella serata di domenica. Sul posto il sopralluogo del presidente di Kyma Ambiente Giampiero Mancarelli.
La reazione del sindaco Melucci
Il sindaco Rinaldo Melucci chiede un tavolo sulla sicurezza e si appella a Prefettura e Forze dell'Ordine: «Le istituzioni faranno sentire la loro attenzione e certe abitudini incivili vanno interrotte». «La sensazione - ha detto ancora il sindaco - è che vi sia una sorta di netta opposizione al cambiamento, un rifiuto delle regole che noi, invece, dobbiamo contrastare».
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