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Stati Uniti d'Europa
10 Marzo 2025 - 11:16
Ursula von der Leyen, Volodymyr Zelensky e António Costa
Se le ultime settimane ci hanno insegnato qualcosa, è che viviamo in un'epoca di grave incertezza. Abbiamo pensato a una pace comoda e infinita. Purtroppo non è così. L’era che ci sta dinanzi sarà dominata dalle esigenze di sicurezza e strategiche. Speriamo tutti che ci sia al più presto la pace. Quando la speranza di pace tornerà concreta, si dovrà difenderla così come, nel secondo dopoguerra, si è difesa quella di noi europei occidentali: con presidi difensivi. Mai sparato un colpo contro nessuno, ma sono serviti a non farsi sparare.
Trump, con tono provocatorio e minaccioso, non perde occasione per affermare che “l’America è tornata”.
Ieri l'America di Biden ha armato l'Ucraina per difenderla dalla invasione Russa, oggi, quella di Trump. l'ha ignobilmente scaricata provando a rapinarle le terre rare a risarcimento degli aiuti che le ha concesso.
Si parla di terre rare perché è difficile trovarne un’alta concentrazione in uno specifico territorio.
Per gli Stati Uniti sono un pericoloso strumento geopolitico nelle mani della Cina e Trump si muove nella prospettiva di trovare soluzioni rapide ed efficaci. La presenza, in Ucraina quanto in Geoenlandia, per via del progressivo scioglimento della calotta artica, dei minerali preziosi e dei metalli tecnologici essenziali nei settori strategici, rappresentano per Trump un passo decisivo per mettere in crisi la catena di approvigionamento cinese. Potrebbero esserlo anche per l'Europa.
Una nuova strategia va impostata sul multipolarismo competitivo, che assume una logica diversa da quella d Yalta che era fondata sul bipolarismo. Un passaggio di qualità significativo che ci consente di uscire da una strettoia soffocante. In questo multipolarismo, abbiamo un gigante, la Cina, con cui bisogna fare i conti che può stare dalla parte del multipolarismo competitivo. È una grande potenza strategica, economica, finanziaria potrebbe rappresentare il naturale interlocutore dell’Unione Europea.
Trump ha delineato le mire imperiali del suo ‘America First’: il desiderio di “riprenderci il Canale di Panama”, quello di annettere la Groenlandia “in un modo o nell’altro”. Ciò che ha concesso a Putin di fare in Ucraina, diventa una manifesta minaccia per la Groenlandia.
Trump ha deciso di prendere le parti di Putin, ricattando e umiliando l’Ucraina. I due hanno un interesse comune: dividere e indebolire l’Europa. E vogliono sostituire il diritto internazionale con la legge del più forte e del più ricco. Non lo possiamo accettare. Come non possiamo accettare che gli Usa vogliano escludere l’Ucraina e la Ue dai negoziati con la Russia. Ne è possibile continuare a pensare che 500 milioni di europei continuino ad implorare 300 milioni di americani di difenderli da 140 milioni di russi.
L’Ucraina ha chiesto di aderire all’Unione Europea che, inequiivocabilmente, deve prendere su di sé i suoi problemi strategici e politici che hanno segnato il rapporto e la conflittualità tra Ucraina e Russia. Al tavolo della trattativa con la Russia, non ci va l’Ucraina da sola. E' l’Ue che deve sedere al tavolo negoziale, perché rappresenta le ragioni dell’Ucraina di oggi e di domani. A Mosca sostengono che l’Ucraina può entrare nell’Ue ma che in Ucraina non devono esserci militari europei. Non è una contraddizione, ma la promessa di una ulteriore aggressione, se ci presenteremo disarmati ad accettare le condizioni di Putin. Per questo serve sapersi difendere e chiarire che si è all’altezza di farlo. Al Cremlino cominciano a capire che quello europeo è un proposito serio e si affrettano a definirlo una "minaccia per la Russia". Quando si considera un’idea difensiva "minacciosa" vuol dire che s’intende aggredire. E per difendersi non si può che cominciare dall’Ucraina. La difesa europea è necessaria perché il pericolo è reale.
Meno di un mese fa, nel suo intervento alla Conferenza di Monaco, JD Vance rivolgeva all'Europa un discorso costellato di invettive, imprimendo un solco politico e ideologico profondo tra le due sponde dell’Atlantico. A quell'intervento è seguita l’umiliazione subita da Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale, le ripetute minacce di imporre dazi e quel “l’Europa è nata per fregarci” pronunciato da Donald Trump confermavano l’incontrovertibile cambio di rotta di una Casa Bianca sempre più allineata a Mosca.
Più che tornata dovremmo, nostro malgrado, prendere atto che "l'America se n'è andata" mettendo in crisi l'Alleanza Atlantica. I giorni in cui si faceva affidamento sugli Stati Uniti per le garanzie di sicurezza sono finiti. Non considerano più l'Europa come un alleato e non sono più disponibili a difenderla. Trump minaccia di ritirare 35000 soldati americani dalla Germania per trasferirli in Ungheria e di fermare le esercitazioni Nato in Ue. Elon Musk, lascia prefigurare che potrebbe interrompere il sistema di comunicazione satellitare Starlink a difesa dell'Ucraina: "Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell'esercito ucraino. Tutta la loro prima linea crollerebbe se lo spegnessi". L'obiettivo dichiarato è quello di imporre la resa di Kiev
L’approvazione da parte del Consiglio europeo di un piano per aumentare la difesa e la sicurezza degli Stati membri ha rappresentato una risposta – europea – al cambiamento dell’ordine internazionale in atto. I capi di stato e di governo dei 27 hanno approvato il piano da 800 miliardi di euro. L’intesa prevede maggiore flessibilità per gli Stati membri sulle spese e sul debito per la difesa e un fondo da 150 miliardi, oltre ad aprire all’ipotesi di valutare ulteriori opzioni di finanziamento. Ma soprattutto indica l’urgenza, maturata nelle ultime settimane, di cambiare passo e contribuire alla difesa di Kiev e del continente, con o senza il sostegno statunitense.
I socialisti europei sono schierati con il popolo ucraino e sono convinti che sia arrivato il momento che l’Europa assuma maggiore responsabilità per la sua autosufficienza, la sua autonomia e la sua difesa. L’Unione europea, il più grande spazio di libertà e di diritti nel mondo, è impegnata a difendere la libertà del popolo ucraino di oggi e di domani, varrà tutti noi. L’idea degli Stati Uniti d’Europa andava e va in questa direzione. È necessario avere un progetto unitario, condiviso e coordinato della difesa europea se vogliamo che davvero il nostro continente possa svolgere il ruolo di un attore geopolitico nel multilateralismo competitivo.
L'Ucraina è l'Europa e la concezione del progetto europeo è stata guidata dal sogno di portare la pace nel nostro continente e di stare insieme come un solo popolo. Di fronte all'aggressione di Putin, siamo più che mai impegnati in questa missione e, come socialisti, sosterremo gli ucraini finché non verrà concordata una pace giusta, equa e duratura.
Da noi, in Italia, ci sono quelli che hanno deciso di stare sulle stelle. Non solo Giuseppe Conte e il suo movimento, ma anche Elly Schlein, che trova il modo di distinguersi dalla posizione espressa dai socialisti europei sostenendo che quella di von der Leyen "non è la strada che serve all’Europa". Paolo Gentiloni, già commissario Ue, ritiene invece che sia "un primo passo nella direzione giusta". La segretaria dem ha cercato di ridimensionare la distanza facendo notare che i dem sono "un partito plurale" e che "è normale che ci sia discussione". Ma le differenze restano e richiederebbero un congresso straordinario... sono scelte ambiziose e impegnative.
Sono i rivolgimenti dello scenario internazionale a imporre scelte ineludibili per difendere i valori su cui sono fondate le democrazie e per garantire unvita del mondo fondata sul rispetto dello stato di diritto, le libertà democratiche e i diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
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Testata: Buonasera
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