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Sindrome da rientro
06 Settembre 2024 - 06:54
Prova il metodo delle 7 S anti back-to-work blues
“Le vacanze non sono mai tanto necessarie quanto nel giorno in cui si è rientrati da una” Diceva bene Ann Landers!
Ritornare alla routine quotidiana, al lavoro ed alle scadenze, può creare una vera e propria condizione di malessere psicofisico. Secondo la società di endocrinologia, ben il 45% degli italiani soffrirebbe della cosiddetta sindrome da rientro, altrimenti nota col termine anglofono “back-to-work blues”.
Ma in cosa consiste questa condizione? Quanto può durare? Come si può risolvere?
LA “SINDROME DA RIENTRO”
La sensazione di forte stress percepita al rientro dalle vacanze è una condizione diagnosticabile di concreto malessere psicofisico, causata da un brusco cambiamento della quotidianità.
Il passaggio dalla libertà, dai luoghi e dai ritmi vacanzieri, ad una giornata fatta di lavoro, scadenze e routine incalzante, genera uno scossone emotivo, generalmente transitorio, ma con una sintomatologia concreta e forte.
QUALI SONO I SINTOMI?
Il back-to-work-blues non è una vera e propria patologia, ma si tratta di una condizione transitoria strettamente correlata alla sindrome di adattamento che si innesca ogni volta che dobbiamo affrontare un cambiamento significativo nel nostro stile di vita. Si tratta di una risposta psicofisiologica al passaggio improvviso dai ritmi lenti vissuti durante il periodo delle vacanze agli impegni, alle responsabilità ed ai pensieri quotidiani. Durante questo periodo di assestamento, ci si può sentire incapaci di concentrarsi, fisicamente appesantiti e psicologicamente impreparati ad affrontare i doveri e gli impegni abituali. Solitamente questi sintomi spariscono da soli non appena il corpo e la psiche si riabituano alla routine.
Di seguito alcuni effetti su mente e corpo:
Uno stato di persistente malinconia e tristezza può accompagnare il ritorno “al dovere” in ambito lavorativo e personale. Tendenzialmente, questi sintomi tendono a regredire autonomamente nel giro di circa 2 settimane, con il progressivo riadattamento individuale.
QUANDO LA SINDROME DA RIENTRO
DIVENTA UN VERO PROBLEMA?
La “tristezza post-vacanza” è molto ricorrente e del tutto “fisiologica”, tuttavia se i segni su corpo e mente persistono oltre le tempistiche di un normale riadattamento, essi potrebbero essere il segnale di problematiche latenti più serie, da indagare con il medico di base o uno psicologo.
Si consideri che il caldo eccessivo dell’estate appena trascorsa può aver influenzato negativamente il sonno anche durante le vacanze, costituendo il presupposto per un “riposo mancato” che si trascina ancor di più al momento del rientro lavorativo.
Inoltre, l’abuso della tecnologia - cui siamo sempre più sottoposti - può essere essa stessa causa dell’aumento di nervosismo e frustrazione.
La sindrome da rientro, sottolineiamo, può colpire chiunque, indipendentemente dal sesso o dalla tipologia di lavoro svolta. Gli studi, tuttavia, hanno dimostrato una maggiore incidenza in individui tra 25 e 45 anni, con professioni ad alto contenuto intellettuale.
IL METODO DELLE 7 S
Per aiutare a mantenere i benefici tonificanti della pausa estiva, potrebbe essere utile prendersi del tempo (1 o 2 giorni) dopo il ritorno a casa, prima di iniziare a lavorare. Rientrare nella “normalità” non deve precludere la possibilità di ritagliarsi ancora degli spazi all’aria aperta per fare passeggiate o attività fisica
Fondamentale è mantenere preservato un atteggiamento di cura e di attenzione verso se stessi.
Questo aiuta a ricordarci che ogni persona ha le proprie necessità ed i propri bisogni. E’ necessario riconoscerli e rispettarli. Per questo motivo potrebbe essere utile introdurre delle nuove abitudini che rispondono in modo più specifico a nuove esigenze.
Affrontare il ritorno al lavoro con una mentalità positiva e concentrata sulle bellezze che la vita ha da offrire è un altro fattore essenziale.
Il metodo delle 7 S, adatto a grandi e piccini, consiste in 7 consigli pratici per affrontare il rientro.
Questa Check-List corrisponde ad un “promemoria” per rendere la transizione da “vacanza” a “normalità” più agevole e meno drastica. Solo così ritroviamo un nuovo equilibrio post-vacanza.
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