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Taranto

Diossine e Pcb nei nelle cozze di Taranto, ecco cosa dice la Asl

Oltre 1.200 campionamenti in 14 anni, 126 non conformità solo nel Primo seno. Distrutte tonnellate di cozze irregolari, mentre resta alta la vigilanza con Capitaneria, Finanza e Nas

Mitilicoltura

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TARANTO – Dopo le polemiche emerse sulla stampa, la Asl di Taranto ha diffuso un documento dettagliato per fare chiarezza sulla questione delle diossine (PCDD e PCDF) e dei policlorobifenili (PCB-DL e PCB-NDL) nei mitili del Primo seno del Mar Piccolo, ribadendo la sicurezza della produzione proveniente dai circuiti autorizzati.

Dal 2011, il Dipartimento di Prevenzione ha messo a punto piani mirati per tutelare la salute pubblica e salvaguardare il comparto della mitilicoltura. In 14 anni sono stati effettuati 1.247 campionamenti, con 126 non conformità registrate, tutte nel Primo seno. A seguito di questi risultati, sono state emanate diverse ordinanze, tra cui la più recente, la n. 379/24 del Presidente della Regione Puglia, che conferma il divieto assoluto di raccolta e commercializzazione dei mitili allevati nel Primo seno. È invece consentito il prelievo del seme e lo spostamento del novellame in aree idonee, entro il 28 febbraio di ogni anno, a condizione che i controlli ufficiali abbiano dato esito conforme.

La Asl sottolinea che la contaminazione riguarda i sedimenti del fondale, che nei mesi estivi vengono sospinti e filtrati dai mitili adulti, determinando un bioaccumulo oltre i limiti di legge. Diversa la situazione per il novellame, che nei mesi invernali, grazie alle basse temperature e alla ridotta capacità filtrante, non mostra accumuli significativi.

Non meno rilevante il fronte dei controlli repressivi. Il Dipartimento ricorda di aver condotto, con il supporto di Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza e Carabinieri del Nas, decine di operazioni contro allevatori abusivi e commercianti che operavano in difformità dalla normativa. Sono state commutate sanzioni amministrative e distrutte numerose tonnellate di mitili privi di certificazione sanitaria. “Molte di queste attività – specifica l’Asl – non hanno avuto clamore mediatico, ma ciò non significa che siano state meno incisive ed efficaci”.

L’impegno non si limita alle sole sostanze diossina e Pcb. Le normative europee prevedono infatti anche controlli su batteri e virus (E. coli, Salmonella, Norovirus, epatite A), biotossine marine (Psp, Dsp e altre lipotossine) e inquinanti chimici (piombo, cadmio, mercurio, idrocarburi policiclici aromatici, radionuclidi). Secondo la Asl, migliaia di referti analitici negli ultimi anni hanno confermato la conformità dei prodotti provenienti dalle aree autorizzate.

L’azienda sanitaria precisa inoltre che la presenza di cozze a taglia commerciale nel Primo seno, anche se non destinate al consumo, è funzionale ai campionamenti ufficiali, indispensabili per valutare eventuali cambiamenti nei livelli di contaminazione. “Non si tratta mai – spiega la Asl – di allevamenti destinati alla commercializzazione, bensì di mitili utilizzati per scopi esclusivamente scientifici e di monitoraggio”.

Per rafforzare la vigilanza, il Dipartimento di Prevenzione si è recentemente dotato di una imbarcazione dedicata alle operazioni di sorveglianza e campionamento. Inoltre, la Asl è partner attivo del progetto di decontaminazione dei mitili del Primo seno, che prevede il trasferimento controllato in Mar Grande. L’iniziativa, promossa dalla Struttura commissariale per le bonifiche guidata dal professor Uricchio, coinvolge anche la Guardia Costiera, il Cnr di Taranto e Arpa Puglia.

“La tutela della salute pubblica – conclude la nota – resta la nostra priorità assoluta. I controlli serrati, il sistema di tracciabilità e i progetti di decontaminazione sono garanzia di sicurezza per i consumatori e di trasparenza per gli operatori che lavorano nel rispetto della legge”.

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