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Salute
14 Luglio 2023 - 08:15
La tintarella
Il Sole è una stella di idrogeno situata a 149 milioni di chilometri dalla Terra e svolge un ruolo cruciale per la vita sul nostro pianeta. Grazie alle reazioni termonucleari che avvengono al suo interno, emette una continua radiazione elettromagnetica, tra cui i raggi cosmici. Tuttavia, è fondamentale comprendere i potenziali effetti nocivi dell’eccessiva esposizione solare sulla nostra pelle.
L’irradiazione solare varia in base alla latitudine, aumentando al diminuire della latitudine verso l’equatore. Nelle regioni settentrionali d’Italia, ad esempio, da aprile a ottobre si registra la più intensa radiazione solare. Inoltre, la massima irradiazione si verifica a mezzogiorno, quando i raggi solari colpiscono la superficie terrestre in modo perpendicolare. I raggi solari sono composti da diverse componenti, tra cui gli UVA (raggi ultravioletti A) e gli UVB (raggi ultravioletti B). Gli UVA seguono le variazioni della luce visibile, mentre gli UVB raggiungono l’irradiazione massima quando il sole è allo zenit. Gli UVA penetrano più in profondità nella pelle rispetto agli UVB e possono causare danni al DNA, al citoplasma, alle membrane e al tessuto connettivo. Inoltre, possono provocare immunosoppressione locale. Una caratteristica importante degli UVA è che la loro energia rimane costante durante tutto il giorno e non viene ridotta dal tempo nuvoloso.
Ciò significa che l’esposizione ai raggi UVA può verificarsi anche in assenza di luce solare diretta. Inoltre, è importante sottolineare che i vetri non bloccano gli UVA, pertanto è necessario adottare precauzioni anche quando ci troviamo all’interno di edifici o veicoli. La fotoprotezione è essenziale per prevenire danni alla pelle causati dall’esposizione solare. Una strategia efficace è la fotoprotezione fisica attraverso l’uso di abbigliamento adeguato. I colori scuri offrono una protezione due volte maggiore rispetto ai colori chiari dai raggi UV e dalla luce visibile. Il bianco, invece, protegge dal calore e quindi dagli infrarossi. Inoltre, il tipo di tessuto fa la differenza: ad esempio, un indumento in cotone ha un alto coefficiente di protezione, mentre un collant da donna in nylon o poliestere ha un coefficiente di protezione inferiore. Da notare anche che un indumento umido scherma meno gli UVA rispetto a uno secco. Tuttavia, l’abbigliamento da solo non è sufficiente per garantire una protezione completa contro i raggi solari. È necessario ricorrere a sistemi filtranti più efficaci, come schermi solari e filtri. Gli schermi solari sono costituiti da polveri inerti di origine minerale che deviano e disperdono le radiazioni solari attraverso riflessione e difrazione.
I filtri, invece, sono molecole sintetiche solubili, ricche di doppi legami, che offrono una protezione fotochimica assorbendo selettivamente l’energia di alcuni fotoni. Sebbene l’esposizione al sole abbia anche benefici per la salute, è importante prendersene cura correttamente per evitare eventuali patologie cutanee. L’eritema solare, ad esempio, appare dopo 6-24 ore dall’esposizione e scompare dopo 24-72 ore, talvolta con desquamazione o pigmentazione. Le fotodermatosi comprendono una serie di malattie cutanee in cui si manifesta una sensibilità anomala alla luce, come le fotodermatosi idiopatiche, le dermatiti da fotosensibilizzazioni, le dermatosi fotoaggravabili, le fotodermatosi metaboliche e le genodermatosi. Una delle forme più comuni di fotodermatosi è la lucite estivale benigna, che colpisce principalmente le giovani donne senza precedenti anamnesi.
Si presenta con eruzioni pruriginose e polimorfe localizzate al décolleté, con un aggravamento che si ripete ogni anno. Altre condizioni associate all’esposizione solare includono l’orticaria solare, una manifestazione eritemato-papuloide che appare immediatamente dopo la fotoesposizione, e l’eliodermia, un processo di invecchiamento cutaneo che può essere intrinseco (programmato geneticamente e fisiologico) o estrinseco (indotto principalmente dall’esposizione solare). I segni di eliodermia includono un colorito giallastro dell’epidermide con ipo e/o iperpigmentazione, macchie attiniche e teleangectasie, mentre il derma diventa progressivamente ispessito, con lassità, rugosità e la comparsa di rughe profonde, cheratosi ed epiteliomi. Purtroppo, la mancanza di informazione ed educazione sulla corretta esposizione al sole può comportare ritardi nella prevenzione primaria e secondaria delle patologie cutanee. Molte campagne di sensibilizzazione si concentrano principalmente sui raggi UVB, trascurando altre componenti dannose dei raggi solari. È fondamentale attivare una catena di informazione sulla salute per educare la popolazione sull’importanza di una corretta esposizione al sole. Questo può essere ottenuto attraverso l’autoanalisi e l’autocontrollo, ma quando necessario, è consigliabile consultare uno specialista dermatologo almeno una o due volte l’anno per una valutazione più approfondita e un’adeguata gestione della protezione solare.
Dr. Antonio Bandiera
Specialista Dermatologo
Centro Medico Polispecialistico Santa Lucia di Statte
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