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Temi la solitudine? Ecco come uscirne

Il rifiuto da parte del proprio simile è lo spettro che molti si trovano a temere più o meno coscientemente

Solitudine

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Il senso di appartenenza ed il sentimento di solitudine sono esperienze comuni negli esseri umani. Nel corso della vita a ciascuno di noi può essere capitato di ricevere un rifiuto. Questo può avvenire nei diversi ambiti dell’esperienza umana come quello familiare, amicale, sentimentale e professionale, in ogni caso innescando emozioni dolorose.

Alcuni soggetti tendono a patire maggiormente il timore che questo possa avvenire, temendo come conseguenza l’isolamento progressivo e l’abbandono. Il rifiuto da parte del proprio simile è lo spettro che molti si trovano a temere più o meno coscientemente. In ogni contesto e gioco relazionale l’aspettativa si manifesta con il timore di essere rifiutati o esclusi, emarginati, presi in giro. Generalmente la paura del rifiuto è indipendente dal livello di accoglienza agito da parte dell’ambiente. Chi ne soffre, se da un lato gioisce di un sorriso o di una parola gentile e aborrisce un ambiente freddo e palesemente ostile, dall’altro anche quando riceve manifestazioni di interesse internamente continua ad avere paura, aspettando il momento nel quale le sue fantasie di essere rifiutati o esclusi o non visti inevitabilmente diventeranno reali.

MA COME MAI QUESTO AVVIENE?
Ogni caso è diverso dall’altro, ma ciò che possiamo definire è che generalmente i soggetti che hanno paura dell’abbandono spesso finiscono come paralizzati nelle proprie scelte, giacché ossessivamente condizionati dal possibile giudizio degli altri e dalle conseguenze. In termini psicologici, la paura del rifiuto è una disposizione della persona che si manifesta con una modalità ansiosa ed una intensa preoccupazione rispetto a scenari reali o immaginifici legati al rifiuto. L’alta sensibilità al rifiuto comporta una iper-vigilanza rispetto ai segnali sociali predittivi del rifiuto ed una forte capacità di sintonizzazione emotiva con l’altro.

A volte, la conseguenza di questa aspettativa è di generare circoli viziosi inconsapevoli. Il timore di essere rifiutati spingerebbe la persona a tenersi a distanza e a non farsi coinvolgere nella relazione, generando nell’altro una relazione similare e, di conseguenza, confermando l’aspettativa di rifiuto o di poco apprezzamento. Il timore di essere rifiutati e le sue cause sono stati lungamente oggetto di studi da parte della psicologia. Molti autori concordano nel ritenerlo un adattamento evolutivo volto a prevenire l’esclusione dal gruppo, aumentare le possibilità di benessere psicofisico e di sopravvivenza. Il timore di essere giudicati negativamente e di essere rifiutati è uno dei timori maggiormente provati dall’essere umano durante tutto l’arco della vita. In un ambiente fortemente ostile come quello nel quale vivevano i nostri progenitori, essere esclusi dal gruppo di appartenenza poteva equivalere ad esporsi al pericolo ed alla morte.

Ai giorni nostri, appartenere ad un gruppo significa condividere gli stessi valori ed interessi, seguire delle regole comuni funzionali al benessere dell’intero gruppo e promuovere dei comportamenti in linea con l’ideologia del gruppo. Questo ci porta a riflettere su quanto il desiderio di stima, apprezzamento ed approvazione da parte degli altri sia così importante per ciascuno di noi e quanto risieda in radici evolutive antiche. Relazionarsi vuol dire sopravvivere, identificarsi in un ruolo, attribuire un senso ed uno scopo alla propria vita e la possibilità di soddisfare bisogni primari e secondari necessari per il nostro pieno sviluppo. Se l’alternativa all’appartenenza è la solitudine, sappiamo quanto questa generi sofferenza e possa contribuire all’insorgenza di stati depressivi. Il rifiuto in ambito sentimentale da parte di una persona per la quale nutriamo attrazione o affetto può essere particolarmente doloroso poiché è legato alla nostra identità. Oltre a provocare un abbassamento del tono dell’umore, generare stati depressivi, può portare alla perdita di autostima, dubbi sulla propria self efficacy e sul futuro. In casi estremi potrebbe innescare sentimenti di rivalsa. In questo caso il pianto e, in generale, mostrare la propria tristezza favorirebbe un processo di empatia e di sintonizzazione emotiva da parte delle persone amiche volto a creare sostegno e supporto per la persona rifiutata. Il dolore aiuterebbe la persona a scegliere in occasioni future strategie più efficaci da usare nel corteggiamento e nella relazione.

COME SUPERARE LA PAURA DEL RIFIUTO
Un percorso di sostegno psicologico in queste situazioni può notevolmente aiutare migliorando vissuti ed aspetti comportamentali, non tanto perché possa ripristinare completamente una fiducia verso se stessi di base, quanto perché potrà rendere progressivamente consapevoli del fenomeno e impedirà in parte di scivolare pesantemente nei circoli viziosi e nelle profezie che si auto avverano, permettendo di interrompere pattern comportamentali ormai consolidati nel tempo. Si produrrà così una progressiva tolleranza della frustrazione insita in ogni rapporto e la possibilità di creare una giusta distanza affettiva ed emotiva che è alla base di ogni relazione sana. Incontrare l’altro senza porsi aspettative troppo alte o con il timore dell’esclusione e del rifiuto è, in ultima analisi, l’obiettivo da raggiungere.

Tollerare l’angoscia, le sensazioni abbandoniche, o le aspettative di rifiuto o di protezione, permette di costruire relazioni più sane e funzionali caratterizzate da un sentimento naturale, di sintonia, simpatia, affetto o amore. Accettare che il rifiuto sia un’esperienza che fa parte della vita di ogni essere umano in ogni momento e che caratterizza le relazioni sociali. Accogliere i vissuti negativi e le emozioni dolorose ad essa accompagnate. Diventare più forti esponendosi in modo graduale, ma costante a possibili esperienze di rifiuto così da contrastare comportamenti di evitamento che ci porterebbero a non fronteggiare situazioni spiacevoli e a diventare fragili.

dott.ssa Laura Menza
• Psicologa Clinica
• Business & Life Coach
IG: laura_menza_ psicobenessere

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