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Il confronto

Vogliamo unire idee, uomini e territori

Prende forma il civismo politico riformatore

VOGLIAMO UNIRE IDEE, UOMINI,DONNE E TERRITORI

Il sistema della rappresentanza politica è in crisi. non una delle questioni strutturali del paese è stata portata a soluzione. 

Manca il lavoro, il potere d'acquisto dei redditi peggiora; la sanità che ha mostrato tutte le sue lacune nel corso della Pandemia con milioni di vittime, in questa fase registra un netto peggioramento di tutte le prestazioni con tempi d'attesa insostenibili mentre cresce il peso delle privatizzazioni determinando una discriminazione profonda in chi viene abbandonato al proprio destino. Scuola e formazione, che dovrebbero essere orientate alla visione del futuro, sono invece minacciate da un'autonomia differenziata che intende penalizzare il Sud a favore del Nord; la giustizia ha ormai assunto il ruolo di paradigma delle inefficienze che ogni giorno produce l’Italia.

Ovviamente come sempre nel corso della storia, quando si vive una situazione di difficoltà, le peggiori conseguenze vengono scaricate sulla parte più debole della società: le donne, i giovani e territorialmente sul Mezzogiorno che è sparito dall’agenda politica del Paese. Assistiamo a situazioni paradossali, come la ripartizione dei fondi nazionali per gli asili nido, indirizzati verso territori che ne hanno sin troppi, mentre aree sprovviste si sono ritrovate zero fondi stanziati, istituzionalizzando, cosi, il divario tra i bambini del nord e quelli del sud! 

Sono queste le incofutabili premesse che ci hanno indotto ad organizzare il Mezzogiorno intorno ad una proposta politica che guardasse al Sud come occasione rappresentata dal Mediterraneo che trasporta il 20% delle merci di tutto il mondo. Cosi è nato Mezzogiorno Federato. 

Ma poiché le idee viaggiano sulle gambe degli uomini, abbiamo provato con ogni modo di avvicinare a questa idea uomini e donne di buona volontà. E in un contesto dove si ragiona con il senso dell’incarico (inutile) di partito, provare a far comprendere la forza e la necessità di una battaglia politica, dove occorre lanciare il cuore oltre l’ostacolo, non è cosa facile. Abbiamo dovuto impiegare un po’ di tempo e molta pazienza. Oggi si iniziano a vedere i primi risultati. Con una impalcatura nazionale, piccola quanto si vuole, dove il Civismo Federativo, da noi teorizzato, sta assumendo i contorni di una proposta seria e credibile.  E cosi a Napoli, la manifestazione del 13 maggio 2023, rappresenta il punto di partenza, che mette insieme realtà civiche e politiche diverse, che arricchiscono il  senso della partecipazione. E’ l’unione strutturata di uomini e donne, organizzate in diverse associazioni che rappresentano da tempo territori, persone ed istanze, che unendosi, danno forma ad un soggetto politico, civico. Un alleanza che vuole dire la sua sulle grandi questioni che attanagliano i nostri cittadini. Uomini e donne che hanno militato in partiti diversi e dei quali conservano l’appartenenza ideale. Ma oggi viviamo altri tempi ed altri temi, che vanno affrontati con il contributo di tutti e sulla base di una nuova costruzione ideale ed organizzativa. Mettendo ognuno una  parte di energia e tempo, senza pensare di avere la chiave giusta per ogni porta da aprire, ma arrivando alle questioni cercando, laicamente, le giuste soluzioni.

Naturalmente una organizzazione ampia pone grosse difficoltà, alle quali si trova rimedio solo con un grande lavoro fatto con entusiasmo e convinzione. Sfuggendo all’idea che la politica si possa fare solo con la clientela del rapporto personale, ma che occorre, invece,  affrontare le grandi questioni che surclassano il meridione e la città Metropolitana di Napoli in primis. Non basta fare la somma algebrica dei voti, ma unire la forza delle idee e metterle in un'unica istanza civica e federata, cristiana e riformista, di altissimo profilo ma di profondo radicamento territoriale che riesca a portare a soluzione almeno una delle grandi questioni che riguardano le nostre terre. Se qualcuno pensa di usare questa realtà come un tram, scenderà alla prima fermata, chi vuole contribuire a far viaggiare questa idea troverà spazio, condivisione, disponibilità.

Nell’epoca del qualunquismo nella provincia di Napoli viaggiava un mantra che si racchiudeva in una frase volgare quanto violenta. Per significare che occorreva essere pragmatici si soleva dire che: “… nelle salsicce ci vuole la carne…”. Con questo si liquidava ogni tentativo di costruzione di pensiero alto, di approfondimento culturale, dando alla politica una semplice azione di gestione del presente, sempre fatto in modo clientelare e senza futuro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il meridione non è più presente al Governo del paese, né fisicamente né come agenda. La Campania non produce più un idea di governo e di alleanza esportabile. Il Sindaco ed il Presidente della Regione sono eletti da liste eterogenee che il giorno dopo si sfaldano alla ricerca di posti e prebende dove la proposta, la prospettiva, la speranza sono viste come scarti che non servono alla “salsiccia”. Noi pensiamo che serva altro. Serve un idea, poi un organizzazione che raccolga ed arricchisca quell’idea, la strutturi e la diffonda. Se questa trova spazio, iniziare a dare battaglie per le numerose questioni sul tavolo, e dopo, solo dopo, pensare alle elezioni, che sono un naturale punto di approdo.

Per fare questo abbiamo lavorato ad unire idee, uomini e donne, territori che avevano percorsi diversi, ma uniti dalla insopprimibile necessità di lavorare per le terre e per le persone che ne condividono la storia. Siamo diversi, siamo tanti. Ci riusciremo a trasformare questa voglia in un azione politica condivisa? Non lo so, ma sono certo che questa battaglia, comunque andrà, ci darà la soddisfazione che almeno ne sia valsa la pena.

Salvatore Sannino
Mezzogiorno Federato-Napoli Mediterranea

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