Cerca

Cerca

Taranto

Bufera sulle cozze tarantine dopo le dichiarazioni di Magistà

Comune e Confcommercio replicano con fermezza: controlli costanti garantiscono qualità e sicurezza, accuse prive di fondamento danneggiano un’intera filiera. Interviene anche Confapi

Cozze in Mar Piccolo

Cozze in Mar Piccolo (foto d'archivio)

TARANTO - Le parole pronunciate in diretta su Rai 3 da Enzo Magistà, ex direttore di Telenorba, hanno scatenato una dura reazione a Taranto. Il giornalista ha affermato che le cozze tarantine sarebbero allevate “nel Mar Piccolo inquinato dalla diossina”. Un’affermazione che ha immediatamente provocato la replica del Comune di Taranto e della Confcommercio, decisi a difendere la dignità di un comparto produttivo che rappresenta una delle identità storiche della città.

L’assessore allo sviluppo economico Francesco Cosa ha ricordato che il Primo Seno del Mar Piccolo è da anni sottoposto a restrizioni e a monitoraggi sanitari puntuali per la presenza di diossine e Pcb. Ha precisato che i controlli effettuati da Arpa Puglia e dagli enti competenti certificano la conformità dei mitili destinati alla commercializzazione. I dati del 2023 confermano che le aree designate rispettano i parametri di legge. Inoltre, ha sottolineato che è in corso un progetto interistituzionale per garantire ulteriori livelli di sicurezza attraverso il trasferimento dei mitili in aree idonee come il Mar Grande.

Secondo Cosa, le dichiarazioni di Magistà rischiano di gettare discredito su un prodotto che oggi può essere definito tra i più controllati d’Italia, con sistemi di tracciabilità e vigilanza che impediscono l’immissione sul mercato di cozze non conformi. In particolare, le acque del Secondo Seno sono classificate “A”, il che significa che i mitili possono essere destinati direttamente al consumo senza ulteriori trattamenti.

Anche Confcommercio Taranto ha espresso indignazione, definendo le parole di Magistà un atto di grave disinformazione. In una nota, l’associazione ha ricordato che la “Cozza Nera Tarantina” è un presidio Slow Food e che l’intera filiera è sottoposta a controlli rigorosi da parte di ASL e Arpa. Ogni anno, entro il 28 febbraio, la produzione viene spostata dal Primo al Secondo Seno del Mar Piccolo o al Mar Grande per garantire il massimo livello di sicurezza.

Confcommercio ha ribadito che eventuali criticità riguardano soltanto produzioni illegali in aree interdette, fenomeno che non è circoscritto a Taranto e che viene contrastato dalle autorità, in primis la Guardia Costiera. Il comparto mitilicolo, ha spiegato l’associazione, è già alle prese con altre sfide, dai cambiamenti climatici alla scarsità del prodotto, e non può essere ulteriormente colpito da dichiarazioni prive di riscontro scientifico.

Per l’organizzazione di categoria, le cozze tarantine non sono soltanto un alimento, ma un simbolo culturale e identitario della città. Da qui la decisione di valutare eventuali azioni legali a tutela dei mitilicoltori e dei ristoratori, danneggiati da un allarmismo che rischia di colpire la reputazione e il lavoro di centinaia di famiglie.

Comune e Confcommercio si sono detti uniti nel difendere un comparto che opera legalmente, rispettando le regole e collaborando con le istituzioni. La linea è chiara: continuare a garantire controlli serrati e promuovere la cozza tarantina come un’eccellenza da gustare in piena sicurezza.

Sulla vicenda è intervenuto anche l'assessore regionale al Turismo, Sviluppo e impresa turistica, Gianfranco Lopane: “Difendere le cozze di Taranto significa difendere l’identità stessa della città e della Puglia. Per questo respingiamo con fermezza le affermazioni rilasciate dall’ex direttore Enzo Magistà in una trasmissione Rai, dichiarazioni che rischiano di ledere ingiustamente un settore sano, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Le cozze tarantine non sono un semplice alimento, ma un patrimonio identitario che intreccia storia, tradizioni, economia e cultura. Sono presidio Slow Food e rappresentano un elemento distintivo del prodotto turistico enogastronomico pugliese, contribuendo a valorizzare l’immagine della nostra regione nel mondo. Prima di diffondere opinioni in un contesto nazionale, è doveroso verificare con rigore i fatti: parlare senza cognizione significa arrecare un danno non solo alla reputazione dei nostri mitili, ma anche a mitilicoltori, produttori e a chi ogni giorno lavora con onestà per garantire qualità, sicurezza e genuinità. Non consentiremo che questo patrimonio venga svilito da notizie imprecise o strumentali. Al contrario, ribadiamo il nostro impegno affinché la filiera della mitilicoltura continui a rispettare standard elevati, trasparenti e verificabili, e affinché ogni interlocutore istituzionale riconosca e valorizzi la dignità di un settore che è pilastro della nostra comunità. Ci aspettiamo da Magistà un passo indietro: un gesto di responsabilità necessario per ristabilire la verità e restituire dignità a un comparto che è motivo di orgoglio per Taranto e per l’intera Puglia”.

Anche Confapi Taranto interviene "con fermezza in merito a fuorvianti dichiarazioni riguardanti il comparto dei mitili. Tali affermazioni generano non solo disinformazione, ma arrecano un grave danno al prestigio e alla credibilità del nostro territorio, danneggiando imprese, pescatori, cooperative e tutta la filiera che opera con trasparenza e rispetto delle normative. Desideriamo sottolineare con chiarezza che:

  • La stagione estiva appena trascorsa ha mostrato risultati positivi dal punto di vista della qualità e della produzione del prodotto mitile.
  • Nel Primo Seno del Mar Piccolo esiste una ordinanza sanitaria regionale che stabilisce che le attività di coltivazione delle cozze possono restare in situ fino a fine febbraio; in seguito, le cozze devono essere trasferite, come previsto dalle autorità competenti.
  • Sono già in atto importanti interventi di bonifica su cui il Commissario ha la responsabilità, volti a migliorare le condizioni ambientali e produttive del mare.
  • I controlli sulle cozze di Taranto sono costanti: sequestri effettuati nei casi di produzione o commercializzazione non autorizzata dimostrano che il sistema di tutela sanitario funziona.
  • Nelle zone in cui la mitilicoltura è esercitata secondo normativa – come il Secondo Seno del Mar Piccolo e il Mar Grande – non si registrano criticità strutturali di qualità del prodotto.
  • Ogni cozza che arriva al consumatore è stabulata, depurata, certificata. Chi acquista cozze può verificarlo nelle pescherie e con la documentazione prevista dalla legge.

Riteniamo che questa errata narrazione dei fatti non solo offenda il lavoro quotidiano di tanti operatori seri, ma induca anche una percezione sbagliata che può avere impatti negativi su investimenti, turismo, mercato locale e sull’immagine generale del territorio".

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori