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LA GRAVE EMERGENZA TARANTO.
22 Novembre 2023 - 10:16
DOPO SEI ANNI COMPAIONO LE CIFRE E LE ESIGENZE FINANZIARIE CHE AVEVAMO ANTICIPATO E CHE ERANO NECESSARIE PER SUPERARE LA GRAVE EMERGENZA TARANTO. DOPO SEI ANNI RISCONTRIAMO PURTROPPO SOLO LA MIOPIA DEL PASSATO
Ricordo che:
Nel 2018, poco dopo la rilettura del contratto da parte dell’allora Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio con Arcelor Mittal sulla gestione del centro siderurgico di Taranto,
Poi circa tre volte nel 219,
Tre volte nel 2020,
Cinque volte nel 2021,
Due volte nel 2022 e quattro volte nel 2023, cioè in questo anno,
Ho denunciato lo stato di emergenza dell’ex ILVA ed ho anche prospettato le possibili soluzioni e le reali esigenze finanziarie per far uscire da un tragico fallimento una realtà industriale che fino a pochi anni fa era il riferimento chiave non di una realtà urbana, non di un assetto regionale, non dell’intero sistema Mezzogiorno, ma dell’intero Paese.
Senza dubbio i vari Governi che dal 2018 si sono succeduti hanno solo svolto un ruolo di attesa, anzi i Governi Conte 1, Conte 2 e Draghi hanno accumulato rilevanti responsabilità: i Governi presieduti da Conte hanno sicuramente una grave responsabilità: essere stati la causa di un vero errore contrattuale, infatti l’ex Ministro Di Maio, rivedendo il contratto già sottoscritto con Arcelor Mittal dall’ex Ministro Calenda, offrì alla Società indiana la possibilità di dare corso ad un sistematico comportamento altalenante carico di ripetuti contenziosi, poi la senatrice Barbara Lezzi fece varare una norma che escluse lo scudo penale per i gestori dell’azienda e questo aumentò ulteriormente il contenzioso con Arcelor Mittal.
Sono, in realtà, due provvedimenti che hanno praticamente consentito alla Società Arcelor Mittal di essere in questi anni inattaccabile da parte del nostro Governo e a portare la produzione dell’impianto ad una soglia praticamente inesistente; siamo cioè passati da un impegno contrattuale di almeno 9 - 10 milioni di tonnellate di acciaio ad appena 3 milioni con un contestuale danno sul livello occupazionale (oggi tra diretti ed indiretti siamo in presenza di circa 20.000 disoccupati) e sul livello logistico (il porto di Taranto dal 2018 movimenta pochissimo anche perché la produzione di acciaio e le materie prime come il carbone si sono ridimensionate in modo davvero rilevante).
Una storia che, come dicevo all’inizio, ho raccontato sistematicamente ed ho anche prospettato possibili soluzioni, possibili azioni che lo Stato, in particolare i Governi che si sono succeduti, avrebbero dovuto assumere. Ed ho sempre precisato che era solo ridicolo piatire risorse dell’ordine di 300 milioni o al massimo, come nell’ultima fase, 620 milioni di euro; occorreva invece dare vita ad una operazione di risanamento dell’intero “Sistema Taranto”; occorreva garantire uno stanziamento minimo di almeno 4 – 5 miliardi (valore ribadito sistematicamente in tutte le mie note prima richiamate).
Ebbene, queste cifre, queste soglie finanziarie fino a pochi giorni fa completamente ignorate e in molti casi ritenute immotivate troveranno conferma nella assemblea di Acciaierie d’Italia del prossimo 23 novembre e in quella sede finalmente cominceremo a leggere le stesse soglie finanziarie, le stesse esigenze che per sei anni sono rimaste volutamente sconosciute. Occorreranno cioè:
300 milioni di euro subito per evitare il blocco della produzione
4,6 miliardi di euro in otto anni per la decarbonizzazione
Risorse per raggiungere 8 milioni di tonnellate di acciaio a regime
Dati questi che si leggono in un apposito Memorandum d’intesa siglato dal Governo con Arcelor Mittal lo scorso 11 settembre in cui il Governo si impegna a finanziarie il Piano con 2,27 miliardi di euro (risorse provenienti dal RePowerEu o da altri fondi europei) e i restanti 2,35 miliardi di euro a carico di Acciaierie d’Italia.
Quindi cominciano finalmente a comparire le cifre che in tempi lontani avevo anticipato ed ho paura di anticipare anche quello che accadrà il prossimo 23 novembre; ho paura perché non voglio vestire il ruolo di “tragica Cassandra” ma penso che siano scontate le conclusioni della Assemblea, conclusioni che riporto di seguito:
“si tenterà di trovare le risorse necessarie per andare avanti, cioè per sopravvivere per un mese, forse per due o forse addirittura per quattro mesi e poi di nuovo incontri a Palazzo Chigi con il Sindacato, poi incontri riservati con il Presidente Bernabè per pregarlo di rimanere ancora e dimettersi almeno fra tre mesi”.
E quello che io chiamo “Sistema Taranto”, o forse in modo più corretto “Emergenza Taranto”, rinviarla al futuro offrendo un’ottima occasione per gli schieramenti politici contrari all’attuale Governo e all’attuale maggioranza, un ottimo tema per la prossima campagna elettorale europea.
Insisto riproponendo una proposta già avanzata mesi fa cercando di evitare di ricercare soluzioni e accordi impossibili e:
Tenuto conto che finalmente il Governo ha capito che la dimensione finanziaria urgente per superare o, almeno, ridimensionare la emergenza Taranto non è riconducibile ad una dimensione finanziaria di 300 – 500 milioni ma di oltre 5 miliardi di euro,
Tenuto conto che grazie alla proposta del Ministro Fitto è stato possibile identificare una quota delle risorse nel RePowerEU pari a 2,27 miliardi di euro
Tenuto conto che difficilmente la quota restante di 2,35 miliardi di euro a carico di Arcelor Mittal sarà onorata
Non rimane altro che trovare le ulteriori risorse nel RePowerEu o in altre possibili disponibilità e:
Rescindere in danno il rapporto con Arcelor Mittal in quanto tale Società non ha mai raggiunto gli obiettivi che aveva denunciato nella gara internazionale (oltre 9 milioni di tonnellate di acciaio)
Annullare l’attuale Consiglio di Amministrazione
Nominare un Commissario con l’obiettivo principale di effettuare una gara per l’affidamento del centro ad un nuovo soggetto gestore
Ridisegnare un Piano di riassetto funzionale della città di Taranto e del suo hinterland utilizzando quota parte delle risorse del Fondo di Coesione e Sviluppo 2021 – 2027
Lo so, anche se il 23 novembre prossimo si verificheranno le mie banali e scontate previsioni, nessuno avrà il coraggio di effettuare simili scelte; ricordo però che per il Governo e per l’attuale maggioranza l’emergenza Taranto non risolta incrina in modo sostanziale il successo e la credibilità dell’attuale linea politica del Governo, della sua attuale linea strategica.
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