Si affronta il tema della semplificazione amministrativa disciplinata da recenti previsioni legislative. È inevitabile una prima considerazione permeata da scetticismo derivante dalla irrilevanza dei risultati concreti conseguiti dalle precedenti scelte legislative. Le leggi entrano in vigore, introducono discipline dirette alla semplificazione. L’amministrazione italiana, per limiti di organico, per carente attenzione alle novità è “impermeabile” alle innovazioni legislative. Il rapporto tra cittadino e amministrazione è costellato dal rinvio, dall’affermazione dell’agente che oppone l’assenza di competenza e indirizza il cittadino ad altro ufficio. È tutto un prosieguo di rinvii e procedimenti che durano anni, con buona pace dei canoni di efficienza, di efficacia e di economicità dell’azione amministrativa. È necessario valutare l’azione amministrativa sulla base dei risultati conseguiti nei rapporti di servizio con gli utenti e del numero dei procedimenti conclusi e dei tempi di durata degli stessi. La concezione del cittadino – utente deve portare la pubblica amministrazione ad adattarsi alle modificazioni economico – sociali ed alle esigenze dei privati, mutate nel corso degli anni. L’opera di adattamento ha causato una graduale riduzione di quella “pervasività” dell’amministrazione specialmente in quei settori che potevano, dovevano essere gestiti esclusivamente dai privati. È decisiva ed è sempre maggiore l’influenza che l’Unione Europea ha avuto sulla pubblica amministrazione italiana. Si è sviluppata, quindi, una “signoria comunitaria” sull’amministrazione. È necessario che l’azione dell’amministrazione italiana assuma tempi e forme simili a quella europea. Il costante riferimento alla semplificazione amministrativa che ha caratterizzato le riforme che hanno coinvolto la pubblica amministrazione negli ultimi trent’anni e che possono essere lette ed interpretate prendendo come punto di riferimento la considerazione che la pubblica amministrazione stessa ha dei destinatari della sua azione, titolari di una legittima pretesa al rispetto della legalità e dell’efficienza amministrativa si è consolidato il passaggio da un’amministrazione che considerava il cittadino come semplice amministrato, ad un’amministrazione che deve sempre più identificarlo come utente. Deve diffondersi in concreto il ruolo dell’amministrazione come gestore di servizi e il superamento della Amministrazione concepita come titolare di autorità. Va superata l’attuale azione dell’Amministrazione, che diveniva e diviene “fattore di negazione” di diritti e che prende il sopravvento sugli interessi che realmente si devono perseguire. La pubblica amministrazione è stata sempre orientata a ragionare per procedimenti non ritenendo rilevanti i risultati ottenuti, ciò ha contribuito in misura notevole al rallentamento dell’attività amministrativa ed alla contestuale insoddisfazione da parte degli utenti cittadini e alla limitazione delle potenzialità di sviluppo economico. I principi di efficienza, efficacia ed economicità erano considerati attuati in relazione alla quantità di procedimenti amministrativi ed al risparmio delle risorse impiegate, senza porre la necessaria attenzione alle esigenze dei destinatari del provvedimento finale. Tale concezione doveva essere stravolta dalle riforme amministrative che hanno reso necessario un ripensamento dei principi citati ed in generale di tutta l’attività amministrativa. L’economicità, ritiene autorevole dottrina, viene vista la luce di un criterio finalistico riassumere con il principio “massima soddisfazione con il minimo sforzo”; l’efficienza e assimilabile a rapporto tra mezzi impiegati e i risultati ottenuti mentre l’efficacia è un rapporto tra risultati ottenuti e le risultati perseguiti. Tanto più i risultati ottenuti saranno vicini a quelli perseguiti, tanto più l’azione amministrativa può definirsi efficace e garante delle legittime pretese dei cittadini. È incompleto l’esame dell’Amministrazione, delle sue croniche tendenze alla “complicazione dei procedimenti”, occorre esaminare la complessità interpretativa e il numero delle leggi vigenti. È di tutta evidenza il collegamento tra la mai realizzata semplificazione amministrativa con la complessità il numero infinito di disposizioni legislative statali e regionali, distinte da elevata oscurità dei testi. È necessaria una legislazione distinta da chiarezza del testo e da globalità della disciplina della materia. L’attuale sistema di norme, che rinviano ad altra norma, a loro volta richiama articoli e commi, si distingue per complessità ardua della interpretazione e della applicazione e fomenta l’inerzia e l’incertezza dell’azione amministrativa. La ineludibile chiarezza e precisione del testo legislativo è presupposto essenziale della semplificazione dell’azione della pubblica amministrazione. L’impegno dei riformisti deve attivarsi nella diffusione della cultura dell’amministrazione titolare della gestione di un servizio pubblico, gestito nel rispetto della legalità della efficienza e della economicità. È parimenti essenziale la spinta per realizzare scelte legislative distinte da chiarezza del testo, completezza di disciplina della materia. Ciò è auspicabile per una profonda inversione degli attuali rapporti tra cittadino, utente e pubblica amministrazione e per il conseguimento dell’obiettivo di sviluppo civile dei rapporti tra cittadino utente e amministrazione. Felice LAUDADIO Docente Universitario di diritto urbanistico amministrativo
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