Cerca
Salute e benessere
17 Maggio 2024 - 08:05
Come smettere di girare a vuoto
In alcuni momenti della nostra vita le cose sembrano non andare come dovrebbero. Cambiano all’improvviso i nostri bisogni o sopraggiungono nuove situazioni che richiedono diverse strategie di adattamento.
Quando sopraggiunge una crisi, possiamo sentirci in una strada senza uscita, paralizzati ed incapaci di prendere decisioni. “Perché è necessario cambiare?” “Perché è la vita che lo chiede”. Nel film Mangia, prega, ama (Eat Pray Love) del 2010 diretto da Ryan Murphy, la protagonista lo spiega molto bene. “Tutti vogliamo che le cose restino uguali... accettando di vivere nell’infelicità... perché abbiamo paura dei cambiamenti delle cose che vanno in frantumi... Forse la vita non è poi cosi caotica... è il mondo che lo è... l’unica sola trappola è lo stare attaccati ad ogni singola cosa, facendoci rimanere fermi e bloccati in una realtà che non ci appartiene più... le rovine sono un dono... la distruzione... è la via per la trasformazione.
Anche in qualcosa di eterno le trasformazioni saranno sempre presenti... è questo l’unico modo per evolvere per crescere e andare avanti... non esistono altre possibilità... dobbiamo accettare ogni singolo cambiamento... anche se questo comporterà un cambiamento radicalmente e a volte drastico o che ci farà soffrire... Ci saranno sempre scelte da fare, strade da prendere e strade da lasciare... Siamo in una continua evoluzione, in un perenne cambiamento evolutivo...”. Facciamo un passo indietro. Nel corso dei primi anni di vita la nostra mente risponde agli eventi con una combinazione di emozioni, pensieri, comportamenti che diventano schemi comportamentali, che concorrono a formare il carattere. Impariamo ad agire agli accadimenti mettendo in atto sempre gli stessi pattern comportamentali. A volte, diventa necessario acquisire nuove risposte che ci permettano di adattarci a nuove richieste. Timore dell’ignoto, ansia, preoccupazioni, tachicardia, pensieri ossessivi e intrusivi, irritabilità ed insonnia, potrebbero insorgere in questi momenti soprattutto se i cambiamenti sono fondamentali per la nostra vita.
Generalmente siamo portati a “sostare” all’interno della nostra zona di comfort ovvero quella condizione mentale in cui agiamo in uno stato di assenza di ansia, con un livello di prestazioni costante, senza percepire un senso di rischio. La vita ci mette di fronte alla necessità di evolvere ed acquisire nuove competenze che ci permettano di fronteggiare esperienze complesse. Per poter migliorare abbiamo bisogno di transitare da una zona di comfort fissa ad una zona più flessibile e modificabile. La forza che ci spinge a restare nella nostra zona di comfort è la resistenza al cambiamento. La sperimentiamo quotidianamente attraverso le nostre abitudini. Siamo portati a mantenere lo stato di equilibrio, anche quando è disadattivo.
Perché nonostante il desiderio di cambiamento non si riesce ad agire diversamente. Perché temiamo il cambiamento? Cosa si nasconde dietro gli automatismi? Ecco alcune motivazioni alla base del timore del cambiamento: paura di abbandonare una parte di sé; avere una bassa autostima; possedere uno scarso senso di auto-efficacia ovvero la percezione di sapere di essere in grado di fare; convinzioni limitanti relative alla possibilità di affrontare il nuovo; scarsa motivazione al cambiamento; poca o inefficace gestione delle emozioni “positive” e “negative”.
Cambiare implica rivedere le motivazioni e le convinzioni che sono alla base dei nostri comportamenti e rinunciare a delle certezze. Questo meccanismo può incepparsi e rimaniamo bloccati in una stasi. Ma perché abbiamo questa sgradevole sensazione di rimanere fermi sul posto e di girare a vuoto? Il modello di Prochaska-Di Clemente comunemente denominato “ruota del cambiamento” serve per comprendere come funziona il cambiamento. E’ utilizzato nella cura delle dipendenze (cibo, sostanze, tabacco, ecc) o nel cambiamento di abitudini dannose. Prevede sei fasi disposte in forma circolare:
Per variazione stabile, intendo dire abbandonare i comportamenti disfunzionali a favore di efficaci modalità che ci permettono di trovare un nuovo stato di benessere. Cosa ci aiuta a comprendere questo modello? La ricaduta è un evento normale e non è da considerarsi un fallimento. Desiderare il cambiamento, ma non riuscire a mettere in atto comportamenti specifici e, addirittura, avere la sensazione di tornare indietro è assolutamente normale. Il tempo di permanenza individuale negli stadi è variabile, mentre i processi per avanzare nello stadio successivo sono universali. L’aumento della consapevolezza, l’attivazione emotiva, la gestione del rinforzo, la gestione delle relazioni d’aiuto, l’autoefficacia, il locus of control, la valutazione comparativa costi/benefici del cambiamento desiderato sono processi cognitivi e comportamentali indispensabili.
Costruire schemi più funzionali e utili al raggiungimento dei nostri scopi, avviene allenando la flessibilità psicologica attraverso l’accettazione del fallimento, la ridefinizione dell’immagine di sé, aumentando la self efficacy e la motivazione. Nelle fasi di preparazione/azione dovrebbe seguire nell’immediato un Piano di Azione che abbia un obiettivo ecologico (allineato con i valori) e raggiungibile. Questo ci permette di fare scelte importanti della nostra vita anche in presenza di emozioni come paura, ansia e incertezza.
dott.ssa Laura Menza
Psicologa Clinica
Business & Life Coach
IG: laura_menza_ psicobenessere
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA