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Salute e benessere
12 Aprile 2024 - 07:27
Come uscire dal labirinto della Love Addiction
Le radici più profonde della Dipendenza Affettiva possono essere ricercate, come spesso avviene, nel rapporto con i genitori. Assenti, anaffettivi o al contrario troppo presenti, i genitori costituiscono la prima forma d’amore con la quale entriamo in contatto, appena veniamo al mondo. Le dinamiche emotive dei primissimi anni della nostra vita, creano le fondamenta dell’amore per noi stessi o, al contrario, di paure ed insicurezze. Da lì si sviluppa la nostra capacità di amare e lasciarci amare.
La Dipendenza Affettiva non va scambiata per romanticismo, né per passionalità, al contrario può essere motivo di profonda infelicità e causa stessa dell’inizio e della fine di moltissime relazioni. Studi recenti hanno evidenziato la connessione tra i traumi relazionali precoci, stili genitoriali e le manifestazioni di Dipendenza Affettiva. Una incostante ed incoerente risposta ai bisogni del bambino da parte dei caregiver, creerebbe il substrato per un attaccamento insicuro, condizionante per tutta la vita (se non opportunamente compreso e gestito). E’ interessante segnalare, come alcune ricerche mostrino come il legame di attaccamento cominci a prendere forma addirittura ancor prima del parto e già in fase perinatale. Tra i fattori che contribuirebbero a sviluppare una relazionale funzionale, troviamo il desiderio e l’accoglienza da parte dei genitori rispetto alla nascita del figlio, lo stato emotivo e mentale della madre durante la gravidanza, le fluttuazioni ed i livelli ormonali e le modalità del parto. L’interiorizzazione dei pattern comportamentali appresi nelle prime fasi della vita, porterebbe ad una riproposizione in età adulta degli stessi.
La Dipendenza Affettiva non va scambiata per romanticismo, né per passionalità, al contrario può essere motivo di profonda infelicità e causa stessa dell’inizio e della fine di moltissime relazioni. Chi vive sulla propria pelle, spesso inconsapevolmente, delle forme di attaccamento disfunzionale al proprio partner, può finire per dimenticare i propri bisogni, perdendo di interesse verso aree della propria vita (lavoro, famiglia, amici, hobbies, ecc.). Parliamo dunque di una condizione che può avere risvolti seri - al pari di ogni altra dipendenza - e che merita di essere trattata clinicamente. La dipendenza affettiva è stata definita come un bisogno compulsivo di relazioni che persiste nonostante le sue avverse conseguenze (Reynaud, Karila, Blecha e Benyamina 2010). La relazione con il partner è percepita come “essenziale” per la propria vita, così come lo è l’acqua per la sopravvivenza. Una paziente nel raccontarmi i suoi vissuti, mi riferisce questa analogia così calzante: “quando non sono con lui, sento di non riuscire mai a dissetarmi”.
La dipendenza affettiva è un disturbo autonomo che riguarda donne e uomini e che presenta similitudini con le altre dipendenze da sostanze poiché le aree cerebrali che si attivano, risulterebbero essere le medesime. È stata classificata tra le new addiction, pur non rientrando tra i disturbi mentali diagnosticati nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Non necessariamente un comportamento di dipendenza è sinonimo di una personalità totalmente dipendente. Questa condizione, è caratterizzata dal “craving” ovvero un desiderio compulsivo di ricerca e vicinanza al partner. Questo bisogno spasmodico persiste nella DA nonostante il legame presenti caratteristiche di frustrazione ed insoddisfazione. La persona dipendente attua dei comportamenti rinunciatari rispetto all’ascolto di sé stessa, in alcuni casi tali da compromettere la propria vita sociale e professionale.
QUANDO IL DESIDERIO SI TRASFORMA IN BISOGNO? Nel Romantic Love (ovvero nella fase dell’innamoramento) un certo grado di dipendenza è funzionale alla creazione di un rapporto d’amore. Ma quando le caratteristiche tipiche dell’innamoramento diventano rigide, necessarie e non evolvono nel tempo lasciando spazio ad un sentimento più diffuso, il rischio è il passaggio ad un legame d’amore disfunzionale caratterizzato dalla dipendenza e dal bisogno, così come accade nella Love Addiction. “Tu vuoi sapere come sto? Sto come una pianta senza acqua. Le Donne senza amore muoiono da vive. Me lo diceva sempre mia madre… Aveva ragione, sai?” (I giorni dell’abbandono - 2005 - film di Roberto Faenza, tratto dall’omonimo libro di Elena Ferrante). La dipendenza affettiva non riguarda solo uno dei due partner, ma è soprattutto una dinamica di coppia che da vita ad un rapporto caratterizzato dall’assenza di reciprocità. Alla base, sentimenti profondi di svalutazione, il non sentirsi degni d’amore, la paura dell’abbandono e del rifiuto, porterebbero inconsapevolmente a scegliere partner problematici evitanti, rifiutanti o anaffettivi che confermerebbero la percezione di sé. “Non sono abbastanza. Non vado bene. Non merito di meglio”. Chi soffre, anche inconsapevolmente, di dipendenza affettiva, considera il partner ancòra di salvezza della propria vita, collante necessario per tenere insieme ogni pezzo del proprio essere e al quale viene attribuito il ruolo di “riparatore” di antiche ferite.
RITROVARE LA PROPRIA CENTRALITÀ, È POSSIBILE Le difficoltà emotive, relazionali e comportamentali possono essere adeguatamente comprese e fronteggiate con l’ausilio di figure professionali specializzate. Un percorso necessario se si vuole vivere appieno la propria vita e costruire delle relazioni mature e salde. Diventare consapevoli, riconoscere, accettare le proprie emozioni, esprimere i propri bisogni senza vergognarsi, comprendere i sensi di colpa avvertiti, attribuire a sé stessi il proprio valore, sono tutte tappe di un percorso evolutivo necessario per costruire la propria autonomia ed autostima, per diventare padroni della propria vita e vivere in modo appagante ed evolutivo le relazioni.
dott.ssa Laura Menza
• Psicologa Clinica
• Business & Life Coach
IG: laura_menza_psicobenessere
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Testata: Buonasera
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