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Salute
09 Febbraio 2024 - 07:19
Auto-sabotaggio e sabotatori interni
Proprio quando le cose sembrano andare finalmente per il verso giusto, si può innescare un meccanismo interiore per cui si pensa di non meritare la felicità, si cerca ogni aspetto negativo in ciò che può andare bene e si finisce per distruggere quel che si è faticosamente creato. Come mai certe storie nella nostra vita si ripetono, quando cercavamo solo di scappare da esse? Quali meccanismi s’innescano nella nostra mente quando ciò succede? Perché la nostra voce interiore va in certe direzioni? Perché pensiamo di dover mortificare le nostre iniziative anziché incoraggiarle? Come spesso avviene, la risposta è nell’infanzia. Le relazioni disfunzionali vissute nel passato si traducono in schemi emotivi e cognitivi limitanti che possono impedire un completo appagamento personale.
L’auto-sabotaggio, che induce a processi distruttivi anziché costruttivi nella vita, trae le sue fondamenta dall’infanzia. L’auto-colpevolizzazione come modalità di relazionarsi con se stessi è disfunzionale e può essere, inconsapevolmente, innescata dai genitori molto precocemente. Quando i caregiver sono eccessivamente rigidi, esigenti e severi entrano in scena sensi di colpa, paura dell’abbandono e ricatto emotivo. Assumersi le proprie responsabilità può essere utile migliorarsi e dare sempre il meglio di sé, ma sul lungo periodo essere ripresi costantemente può diventare parte integrante della propria voce interiore. Progressivamente le pressioni eccessive potrebbero generare stati di ansia, insoddisfazione, sentimenti di inadeguatezza e perfezionismo patologico. Alcune persone attivano inconsapevolmente comportamenti che finiscono per distruggere la propria esistenza, le proprie relazioni e, a volte, il proprio percorso psicologico, il tutto, tipicamente, quando le cose sembrano andare per il meglio. La vocina nella tua testa a volte sa essere la più crudele al mondo.
Quella voce è fatta anche di critiche, giudizi e pressioni ricevute ed accumulate negli anni. Ricatti emotivi, sollecitazioni fatte dai genitori per stimolare l’impegno e direzionare le scelte possono diventare eccessivi sensi di colpa, auto-critica, insicurezza ed emotività paralizzante. All’origine questi meccanismi hanno una funzione protettiva che ha lo scopo di evitare il dolore, nel tempo tuttavia diventano automatici, trasformandosi in pensieri e comportamenti limitanti. Nella mente, parte Saggia e Sabotatori Interiori si affrontano costantemente e si contendono il comando dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. L’equilibrio tra le due parti, cambia nel corso degli anni e si modifica in base alle circostanze, rendendoci a volte capaci di agire ed altre volte no. I sabotatori che abbiamo nella testa non sono tutti uguali. Di seguito, per meglio comprenderli, la classificazione proposta dall’autore S. Chamine: 1) Il compiacente. Vorrebbe attorno a sé serenità, affetto ed apprezzamento.
Ha un forte bisogno di essere amato/di piacere. Cerca sempre di compiacere gli altri. “Se metto gli altri davanti ai miei bisogni, non resterò solo”; 2) Il perfezionista. Ha un bisogno di dedicarsi scrupolosamente ad ogni cosa. E’ ipercritico. Lavora troppo per compensare l’inadeguatezza e vive male le critiche quando gli vengono rivolte. “Devo essere impeccabile o tutto andrà male”; 3) Il performante. Vive la vita come una sfida a migliorarsi. Compete per vincere ed essere apprezzato. Maschera le insicurezze dietro un’immagine vincente. “Hai valore finché hai successo”; 4) Il controllore. Ama far bene le cose, con ordine. Si fa carico di mille cose con ansia ed impazienza. Ottiene risultati ma a scapito dei sentimenti altrui. “Gli altri hanno bisogno di me, sennò si perdono”; 5) Il previdente. Ha bisogno di prevenire i rischi e prepararsi al peggio. Valuta le opzioni e programma. Dubita costantemente, non si fida del prossimo. “E se va male?”; 6) L’iper-razionale. Non vuole apparire debole ed indifeso e gestisce le situazioni con lucidità. Razionalizza tutto, anche i sentimenti. Non permette a molti di entrare nella sua privacy. “Io uso pensiero e azione, i sentimenti distraggono”; 7) La vittima. Ha bisogno di protezione ed aiuto. Tende a chiudersi se sente di non essere compreso. Pensa di tenere strette a sé le persone, mostrando le sue fragilità.
“Mi capitano solo cose brutte”; 8) Il rinunciatario. Vorrebbe evitare umiliazioni e conflitti. Il suo obiettivo è vivere sereno. Si concentra su ciò che è facile e positivo. Finisce schiacciato dai problemi che ha rimandato. “Se non ci penso, si risolverà da sé”. La tua voce interiore ti ha mai parlato così? Proviamo intanto a riconoscere e come agiscono i Sabotatori interni: a) memorizzano tutti gli errori della tua vita e te li rinfacciano; b) commentano ogni tua scelta; c) ti svegliano di notte per ricordarti tutti gli errori commessi; d) sono severi e giudicanti; e) coltivano sensi di colpa; 7) ti paragonano agli altri; 8) ti ricordano i motivi per cui non dovresti essere felice. L’unico scopo di questi pensieri è quello di criticare e demolire, ne consegue che imparare a riconoscere e gestire queste voci è vitale per il benessere personale. Quando la tendenza all’auto-sabotaggio è frequente, la causa radice è generalmente una scarsa autostima. Per questo, nel mio lavoro di psicologa e life coach, so quanto sia essenziale un percorso di ricostruzione della fiducia in sé stessi e dell’autostima. Un viaggio spesso lungo ed insidioso all’interno di se stessi finalizzato al raggiungimento di uno stato di serenità, accettazione e consapevolezza.
Dott.ssa Laura Menza
Psicologa Clinica - Business e Life Coach IG
Laura_ menza_psicobenessere
Testata: Buonasera
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