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Fegato grasso (steatosi epatica): doppio rischio per fegato e sistema cardio-circolatorio

Non sempre dà sintomi: ecco come riconoscerla e come agire in tempo per fare la differenza

Salute

I pazienti portatori di steatoepatite e di fibrosi al momento della diagnosi sono quelli a rischio di sviluppare nel tempo una malattia di fegato significativa

In genere il sospetto nasce dopo una ecografia addominale in cui viene notato un fegato più grande del normale oppure «brillante» (come di dice in gergo) o dopo un esame del sangue in cui le transaminasi (enzimi prodotti dal fegato) siano superiori alla norma.

Questi riscontri, però, da soli non bastano per distinguere fra la steatosi «semplice» e le sue forme potenzialmente progressive.

Per questo è necessario approfondire la situazione.

L’anamnesi, cioè la raccolta della storia clinica del paziente, è fondamentale: infatti il tempo trascorso dalla alterazione delle transaminasi e dal riscontro di steatosi all’ecografia è essenziale per valutare la cronicità del danno epatico.

Cosa significa avere il fegato «grasso»? E che rischi si corrono?

La presenza di steatosi epatica ‘metabolica’, recentemente ridenominata MASLD (Metabolic Dysfunction-Associated Steatotic Liver Disease), la cui frequenza sfiora il 40% nella popolazione adulta, aumenta in maniera preoccupante non solo il rischio di evoluzione verso malattie epatiche più gravi (fibrosi epatica, cirrosi, epatocarcinoma) ma anche il rischio di sviluppare nel corso della vita eventi cardiovascolari maggiori legati all’aterosclerosi, come l’infarto miocardico o l’ictus. Un recente studio clinico ha esplorato il rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica in 400 pazienti con diagnosi clinico-ecografica di MASLD e senza un precedente evento cardiovascolare maggiore.

In questo studio “la progressione verso la steatosi e il consumo di quantità anche apparentemente modeste di bevande alcoliche (variante Metald della Masld) aumenta progressivamente il rischio cardio-metabolico”. La stima accurata del rischio cardiovascolare nei pazienti con MASLD richiede un’adeguata e completa caratterizzazione clinica, che comprenda dati antropometrici, informazioni cliniche e specifici indici bioumorali. Ad esempio la circonferenza vita è un indicatore di rischio fondamentale, come anche l’indice trigliceridi-glucosio (Tyg), che può fungere da prezioso strumento per la previsione del rischio cardiovascolare nei pazienti con steatosi epatica”.

Tutti i pazienti con diagnosi di MASLD dovrebbero sottoporsi ad uno screening cardiovascolare completo, così come tutti i pazienti a rischio cardiovascolare dovrebbero sottoporsi a screening per diagnosticare e stadiare l’eventuale presenza di MASLD. Questo approccio è essenziale per consentire efficaci misure di prevenzione sia epatologica che cardiovascolare e per identificare la migliore strategia terapeutica personalizzata.

Questo studio offre una migliore comprensione degli strumenti per stimare e per ridurre il rischio cardiovascolare e metabolico di chi è affetto da steatosi epatica ed i risultati ottenuti potranno consentire un significativo miglioramento della qualità di vita di questi pazienti.

La prevenzione

Questo è fondamentale, perché i pazienti portatori di steatoepatite e di fibrosi al momento della diagnosi sono quelli a rischio di sviluppare nel tempo una malattia di fegato significativa, con un rischio di tumore del fegato e di mortalità correlata pari allo 0,5% e al 2,5% per anno, rispettivamente. Purtroppo non esistono terapie farmacologiche approvate contro le steatosi e la steatoepatite. Nonostante molte molecole siano in fase di sviluppo, le raccomandazioni internazionali indicano nel calo di peso e nella regolare attività fisica gli unici strumenti in grado di agire su queste condizioni, potenzialmente reversibili. In aggiunta, la correzione delle cause sottostanti l’epatopatia metabolica (colesterolo e/o trigliceridi alti, diabete) giocano un ruolo fondamentale nel modificarne la storia naturale.

*Epatologo

Direttore Sanitario del Centro Medico Polispecialistico Santa Lucia di Statte

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