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Il ricordo
19 Luglio 2024 - 18:17
Paolo Borsellino
"«La mafia non si combatte solo con le inchieste, gli interventi delle Forze del’Ordine e le sentenze. Si combatte più efficacemente con l’azione collettiva di respingimento e di vigilanza dei cittadini…»….tutti gli anni in questo giorno, ricordiamo la morte del magistrato Paolo Borsellino e della sua scorta, ma soprattutto ricordiamo alla nostra coscienza il bisogno di eroi per sconfiggere il senso di colpa individuale e collettivo per non aver fatto ciò che Paolo, 32 anni fa, ci ha chiesto di fare: il nostro dovere. Soltanto il nostro dovere".
Così il consigliere comunale Cosimo Festinante.
Cosimo Festinante
"Se la criminalità organizzata, impera nelle amministrazioni comunali condizionandone le scelte, se ancora oggi il voto di scambio politico mafioso è oggetto di cronaca recentissima in Puglia, vuol dire che non abbiamo fatto il nostro dovere. Se ancora, come uomini delle istituzioni, facciamo a gare a farci stendere dichiarazioni stampa, sempre più sintetiche tra l’altro, infarcite di retorica di basso 'conio', e davanti alle telecamere genuflesse recitiamo a memoria la solita frase uguale per tutte le circostanze, vuol dire che non abbiamo fatto il nostro dovere. E non abbiamo capito nulla pure noi se, tutti insieme, facciamo finta di non aver 'sentito' le parole del magistrato fermato il diciannove luglio" continua il consigliere.
"Oggi, trentadue anni fa. Sono pressapoco queste le più importanti: «sto per giungere ai veri mandanti della morte di Giovanni; non ho molto tempo per arrivare alle conclusioni; la mafia ha già fatto portare a Palermo un grosso quantitativo di esplosivo per me; chi materialmente mi ucciderà sarà la mafia, ma quanti ordineranno la mia fine stanno molto più in alto». Infine: «io, come Giovanni, morirò, ma quei vigliacchi che stanno molto vicino al mio ufficio faranno carriera».
Il pensiero più intenso che mi prende da ieri sera, dopo aver visto per la terza volta uno dei film più belli su Borsellino, è quello per l’uomo solo. L’autorità nel ruolo, la fragilità nell’uomo. E quel contrasto tra il dovere di non arretrare del servitore dello Stato e quello di fermarsi del padre di famiglia. La consapevolezza di donare la vita per il bene degli altri e la paura di perderla per il proprio bene; la paura e il coraggio. Paura della morte e coraggio di andarle incontro".
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