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Salute

La capacità di gestire lo stress: una life skill da sviluppare

Consigli utili per vivere meglio

La capacità di gestire lo stress: una life skill da sviluppare

La capacità di gestire lo stress: una life skill da sviluppare

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto venti anni fa, nel 1993, il concetto di life skills, ossia competenze psicosociali fondamentali, da acquisire preferibilmente a scuola, che consentono alle persone di far fronte efficacemente alle richieste e sfide della vita di tutti i giorni; tra queste compare anche la capacità di gestire lo stress.

Si tratta di un’abilità necessaria per la salute fisica e mentale, soprattutto alla luce dello stile di vita attuale caratterizzato da molte richieste, tanti stimoli a cui rispondere anche in contemporanea, ritmi frenetici e attenzione alla performance. Lo stress è una risposta psicofisica dell’organismo a richieste (stimoli stressogeni o stressors) che provengono dall’ambiente.

La risposta che la persona emette dipende dall’interazione dinamica tra individuo e ambiente. Ogni persona, con la propria struttura genetico-costituzionale, le sue capacità di fronteggiamento, le competenze e la storia personale reagirà in modo diverso alla stessa fonte di stress; l’ambiente in cui lo stressor si presenta può essere dotato di determinate risorse (ambiente familiare, relazioni amicali, ecc.) in grado, più o meno, di fornire sostegno/aiuto e lo stimolo stressante può essere di varia natura e connotarsi diversamente per frequenza, intensità e durata. Gli stressors possono essere di diverso tipo: uno sforzo fisico, un impegno intellettuale, un cambiamento lavorativo, un trasferimento, una malattia, un lutto, un incidente, ecc.

Ogni individuo interpreta e valuta diversamente, in modo soggettivo, questi agenti stressanti, percependoli in modo positivo (eustress) o negativo (distress). L’eustress, più nello specifico, porta all’attivazione dell’individuo per fronteggiare un cambiamento necessario per soddisfare i suoi bisogni, generando emozioni gradevoli; il distress, al contrario, causa emozioni sgradevoli, in quanto le richieste dell’ambiente superano le capacità della persona di rispondervi nel giusto modo e nei giusti tempi. Nel gergo quotidiano, quindi, parlando di stress ci riferiamo quasi esclusivamente al distress.

Le fasi di risposta psicofisica della persona alle fonti di stress sono, in successione temporale, tre: la fase di allarme, resistenza e esaurimento. Durante la fase di allarme, la persona, in presenza dello stressor, inizia ad attivare le proprie risorse per far fronte alle nuove richieste di adattamento, consumando più energie e generando modificazioni di carattere biochimico e ormonale (rilascio di adrenalina, noradrenalina e cortisolo). Successivamente, durante la fase di resistenza, la persona si adatta a una realtà nociva e si organizza in senso difensivo, come se la minaccia fosse sempre presente. Infine, durante l’ultima fase dell’esaurimento, si verifica il collasso delle difese e la persona diventa incapace di rispondere adeguatamente alle richieste dell’ambiente e di adattarvisi ulteriormente.

Quindi, quanto più frequentemente, intensamente e a lungo un individuo prova distress, tanto più è predisposto a un calo del rendimento, un indebolimento del sistema immunitario e un’insorgenza di malattie fisiche (problemi cardiologici, dermatologici, endocrini, intestinali, ecc.) e disturbi mentali (ansia, insonnia, depressione, disturbi dell’adattamento, ecc.). Per prevenire la malattia, è necessario innanzitutto ascoltare i segnali di allarme che provengono dal proprio corpo e dalla propria mente, per fermare, il prima possibile, l’evoluzione negativa che lo stress causa. Le spie a cui bisogna prestare attenzione sono: stanchezza, irritabilità, problemi di sonno, perdita di concentrazione e motivazione, scarsa lucidità mentale, errori nelle performance, tensione e dolori muscolari, emicranie, dolori addominali, coliti, tachicardia, ecc. In seguito, occorre implementare una o più strategie per gestire correttamente il problema.

Le modalità con cui gli individui fronteggiano gli stimoli stressogeni sono diversi e costituiscono un vera e propria “cassetta degli attrezzi”, una dotazione preziosa di risorse che prende il nome di strategie di coping. Tali strategie possono essere in parte innate, già presenti nell’individuo, ma possono anche essere sviluppate in un percorso psicologico con l’aiuto di un professionista. Esse possono essere focalizzate sulla persona (risorse interne), sugli stressors o sull’ambiente (risorse esterne). Nello specifico, l’individuo può apprendere tecniche psicologiche per sviluppare un pensiero più razionale e positivo e le capacità di tolleranza, autoregolazione emotiva, accettazione e autoefficacia.

In merito agli stressors, a seconda della tipologia, la persona imparerà ad eliminarli, modificarli, oppure, se cronici e irreversibili, accettarli e adattarsi nel giusto modo. Infine, la persona può agire anche a livello ambientale, cercando risorse sociali, tra quelle disponibili, per ricevere aiuto pratico e supporto emotivo (effetto cuscinetto). Per concludere, ecco alcuni consigli di vita sempre utili al fine di prevenire lo stress: mantenere un corretto ed equilibrato stile di vita, con abitudini alimentari sane, ritmo sonno-veglia regolare, attività sportiva regolare, tempo dedicato al rilassamento e alla meditazione. È importante anche rallentare i ritmi di vita e bilanciare, ogni giorno, attività di dovere/responsabilità con attività sociali e di svago.

È buona e funzionale abitudine, infine, compiere anticipatamente una pianificazione, organizzazione e gestione del proprio tempo, anche settimanale, facendo attenzione alle indicazioni sopra riportate. E’ importante ricordare che se da soli non si riesce a gestire lo stress, allora, è necessario chiedere l’aiuto di un professionista della salute mentale (psicologo, psicoterapeuta o psichiatra), soprattutto in presenza di disturbi acuti o post-traumatici da stress.

 

Dott.ssa Veronica Macripò
Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Terapeuta EMDR
www.veronica macripo.it

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