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28 Luglio 2023 - 07:26
La terapia Emdr
Gli eventi traumatici o particolarmente negativi della vita possono causare ferite emotive che spesso rimangono aperte, generando sintomi più o meno visibili e consapevoli. Esistono traumi con la T maiuscola e traumi con la t minuscola.
I primi sono esperienze di vita in cui la persona ha vissuto direttamente o indirettamente situazioni di morte reale, minaccia di morte, grave lesione o violenza sessuale. I secondi, invece, sono microtraumi, spesso ripetuti nel tempo, come episodi di bullismo, violenza domestica, conflittualità familiare, fine di relazioni sociali o affettive, ecc. Le ferite da traumi di grossa portata sono più visibili e pervasive, portando, spesso, all’insorgenza del “Disturbo Post-Traumatico da Stress (DPTS)”. Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) i pazienti con DPTS manifestano i seguenti sintomi: flashback e incubi ricorrenti; evitamento del ricordo o degli stimoli (persone, luoghi, situazioni) connessi al trauma; amnesia totale o parziale del trauma; alterazioni negative di pensieri ed emozioni associate all’evento (es. senso di colpa non giustificato); ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme; disturbi del sonno; irritabilità; abbassamento del tono dell’umore; apatia ed isolamento sociale.
Si assiste, quindi, ad una compromissione del funzionamento della persona in tutte le aree di vita. Le conseguenze invece dei microtraumi, pur se non così impattanti, non sono trascurabili, poiché portano a forgiare e modificare la personalità e il futuro della vittima. Particolare attenzione dovrebbe essere posta agli eventi avversi che accadono durante l’infanzia e l’adolescenza e riguardano il rapporto con le figure di riferimento (i genitori). Tale fase di vita è molto delicata e porta alla formazione di credenze di sé, degli altri e del mondo che diventano gli “occhiali” con cui interpretiamo e valutiamo gli eventi. Molti disturbi psicologici (per esempio i disturbi di personalità) sono causati proprio da microtraumi ripetuti, anche se la connessione causale non appare lampante. I traumi, quindi, hanno davvero un grosso potere, dal punto di vista psicologico, sulle nostre vite, sulla nostra salute e sul nostro futuro. L’uomo è dotato, per fortuna, di un Sistema Interno di Guarigione, costituito da risorse interiori (fattori protettivi) spesso in grado di elaborare e risolvere la sofferenza emotiva connessa ai traumi in autonomia.
Talvolta, però, questo non avviene e il sistema interno di guarigione si blocca. Il trauma rimane nella memoria anche per una vita intera, in un compartimento stagno con tutti i dettagli percettivi, somatici, cognitivi ed emotivi abnormi esperiti al momento del ricordo. La riattivazione di esso, conseguente a fattori di innesco, ripropone la stessa identica sofferenza, anche quando le circostanze ambientali del presente non lo giustificano più. E’ una prigione emotiva e non razionale. La Terapia EMDR (acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un approccio psicoterapico nuovo, scoperto dalla ricercatrice americana Francine Shapiro negli anni ’90. Si tratta di un metodo straordinariamente veloce ed efficace per trattare i traumi e gli eventi della vita particolarmente negativi. E’ una terapia evidence-based - ossia di efficacia dimostrata da numerosi dati scientifici - e raccomandata dall’OMS e dal nostro Ministero della Salute. La Terapia EMDR si articola in fasi e consta di protocolli specifici per i diversi disturbi psicologici connessi a traumi. In linea generale il terapeuta, dopo una fase di anamnesi, diagnosi e preparazione, conduce il paziente a ricordare l’evento traumatico sottoponendolo ad un compito di dual task (attenzione divisa).
Mentre rievoca i dettagli dell’evento, il paziente segue le dita del terapeuta che compie, nel suo campo visivo a distanza di poco più di un metro, alcuni set di movimenti bilaterali sinistra-destra. Esistono anche forme di stimolazione bilaterale alternative, come il “tapping” (tamburellamento sinistra-destra) sulle ginocchia del paziente o “abbraccio della farfalla” (incrocio delle braccia del paziente e colpetti sulle spalle in modo alternato sinistra-destra). In questo modo è dimostrato scientificamente che si desensibilizza l’emozione associata all’evento, arrivando alla neutralità emotiva. Il ricordo traumatico viene percepito “lontano” e con distacco emotivo: viene, quindi, rielaborato, ossia reinterpretato con un punto di vista nuovo, più realistico e ampio. A questo punto anche il trauma viene integrato nella rete dei ricordi della memoria autobiografica del paziente, divenuta finalmente lineare, coerente e integra. Il paziente, grazie alla terapia EMDR, non lavora solo sul passato e sui ricordi generatori di disturbi psicologici, ma anche sul presente (trigger e situazioni scatenanti recenti) e sul futuro (esposizione ad eventi e situazioni critiche future). La forza della terapia EMDR consiste, quindi, in un aiuto veloce ed efficace su tutti gli aspetti disfunzionali del disturbo psicologico connesso al trauma, permettendo al paziente di sviluppare Resilienza, una straordinaria forza interiore che gli consentirà di fronteggiare correttamente anche gli eventi negativi futuri.
dott.ssa Veronica Macripò
Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale e Terapeuta EMDR
www.veronica macripo.it
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