Mentre la politica continua a discutere, spesso a blaterare nel corso di interminabili sterili discussioni, i cittadini si allontanano dalle urne e stentano a comprendere ciò che accade. All’interno di questo quadro di carattere generale la città di Catania non si discosta dalla media delle altre zone d’Italia, anzi, contribuisce a rendere tutto più opaco e nebuloso. Le condizioni in cui si trova la città, però, non consentono né chiacchiere, né ritardi, né divisioni strumentali. Catania ha bisogno di unità, di chiarezza, di progetti seri, di coraggio, di trasparenza, di competenza, di esperienza, di onestà e di lealtà, ma soprattutto ha bisogno di tanti no: no alle camarille da condominio, no all’improvvisazione, no ai velleitarismi, no alle menzogne, no alle indecisioni, no alle incertezze, no ai ricatti, no alle clientele, no agli ammiccamenti verso affaristi e delinquenti, no a funzioni pubbliche interpretate come trampolini di lancio per altri incarichi. Insomma, Catania non ha bisogno di elettoralistici “sì”, né di stucchevoli pacche sulle spalle. Al momento tutto questo non si riesce a vedere, mentre si vedono auto candidatute, tatticismi, confusione, disservizi, tasse del tutto insopportabili a fronte del nulla. Non si vede pulizia, non si vede refezione scolastica, non si vede manutenzione stradale, non si vedono servizi e trasporti efficienti, la grande progettualità infrastrutturale ed urbanistica resta chiusa nei cassetti a prendere polvere. Al più si vedono proposte del tutto prive di supporti logici e finanziari e proteste fondate solo sullo squallido principio del “levati tu che mi ci metto io” senza mai dire per cosa, anche perché chi parla non sa cosa dire.
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