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Riva dei Tessali, un sogno da ricostruire

Per anni è stata sinonimo di lusso e riservatezza. Senza sfarzo, in un delicato e ri­spettoso equilibrio con la natu­ra. Riva dei Tessali è stata l’oasi esclusiva della litoranea ionica, una perla incastonata in una rigo­gliosa foresta di pini, resa ancora più preziosa dal celebre campo da golf da 70 ettari, un impianto sportivo che le ha dato dimen­sione e notorietà internazionale. Una gloria tuttavia evaporata da diversi anni, da quando, cioè, la vecchia proprietà ha alzato ban­diera bianca e una vasta porzione di quei 175 ettari complessivi di paradiso è finita al centro di pro­cedure fallimentari. Riva dei Tessali oggi è in affanno, ma è anche vero che importanti spiragli di rinascita si intravedo­no. Sul destino di questo lembo di costa dove approdarono i pro­fughi della Tessaglia si è infatti affacciato l’interesse di Antonio Albanese, il noto imprenditore ti­tolare della Cisa di Massafra, che ha già investito nel turismo acqui­stando il complesso Nova Yardi­nia, a Castellaneta Marina. Alba­nese ha già rilevato la piscina e la piazza commerciale di Riva dei Tessali e ha già manifestato inte­resse per acquisire l’albergo e al­tri gruppi di case vacanza all’in­terno del villaggio. A settembre è prevista la vendita all’asta che avrebbe dovuto tenersi ad aprile, poi slittata per via dell’emergen­za Covid. L’imprenditore non ha fatto mistero di voler rilevare an­che il campo da golf in una ottica di rilancio complessivo di questa magnifica località che negli anni ‘60 riuscì a sedurre anche facol­tose famiglie del nord Italia, oltre che dell’intera Puglia. Già, perché il sogno di Riva dei Tessali nasce proprio in quegli anni: erano gli anni del boom e Taranto si apriva alla grande stagione del benesse­re economico prodotto dall’inse­diamento siderurgico che porterà il capoluogo ionico all’attenzione di interessi nazionali e interna­zionali. Riva dei Tessali sorse in quel contesto di fiducia nel futuro e fu il frutto del lavoro visionario del conte Ferrero, legato per ma­trimonio alla famiglia Giovinazzi che era la proprietaria dell’area, e del grande architetto, designer e urbanista Luigi Caccia Dominio­ni. «Si trattò, per l’epoca, di una ope­raizone di grande rilievo con un approccio educato, sensibile alla salvaguardia dell’equilibrio am­bientale», ricorda oggi - interpel­lato da TarantoBuonasera - l’in­gegner Vito Labarile, residente storico di Riva dei Tessali. «Più che un borgo era un villag­gio, un modo per vivere il bosco non per prevaricarlo. Quel pro­getto nasceva da un forte senso di comunità e di un rapporto ri­spettoso tra uomo e natura, basti pensare che non c’è neppure un metro d’asfalto. Le successive espansioni a mio avviso si sono allontanate da quello spirito ori­ginario». Oggi a Riva di Tessali vivono tra le millecinquecento e le duemi­la persone che abitano circa 450 unità immobiliari. Sono loro, i residenti, che in questi anni di de­clino si sono spesi, e hanno speso, per conservare un livello di digni­tà alla qualità della vita di Riva dei Tessali. «I residenti - dice sempre l’inegner Labarile - sono i veri custodi della storia di questo villaggio. Sono stati i residenti a dotarlo delle urbanizzazioni pri­marie e di tutti gli interventi per la messa a norma degli impianti. Tutto senza un centesimo di con­tributo pubblico, tutto con le pro­prie tasche». Ora c’è l’intervento di Albanese a ridestare fiducia: «Spero dav­vero che questo imprenditore, che non conosco personalmente, possa completare il disegno di ri­costruzione e rilancio di Riva dei Tessali. La nostra è una storia che merita di essere consegnata alle future gnerazioni». Enzo Ferrari Direttore responsabile
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